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L'amore sospetto

Un giorno un uomo decide di tagliarsi i baffi, che porta da dieci anni, per far sorridere la moglie...

27 giugno 2006








Noi vi consigliamo...
L'AMORE SOSPETTO
di Emmanuel Carrère

Secondo film dello scrittore/regista Emmanuel Carrère, racconta l'intricata storia dell'architetto parigino Marc Thiriez (Vincent Lindon), che sprofonda in una crisi d'identità dopo essersi tagliato i baffi...
Un giorno, pensando di far sorridere la moglie e stupire gli amici, Marc si taglia i baffi che porta da dieci anni. Ma nessuno se ne accorge, o peggio, tutti fingono di non accorgersene, e presto anche il sorriso dell'uomo scompare, prima di venire cancellato definitivamente. Insiste, credendo a uno scherzo, ma gli altri rispondono che non ha mai portato i baffi.
Sta forse diventando pazzo? Sono gli altri a volerglielo far credere? O qualcosa nell'ordine del mondo è cambiato?


Distribuzione Nexo
Durata 86'
Regia Emmanuel Carrère
Musica Philipp Glass
Con Emmanuelle Devos, Vincent Lindon , Mathieu Amalric, Hippolyte Girardot
Genere Commedia

La critica
''Da quando in qua tagliarsi i baffi è un gesto metafisico? Lo fa Vincent Lindon in 'La moustache' ma né la moglie (una scialba Devos) né gli amici se ne accorgono. (...) Sogno, ma forse no; rimaniamo in attesa di una spiegazione, come si addice alle intelligenti provocazioni intellettuali: cambiamo noi o il mondo? Domanda senza risposta anche se Lindon è un attore inquieto e bravo, ci rimanda molte sfumature e il piacere dell' enigma. Qualcuno ha scritto che è un sottile flirt con la follia: non è la prima volta, ma l' impasto narrativo è seducente. Carrère, regista e scrittore ('L'avversario'), fa quello che fecero Resnais e Robbe Grillet, destabilizza le regole: con mano profondamente leggera, o forse leggermente profonda. È uguale.''
Maurizio Porro, 'Corriere della Sera'

''Bel debutto d'autore, all'insegna del thriller psicologico, per lo scrittore Emmanuel Carrère che trasferisce sullo schermo il suo fortunato romanzo 'I baffi' (Bompiani). 'L'amore sospetto-La moustache' è un film suggestivo, originale, sempre sospeso tra realtà e immaginazione e deve tutto al protagonista Vincent Lindon sul cui viso mobilissimo e nervoso si rincorrono dolore, stupore, smarrimento, follia. Apologo sulla crisi d'identità, inno all'amore di coppia (la moglie è Emmanuelle Devos, perfetta), discesa progressiva nella paranoia? Inutile porsi tante domande: come suggerisce lo stesso Lindon, lo spettatore deve abbandonarsi alle suggestioni del film come di fronte a un'opera d'arte che incanta senza lasciarsi decifrare completamente.''
Gloria Satta, 'Il Messaggero'

''L'amore sospetto è un film abbastanza insolito e spiazzante che non teme di rivolgersi a spettatori raffinati o quantomeno curiosi, interessati a navigare tra le anse di un racconto arditamente sospeso tra realtà e immaginazione. Varrebbe la pena di vederlo anche per Vincent Lindon, a volte solo una faccia da schiaffi, ma qui protagonista pienamente in grado di cimentarsi in una gamma di espressioni/sensazioni polifoniche. In effetti, la prima regia dello scrittore Emmanuel Carrère (tratta dal suo romanzo edito in Italia con il titolo 'I baffi') punta sull'incubo kafkiano in cui sprofonda Monsieur Marc, normalissimo 45enne che ha deciso senza un motivo preciso di tagliarsi i baffi: (...) Questa componente pretenziosa dimostra che Carrère non ha il dono di una regia elegante e penetrante; tuttavia grazie a Lindon, alla sospesa musica di Philip Glass e a numerose inquadrature colte in mirabile sintonia con gli stati (alterati) della mente, 'L'amore sospetto' riesce a non disunirsi troppo nelle fumisterie psicoanalitiche e a far vibrare la razionale paranoia dell'ex baffuto Marc sino ai chiaroscuri esistenziali dell'epilogo.''
Valerio Caprara, 'Il Mattino'

Premio ''Label Europa Cinemas'' alla 37ma Quinzaine des realisateurs, Cannes 2005

Tagli i baffi, e la tua vita va in pezzi
di Claudia Mormoglione (Repubblica.it)

Un gesto banale, un episodio insignificante: ed ecco che la tua vita cambia, deraglia, impazzisce. Si frantuma, va in mille pezzi. Tra inquietudine, incertezza, crisi coniugale, fuga, follia. E tutto a causa di un paio di baffi... Almeno, questo è ciò che accade in un film francese dalle atmosfere decisamente insolite: si chiama L'amore sospetto, è distribuito da Nexo, e interpretato da Vincent Lindon - volto icona del cinema d'Oltralpe - ed Emmanuelle Devos, enigmatica e sensuale come sempre.
Vincitrice, lo scorso anno, di una delle sezioni collaterali del Festival di Cannes (la Quinzaine des Réalisaterurs), la pellicola - diretta da Emmanuel Carrere - ha un titolo originale ben più asciutto e diretto: Le Moustache. Giusto per non lasciare dubbi allo spettatore, fin da subito, su cosa scatenerà l'imprevedibile. Nelle sequenze iniziali, infatti, vediamo una "normale", borghese coppia di coniugi, in una giornata qualsiasi, nella loro bella casa. Lei, Agnés, esce per commissioni, lui, Marc resta nell'appartamento e decide di tagliare, appunto, i baffi.
Ma quando la moglie torna a casa, non accade nulla. Non un commento sul volto glabro del marito, non la minima espressione di sorpresa. Il nostro eroe pensa prima che lei sia distratta, poi che voglia fargli uno scherzo. Ma al termine di una cena con amici (anche loro totalmente indifferenti alla novità sul volto di Marc), comincia a entrare in paranoia. E affronta il problema con Agnés. Che però cade dalle nuvole, sostenendo che i baffi non li ha mai avuti.

Da qui comincia la discesa negli inferi del dubbio, da parte della coppia. Le loro certezze si sgretolano. Lui teme di essere pazzo, anche perché anche i colleghi di lavoro non hanno nessuna reazione al suo cambiamento estetico; poi però si consola, vedendo alcune fotografie di un paio d'anni prima. Lei sembra decisa a mandare il marito dallo psichiatra, sostiene che il padre di Marc è morto (mentre lui sente un suo messaggio in segreteria)...
Una situazione apparentemente senza uscita. E in cui anche lo spettatore non riesce mai a farsi un'idea precisa, sulla realtà, diciamo così, oggettiva. Solo nella seconda parte della pellicola, quando Marc per reagire a questa angoscia insopportabile decide di fuggire molto lontano, capiamo che una realtà oggettiva, forse, non esiste. E che a volte l'ambiguità porta anche a dei cambiamenti in positivo.

Insomma: chi si aspetta una vicenda a incastro, una di quelle storie in cui tutti i tasselli tornano a posto e trovano una loro giustificazione, stia lontano da questo film. Basta pensare che perfino il regista, interpellato sul tema, ammette di non poterne raccontare la trama: ''Se mi si chiede di cosa parla L'amore sospetto nei fatti, non sono capace di dare una risposta. Il fatto singolare di questa vicenda è che il suo significato mi sfugge, come al lettore del mio romanzo da cui è tratto (Baffi, edito in Italia da Bompiani, ndr). E' stato divertente durante le riprese, tutti erano convinti che io avessi la chiave della vicenda e che la stessi deliberatamente tenendo per me: è falso, ma mi sono comportato come se davvero sapessi quale direzione avrebbe preso la cosa''.
E se nemmeno l'autore sa bene quale sia il significato preciso del film, a chi lo guarda nel buio della sala non resta che rassegnarsi alla mancanza di risposte e farsi prendere dalle atmosfere - suggestive, a tratti angosciose - del film. Come consiglia lo stesso Carrere: ''Questa storia - sottolinea - è possibile solo adottando senza riserve e di buon grado il punto di vista di Marc''. In quest'ottica, allora, possiamo anche pensare che l'opera si concluda con un happy end: ''Finale lieto - conclude il regista - ma anche inquietante. Inspiegabile''.

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27 giugno 2006
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