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L'Anci dichiara guerra alle trivelle, mercoledì audizione all'Ars

I sindaci siciliani chiederanno al governatore di impugnare il decreto Sblocca Italia ritenuto incostituzionale

10 novembre 2014

Il no dell'AnciSicilia alle trivellazioni petrolifere nel mare siciliano sbarca all'Assemblea regionale siciliana. Dopodomani, mercoledì 12 Novembre, infatti, il vice presidente dell'associazione dei Comuni siciliani, Paolo Amenta, sarà ascoltato in commissione Ambiente. L'audizione è in programma alle 10. I sindaci siciliani chiedono al governatore Rosario Crocetta di impugnare davanti alla Corte costituzionale dell'articolo 38 dello Sblocca Italia, ritenuto "incostituzionale, non avendo consultato il territorio sul futuro del proprio sviluppo".

"La Costituzione, così come lo Statuto e l'autonomia della Regione siciliana - dice Amenta -, garantiscono la concertazione e il confronto con il territorio per stabilire quale deve essere il suo futuro. E allora, mercoledì dirò alla IV Commissione Ambiente, per farsene portavoce con Crocetta, che una volta per tutte la politica siciliana deve decidere se lavorare con i Comuni, per dare uno sviluppo sostenibile al territorio siciliano, valorizzandone le risorse ambientali, paesaggistiche, archeologiche, storiche, enogastronomiche. Oppure, al contrario, continuare a distruggere e violare questa terra schiavizzandola alle perforazioni petrolifere e all'inquinamento, svendendola per trasformarla, nel contempo, in una piattaforma militare americana con l'installazione del Muos, anziché in un modello di sviluppo nuovo nel Mediterraneo". "Allora - conclude il vice presidente dell'Anci Sicilia - bisogna subito ricorrere contro l'articolo 38, considerando che è già stata data l'autorizzazione da parte del ministero dell'Ambiente all'Eni per le perforazioni lungo la costa tra Ragusa e Gela, e altri 13 progetti sono pendenti sul Canale di Sicilia".

Ieri a Licata si è tenuta una manifestazione nazionale anti trivelle. Il Popolo 5 Stelle, ecologisti, comitati e  semplici cittadini sono scesi in piazza per dire no alle ricerche petrolifere. Una sorta di "chiamata alle armi" in difesa dell'ambiente. La manifestazione è stata preceduta da un incontro dei deputati 5 stelle alla Camera con un'equipe di esperti con i quali si è discusso di possibili soluzione al problema trivellazioni. Erano presenti Alessandro Giannì, direttore campagne Greenpeace Italia, Domenico Macaluso, esperto dei fondali marini e del fenomeno di pseudo vulcanesimo sedimentario, un esperto del comitato 'Stoppa la piattaforma', che ha riferito sulla flora e fauna e sugli effetti devastanti sull'habitat marino a seguito delle ricerche con l'Airgun, macchinario in grado di produrre onde sismiche, Giacomo Cortese, esperto di diritto ambientale, gli attivisti Cinque Stelle (Giuseppe Sicilia in qualità di relatore) e Francesco Suriano, organizzatore della protesta a livello nazionale.

"Il decreto Sblocca Italia - ha detto la deputata Claudia Mannino, componente della commissione Ambiente della Camera - consegna i nostri mari e la nostra terra ai petrolieri. Dopo il loro passaggio rimarrà la devastazione. Secondo dati del Ministero dell'Ambiente, le ricerche e le estrazioni nel canale di Sicilia si estenderanno in un area di quasi 13 mila kmq, per un totale di 10 milioni di barili estraibili. Il mare piangerà questa scelta per centinaia di anni, così come i territori votati alle coltivazioni. Il Mediterraneo, che è un mare chiuso, non avrà la capacità di rigenerarsi prima di molti secoli e al primo incidente sarà devastato.  Ecco perché noi tutti dobbiamo impedire che ciò avvenga. Dobbiamo mobilitarci ora prima che sia troppo tardi".
Nel corso della manifestazione c’è stato un collegamento telefonico con l'ex apneista siracusano Enzo Maiorca.

- Trivellazioni, Maiorca: "La rabbia mi toglie le parole di bocca" di M. Zoppi (L'oraquotidiano.it)

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- Raggiunto l'accordo per l'Eni di Gela, a quale prezzo? (Guidasicilia.it, 07/11/14)

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10 novembre 2014
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