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L'Anm contro il Guardasigilli

Anm: ''Tutti fuori dall'aula quando parlerà il ministro della Giustizia''. Alfano: ''L'Anm macchia una giornata per i cittadini''

28 gennaio 2010

Indosso la toga, in mano la Costituzione e tutti fuori dall'aula nel momento in cui prenderà la parola il rappresentante del ministero della Giustizia. Una scena che però non si ripeterà all'Aquila, dove ci sarà proprio il Guardasigilli Angelino Alfano ("per rispetto dell'istituzione"). Per manifestare il loro dissenso sulla politica della giustizia del governo, in occasione delle cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario che si terranno sabato in tutti i distretti di Corte d'appello, i magistrati ricorreranno a un mix delle proteste che hanno già attuato in passato.
Ma non si fermeranno a questo: in tutti i distretti giudiziari i rappresentanti dell'Associazione nazionale magistrati leggeranno un unico durissimo documento per dire, innanzitutto al presidente del Consiglio, "basta insulti e aggressioni" e alla maggioranza stop a "riforme distruttive", a "leggi prive di razionalità e di coerenza, pensate esclusivamente con riferimento a singole vicende giudiziarie e che hanno finito per mettere in ginocchio la giustizia penale in questo paese". E poi distribuiranno un dossier, che dati alla mano di fonte europea, dimostra che i magistrati italiani "non sono fannulloni strapagati".

E' stata la giunta dell'Associazione nazionale magistrati a definire ieri le modalità con cui le toghe manifesteranno il loro "disagio" , ma anche il loro "forte attaccamento" alla loro funzione e alla Costituzione. Lo ha fatto in una riunione allargata anche ai rappresentanti di Magistratura Indipendente - la corrente più moderata e l'unica all'opposizione della giunta guidata da Luca Palamara - che ha condiviso tutte le scelte, tranne quella di lasciare le sedie vuote quando parleranno i rappresentanti di via Arenula ("un gesto inutile e che ci indebolisce", ha detto il segretario Antonietta Fiorillo). Ed è soprattutto questa iniziativa che ha riacceso lo scontro tra toghe, governo e maggioranza; uno scontro che ha fatto passare quasi sotto silenzio il primo giorno di sciopero dei penalisti contro "l'inerzia" della politica sulle riforme per la giustizia, che peraltro ha registrato un'adesione totale.

"L'Anm ha scelto di macchiare una giornata che è per i cittadini e per il loro diritto di avere giustizia" ha, dunque, accusato il ministro della Giustizia. "L'immagine che l'Anm offre di sè - ha aggiunto Alfano - non coincide con l'immagine e con il senso etico delle migliaia di magistrati che ogni mattina servono l'Italia e le istituzioni che rappresentano". "Sono il ministro della Giustizia, servo il mio Paese e ho giurato sulla Costituzione - ha affermato ancora il Guardasigilli - a differenza di coloro che seguiranno le improvvide indicazioni dell'Anm, parteciperò all'inaugurazione dell'anno giudiziario presso la Suprema Corte di Cassazione alla presenza del presidente della Repubblica". "Allo stesso modo - ha continuato - andrò l'indomani presso la Corte d'Appello de L'Aquila, laddove il servizio giustizia ha ricominciato a funzionare brillantemente dopo il terremoto, grazie all'impegno delle istituzioni e di tanti servitori dello Stato". "L'Anm - ha affermato infine il ministro - piuttosto che inaugurare l'anno giudiziario ha deciso di inaugurare la campagna elettorale in vista delle elezioni per il Csm che si terranno in primavera".
Di "una profonda e oltraggiosa lesione dell'ordine costituzionale" ha parlato il collega di governo e coordinatore del Pdl Sandro Bondi; è un "vulnus allo stato di diritto", ha rilanciato il presidente dei deputati del partito Fabrizio Cicchitto, mentre il portavoce Daniele Capezzone, ha accusato l'Anm di esprimere "disprezzo" per gli elettori.

Secondo il capogruppo dell'Italia dei valori alla Camera, Massimo Donadi, quella dell'Anm è "una protesta giusta contro leggi vergogna. Alfano ha dimostrato in mille occasioni di non essere il ministro della Giustizia, ma il commissario anti-magistratura di Berlusconi''. ''Berlusconi e la sua maggioranza - ha aggiunto Donadi - sono responsabili di uno scontro tra poteri dello Stato senza precedenti nella storia della Repubblica. I magistrati sono sistematicamente attaccati da Berlusconi, con lo scopo di indebolirli e delegittimarli. La guerra personale del premier contro i giudici sta massacrando la giustizia e danneggiando gravemente i cittadini". "Le opposizioni - ha concluso il capogruppo Idv - devono essere unite e compatte nel fronteggiare questa offensiva che ha l'obiettivo finale di garantire l'impunità a Berlusconi ed ai suoi sodali, altrimenti le ferite allo Stato di diritto saranno troppo profonde per essere sanate".
A schierarsi con i magistrati anche il Partito democratico che con il responsabile giustizia Andrea Orlando, difende il diritto dell'Anm di esprimere il proprio dissenso.

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ing]

 

 

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28 gennaio 2010
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