L'Antitrust sulla polizza anti-calamità. Poco chiare e non definite le proposte del Governo
L'Autorità richiama Governo e Parlamento ad una scelta chiara tra intervento pubblico e privato
Sì, perché se arriva un terremoto e le case sono costruite nel luogo e nella maniera meno adatta, risulta inutile prendersela con il terremoto. E se in inverno sulle nostre teste si forma, minaccioso, un nubifragio e comincia a buttar giù acqua, e le nostre strade e case si allagano, crollano, franano, perché le costruzioni non risultano in regola ma sono legali perché il governo ci ha detto che andavano bene dove sono sorte, non è che sia intelligente imprecare verso il cielo.
Ma siccome la fortuna (e aggiungiamo noi, l'ingegno, ndr.) aiuta gli audaci, cosa ti sperimenta questo governo votato da troppi e adesso detestato da molti?
Un sistema assicurativo per le case contro le calamità e gli incendi!
Quindi, riassumendo in poche parole: io Governo ti condono le abitazioni fuori legge e che in gran parte compartecipano ai disastri, recuperando soldi per la Finanziaria, poi ti dico che devi assicurarti la casa perché se arriva una calamità, o scoppia un incendio, mica posso risarcire tutto io.
L'Antitrust però non ha visto di buon occhio questa trovata e in una segnalazione, inviata ieri alla Camera, dove la finanziaria è in discussione, ha scritto: "La polizza anti-calamità prevista sulla casa dalla Finanziaria potrebbe generare un assetto ibrido del settore che potrebbe compromettere l'esplicarsi della concorrenza a danno dei consumatori e del benessere complessivo''.
L'Autorità guidata da Giuseppe Tesauro spiega nella segnalazione che ''fino ad oggi lo Stato si è reso garante dell'intervento a seguito di calamità naturali fornendo di fatto una sorta di autorizzazione implicita''. Le risorse utilizzate a tal fine - si spiega - ''sono quelle derivanti dalla fiscalità generale e, pertanto, il premio di tale forma di assicurazione implicita è risultato collegato al reddito degli individui e non al valore di ricostruzione''. Viceversa ora ''il legislatore ha manifestato la volontà di sostituire all'intervento dello Stato il ricorso al mercato per l'assicurazione dei rischi connessi con le calamità naturali''.
Ma - sottolinea l'autorità - ''le modalità prescelte per il ricorso al mercato non appaiono chiare e definite, né in grado di garantire un'efficace ed effettiva copertura assicurativa''. L'Autorità spiega inoltre che vengono collegate, con la disposizione della Finanziaria, le due assicurazioni: incendio e calamità. Questo produce ''l'elevato rischio che le restrizioni della concorrenza derivanti dalle modalità scelte per l'operatività dell'assicurazione contro le calamità naturali coinvolgano indebitamente il mercato dell'assicurazione incendi ad oggi non regolamentato''. Inoltre ''non si può dimenticare che l'imposizione di un obbligo assicurativo contribuisce ad irrigidire la domanda dei consumatori che saranno indotti ad accettare le condizioni praticate dalle imprese anche quando le considerano particolarmente gravose''.
Per quanto riguarda le imprese ''prevedendo la correlazione dei premi anche agli indici di rischio delle diverse aree di territorio riduce la libertà delle imprese per una delle principali variabili su cui dovrebbe svolgersi il gioco della concorrenza vale a dire la determinazione del prezzo di offerta del servizio assicurativo''.
L' autorità Antitrust conclude quindi il documento, sottolineando come la norma ''risulta in collisione con la finalità solidaristica, evidenziata dalla previsione di un obbligo assicurativo, peraltro indiretto, e dalla volontà di istituire un fondo per garantire la copertura delle persone fisiche con redditi inferiori a determinate soglie''.
L'auspicio è quello che ''Parlamento e Governo effettuino una scelta di fondo chiara tra l'intervento pubblico e quello privato''.
Che il Governo faccia chiarezza c'è lo auguriamo tutti