L'Ars trova la Concordia quando non serve a nulla. Anzi...
Tutti d'accordo, in Sicilia, affinché il relitto della Concordia venga smantellato a Palermo, ma a deciderà sarà...
L’Assemblea regionale siciliana ha votato una mozione del Movimento 5 Stelle, all’unanimità. Lo scopo era di suggerire una rotta di navigazione al relitto della Concordia, quando lascerà l’Isola del Giglio per procedere alla rottamazione. Un lavoro enorme, ragionano in tanti, che darebbe linfa ai Cantieri Navali di Palermo.
Non accade tutti i giorni che il Parlamento regionale trovi unità di intenti, ed è sorprendente che essa sia stata trovata grazie ad una iniziativa del gruppo parlamentare "grillino", conquistatosi (altrove) la fama di barricadero e poco incline al dialogo con le altre forze politici ("non abbiamo a che fare con i partiti", ripetono come un mantra a Roma).
Prosit, dunque. Facciamo un brindisi beneaugurale e "ad maiora"?
Andiamoci piano. Facendo salva la buona fede e la genuinità dei promotori, i grillini siciliani dell’Ars, che ci credono (o comunque piegano l’animo alla fiducia, con spirito scoutista), occorre considerare alcune circostanze di non poco conto.
La prima, e la più importante, e riguarda il merito: la rotta della Concordia verrà stabilita dalla società assicuratrice di Costa Crociere, di comune accordo con l’armatore, sotto il controllo, attento ed autorevole, della Protezione civile nel rispetto delle norme ambientali, inderogabili. E’ assai improbabile che la mozione dell’Assemblea regionale siciliana riesca ad influenzare gli assicuratori della Concordia più di quanto non facciano alcuni elementi di valutazione essenziali, come i costi, la logistica, la sicurezza ambientale eccetera.
La compagnie e i suoi assicuratori, avverte il Corriere della Sera, hanno preso contatto con un porto straniero. Sono loro, la Costa Crociere e gli assicuratori, a metterci i soldi e "lo smaltimento costa quasi quanto l’operazione di raddrizzamento appena conclusa, 540 milioni di euro, forse 600 milioni". Per questa ragione, oltre che per una serie di valutazioni logistiche, bene che vada, sospetta il Corriere, la motonave appena messa in piedi potrebbe transitare per Palermo per un maquillage leggero per poi essere avviata verso un porto in grado di procedere allo smantellamento. La Fincantieri, scrive Marco Amarisio sul quotidiano milanese, "non è certo entusiasta di averla nel suo porto, a Palermo, l’unico che non avrebbe bisogno di grandi attività di approntamento preventivo".
La ragione di questo scarso entusiasmo di Fincantieri, ignota al Parlamento regionale a quanto pare, è che "i lavori di demolizione (virgolettato attribuito a Fincantieri), provocherebbero per lunghissimo tempo il blocco di ogni attività di cantiere e costringerebbero a collocare in cassa integrazione straordinaria parte delle proprie maestranze e contemporaneamente a fare ricorso a centinaia di risorse esterne specializzate in demolizione". In definitiva, ne deduce il Corriere, la Costa Concordia sarebbe una iattura per i lavoratori del porto di Palermo.
Essendo pacifico che l’iniziativa parlamentare non abbia alcuna speranza di essere oggetto di valutazione da parte degli assicuratori, armatori e Protezione civile, occorre, ahinoi, rilevare che l’unanimità raggiunta dall’Assemblea regionale siciliana nel caso in specie non costituisce affatto una prova, a favore o contro, di una evoluzione positiva dell’attività parlamentare, una presa di coscienza della bontà del lavoro comune, o un indizio di buone pratiche nell’interesse generale, e di abbandono della conflittualità permanente, delle zuffe di bottega eccetera.
L’unanimità, infatti, viene pescata in fondo al barile in occasione delle perorazioni, appelli, auspici, espressioni di volontà generale. Il Parlamento regionale si ritrova affratellato quando c’è da ricordare personaggi importanti, passati a miglior vita, da offrire solidarietà a chi la merita. Tutto ciò che non costa nulla e fa immagine, raggiunge l’unanimità senza sforzo.
Appena ci si allontana dalle liturgie, dagli anniversari e dalle perorazioni, prevale il "particulare".
Provate per un momento a immaginare l’unanimità sul decentramento di funzioni, prerogative, competenze, personale regionali ai comuni o agli inti intermedi, tanto per fare un esempio. Si può avere una diversità di vedute sugli strumenti da utilizzare per una riforma amministrativa, ma non sugli obiettivi: l’efficienza, i risparmi, il taglio di apparati politici pletorici e di procedure burocratiche farraginose, controlli inutili. Eppure, tutto si ferma: prevale la rappresentanza degli interessi (di partito, di rappresentanza del personale e del territorio).
La Concordia, invece, come dice la parola stessa, non ammette dissenso. [Fonte: SiciliaInformazioni.com]
- I cantieri di Palermo e la Costa Concordia (Guidasicilia.it, 19/09/13)