L'Arte come ponte verso il Medioriente agli ''Incontri mediterranei'' del Festival Horcynus Orca di Messina
Cinema, teatro, danza e seminari per un confronto con il Medioriente
(www.repubblica.it)
Soprusi, persecuzioni, massacri, guerre decennali. Ma nessun processo: ''Si parla di storie, si mette in discussione il passato, si celebrano lutti che aiutano a chiudere un'epoca''. Così il giornalista iracheno Efran Rashid sintetizza i contenuti della produzione culturale del mondo arabo che, a partire dagli anni Novanta, inizia a germogliare dopo la crisi di alcuni regimi massimalisti. Una produzione che, in ambito cinematografico, è presente in ''Mare di cinema arabo'', nell'ambito dell'Horcynus Festival di Messina, in corso al Parco Horcynus Orca fino al 26 agosto.
Una rassegna di film del mondo arabo, della quale Rashid è curatore, che ''aiutano a riflettere sul rapporto fra individuo, massa e confini''.
Dedicato alle arti del Mediterraneo, il Festival fa parte di un processo di ricerca multidisciplinare. Pensato non solo come contenitore artistico, ma per rappresentare uno spazio di lavoro e di confronto fra linguaggi, contesti culturali, approcci etici ed estetici diversi, promuove lo scambio e la contaminazione tra vari linguaggi artistici anche attraverso produzioni originali e laboratori e seminari con gli artisti ospiti.
Di persone e confini parla anche la sezione ''Cinema fra le sabbie'', curata da Francesco Jannuzzi, che è anche direttore artistico della manifestazione. Nove film e tre documentari sulle frontiere ''che saltano, si confondono, vanno fuori fuoco, come in 'Daratt', di Mahamat Saled Haroun, in cui la vendetta diventa perdono'', spiega Jannuzzi.
Il Festival si chiude il 26 agosto (con una coda, a ottobre, con Franco Battiato e Marina Corgnati che parleranno di sonorità e arti visive nel Mediterraneo), con la consegna del Premio Horcynus Orca a Renzo Rossellini, ''un riconoscimento per il lavoro di una vita e per l'impegno politico e sociale che, per lui - spiega ancora Jannuzzi - è stata una costante''. Il suo ultimo documentario risale al 2006 ed è dedicato a Gela, con interviste a Rita Borsellino e a don Luigi Ciotti, ma il fuoco non è la mafia, ''è il diritto di sognare, di voler andare avanti, che appartiene anche alla Sicilia e ai siciliani''. E' su questo che il Festival - alla sua quinta edizione - vuole riflettere, sulla voglia di voltare pagina, senza rimuovere. Il 23 agosto Marco Baliani, precursore del teatro di narrazione in Italia, leggerà un brano tratto da ''Lo Spasimo di Palermo'' di Vincenzo Consolo, alla presenza di Rita Borsellino e dello stesso Consolo. E lo stesso giorno, nella sezione 'Confini', sarà proposto Porte aperte di Gianni Amelio.
Il 24 agosto, cinema arabo con ''Il té di Annia'', di Saiid Ould Khalifa, e ancora teatro con Baliani e il suo ''Kohlhaas'', tratto da un testo di Von Kleist, mentre per la sezione 'Retrospettiva premio' verrà proiettato il documentario ''Figli di Roma città aperta'', di Laura Moscardin.
Vigilia di chiusura, il 26, con - fra gli altri appuntamenti - l'evento speciale 70voltesud, di Massimo Barilla, mentre il 26 sarà la volta di ''Francesco giullare di Dio'', di Roberto Rossellini, e della consegna del premio a Renzo Rossellini, seguita dal suo documentario ''Diritto di sognare'' e da ''Stromboli terra di Dio''.
Non va trascurato che il Festival si svolge nel Parco Horcynus Orca (creato dalla Fondazione Horcynus Orca, presieduta da Gaetano Giunta), sistema socieconomico eticamente orientato alla cui creazione collaborano oltre 50 soggetti, con l'obiettivo di sviluppare un'economia sostenibile e giusta che combatta contro le mafie e dia spazio agli esclusi dallo sviluppo. Intorno all'idea del Parco si lavora per sviluppare economie che si alimentano e si rafforzano nella collaborazione e che vivono della sinergia di diversi soggetti istituzionali. Da un lato, si stanno sviluppando nuove forme di lotta al racket e più in generale al controllo mafioso del territorio, dall'altro nuovi modelli di sviluppo locale.