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L'Assemblea regionale siciliana ha respinto la sfiducia a Cuffaro richiesta da 28 parlamentari dell'opposizione

Dopo un dibattimento durato 7 ore, la mozione di sfiducia è stata respinta

23 giugno 2005

Dopo il dibattito, che si è tenuto ieri, sulla mozione di sfiducia al presidente della Regione Salvatore Cuffaro, voluta dai 28 parlamentari del centrosinistra (leggi), l'Assemblea regionale siciliana ha respinto tale richiesta.

Dopo circa sette ore di dibattito, con 50 voti contrari, 27 a favore e un astenuto la mozione di sfiducia al governatore è stata dunque respinta.
Totò Cuffaro, presente in aula, ha definito la mozione ''una scelta dettata dal prevalere nell'opposizione di un filone tardo-giustizialista'', e ha rivendicato ''un impegno concreto e documentabile'' del suo governo contro la mafia e per la legalità.
Questa in sintesi la sua ''difesa'', nell'intervento che ha preceduto il voto dell'Ars e in risposta alle posizioni espresse dal centrosinistra.

Il segretario regionale dei Ds, Angelo Capodicasa, aveva sostenuto che ''il rinvio a giudizio del Governatore è una prima sentenza emessa da un giudice terzo, con la probabilità che possa mutarsi in condanna''; Francesco Forgione, capogruppo del Prc ha richiamato Cuffaro alla ''responsabilità politica che impone le dimissioni a chi è sospettato di aver favorito con i propri atti Cosa nostra''.
Parlando delle due vicende giudiziarie il Governatore ha detto che ''il tempo trascorso e il lavoro svolto dalla magistratura hanno prodotto un sensibile ridimensionamento degli addebiti che si ipotizzavano a mio carico nel giugno del 2003'', quando Cuffaro fu indagato anche per concorso in associazione mafiosa.

Il presidente della Regione ha poi contestato la visione ''apocalittica che dell'Isola ha l'opposizione'' e riconosce al centrosinistra ''di aver utilizzato lo strumento statutario come la mozione di sfiducia, rinunciando alla tentazione di ricorrere alla piazza. Ma - ha concluso - se le premesse del ragionamento non sono fondate, le conclusioni risultano inficiate''.

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23 giugno 2005
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