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L'assessore guadagna "solo" 5.440 euro al mese...

L'assessore regionale al Lavoro, Ester Bonafede, ha perso una buona occasione per tacere

26 febbraio 2014

"Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere" diceva il filosofo Ludwig Wittgenstein. Ecco, a quanto pare l’assessore siciliano al Lavoro, Esterina Bonafede, o non conosce il filosofo austriaco (e la sua celebre proposizione), oppure, ancora peggio, l’assessore è convinta di poter parlare su quanto ha detto. E sembra proprio così.
Dunque, addentriamoci nella cronaca e raccontiamo un po' cosa è successo. Allora, secondo Ester Bonafede, che nella giunta Crocetta rappresenta l'Udc, in Sicilia 5.440 euro al mese per fare l'assessore alla Regione sono pochi. "È un paradosso che un assessore regionale guadagni meno del suo capo di gabinetto, meno di un deputato e, in certi casi, perfino di un commesso, ma è così", ha detto l'assessore commentando gli effetti della delibera applicativa della spending review in vigore dal primo gennaio e che riguarda anche gli assessori tecnici.

"Oltre ai tagli orizzontali - ha aggiunto - gli assessori subiscono la tassazione dell'unica indennità percepita per intero. Così per quanto mi riguarda, il mio personale stipendio netto, con la tassazione al 44%, è di 5.440 euro mensili". Una miseria, anche perché, aggiunge la Bonafede: "L'attività di assessore non prevede pause e vacanze meriterebbe pertanto un riconoscimento economico proporzionato al lavoro svolto, ai risultati ottenuti e all'assunzione delle responsabilità connesse. Tutti gli assessori della giunta tecnica avvertono, dall'entrata in vigore della legge, di essere discriminati, perché non viene riconosciuto loro nemmeno lo stesso trattamento dei deputati". "Chiarisco - ha aggiunto - che le mie dichiarazioni non vogliono sminuire il ruolo e l'importanza del lavoro svolto dell'apparato amministrativo e sicuramente non si vuole innescare una polemica su una riforma che nasce dalla volontà dell'Aula, ma semplicemente sottolineare che c'è una dissacrazione del ruolo del politico, e che non è attraverso la demagogia e la dissoluzione del ruolo ontologico della politica, che si ricongiunge il legame tra la questa e cittadino. Ciononostante, a prescindere dal riconoscimento economico ridotto, io e la giunta continueremo a svolgere il nostro lavoro con la stessa dedizione e lo stesso entusiasmo".

Insomma, l’assessore sembra proprio convinta di quanto affermato, ma siccome i tempi sono quelli che sono è normale che tali affermazioni abbiano, comunque, fatto salire la carogna ad un gran numero di persone.
Critiche alla Bonafede sono arrivate anche dal capogruppo dell'Udc all'Ars, Lillo Firetto che ha definito le dichiarazioni dell’assessore "un'esternazione infelice", anche perché, ha ricordato Firetto, "lo stipendio degli assessori tecnici siciliani è uguale a quello dei loro colleghi tecnici di tutta Italia. E’ utile - ha aggiunto - che in questo momento di difficoltà per tante famiglie ed imprese, tutti misurino parole e comportamenti".
"Avrebbe fatto meglio a tacere - ha commenta il deputato Pd Gianfranco Vullo, magari pensando a Wittgenstein - : la spending review è una cosa seria, e le sue frasi sono inopportune e irrispettose nei confronti di tanti siciliani e tanti lavoratori che percepiscono molto meno di quanto l’assessore meriti".
Parole dure sono arrivate anche dalla Cgil, che ha definito le dichiarazioni dell’assessore al Lavoro "di pessimo gusto": "E’ incredibile che un esponente del governo si lamenti del suo stipendio, di fronte al dilagare del disagio sociale, di fronte al fatto che ci sono migliaia di lavoratori senza neanche tutele sociali . Ci vorrebbe più senso della misura e certamente maggior buon gusto, evitando certe esternazioni".

Da parte dell'associazione 'Net Left', vicina a Sinistra ecologia e libertà, è arrivata richiesta di dimissioni. "La vergognosa dichiarazione dell'assessore regionale al lavoro Ester Bonafede, secondo la quale sono pochi 5440 euro per fare l'assessore, dovrebbe avere come effetto il ritiro della delega da parte del Presidente Crocetta", ha dichiarato Luca Lecardane, responsabile regionale dell'associazione Net Left. "Ci dica l'assessore cosa ha fatto per aumentare l'occupazione in Sicilia, cosa ha fatto o cosa sta facendo per salvaguardare il posto di lavoro di chi lo ha perso, come gli operai della Fiat e dell'indotto di Termini Imerese, o di chi sta per perderlo come i lavoratori di Almaviva, insomma ci chiediamo - continua Lecardane - cosa abbia mai fatto per guadagnarseli questi soldi che le sembrano pochi. Dopo una dichiarazione così superficiale e grottesca non vi sono altre vie che non le dimissioni. Siamo sicuri che l'assessore Bonafede non le darà, quei 5440 euro fanno comodo. Noi pensiamo che per un'assessore così incapace siano pure troppi".

Scoppiata l’inevitabile baraonda di polemiche, la Bonafede si è difesa dicendo: "Le mie parole sono state estrapolate da una conversazione sul valore e sul lavoro degli assessori che era in corso con il presidente della Regione. Sinceramente non capisco la polemica, qualche giornalista mi ha semplicemente chiesto quanto guadagnassi e ho risposto. Non mi sono lamentata, ho semplicemente fatto una considerazione: noi assessori lavoriamo tutto il giorno, e a prescindere dalla necessità di applicare la spending review è si dovrebbe ristabilire una considerazione della politica sia lontana dalla demagogia e dalla dissacrazione del ruolo. Noi tecnici abbiamo messo a disposizione tutto il nostro tempo, lavoriamo ininterrottamente. E' giusto, certo, ma lo abbiamo fatto con sacrificio e questo va riconosciuto. Invece sembra sacrilego dire che ad un lavoro va corrisposta una giusta retribuzione: non c'è un bel clima".

E no assessore, non c’è un bel clima, e forse è per questo che, a volte, "su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere".

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26 febbraio 2014
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