L'assoluta onestà morale del procuratore Scaglione...
I parenti del procuratore ucciso a Palermo nel 1971 precisano le indiscusse doti morali e professionali del loro caro
A seguito delle dichiarazioni rese venerdì scorso da Massimo Ciancimino, teste al processo per la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, relativamente alla figura di Pietro Scaglione, i familiari del procuratore ucciso a Palermo il 5 maggio 1971, hanno affidato ad un comunicato alcune precisazioni. "In sede giurisdizionale penale - scrivono -, è risultato chiaramente dagli atti che il Procuratore Scaglione fu magistrato 'dotato di eccezionale capacità professionale e di assoluta onestà morale', 'di indiscusse doti morali e professionali', 'estraneo all’ambiente della mafia ed anzi persecutore spietato di essa' e che 'tutta la rigorosa verità è emersa a positivo conforto della figura del magistrato ucciso' sia per quanto concerne la sua attività istituzionale, sia in relazione alla sua vita privata, compresi tutti i rapporti di conoscenza e di frequentazione". I familiari di Pietro Scaglione hanno quindi sottolineato come nel corso della "ventennale istruzione" dell’omicidio Scaglione, si è rivelata "vana" la "ricerca di motivazioni o legami di carattere privato" ed è stato accertato che il Procuratore svolse "in modo specchiato" l’attività giudiziaria. Sull’attività di procuratore generale della corte d’Appello di Palermo e poi Procuratore capo della Repubblica, Scaglione "assunse sempre 'numerose e rigorose iniziative giudiziarie' a carico di Luciano Liggio e di altri appartenenti alla cosca mafiosa di Corleone, come risulta dagli atti giudiziari, nonché anche dalle univoche e concordanti dichiarazioni, rese dopo il suo omicidio, dai principali collaboratori di giustizia". [LiveSicilia.it]
- Sulla "regia istituzionale romana" dietro l'omicidio De Mauro (Guidasicilia.it, 20/11/10)