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L'assurdo prezzo pagato dai lavoratori

Lo scorso maggio sono morte 4 persone ogni giorno (domeniche incluse) sul luogo del lavoro

24 agosto 2006

L'ultimo incidente mortale di cui si ha avuto notizia è avvenuto ieri, in Sicilia: un giovane è rimasto folgorato mentre stava facendo dei lavori all'interno di una piscina di un'abitazione.
Due giorni fa invece, mentre oltre duemila persone partecipavano ai funerali dei due operai uccisi venerdì scorso dalle esalazioni venefiche mentre effettuavano la manutenzione di una cisterna di raccolta di acqua piovana di un oleificio di Monopoli, nella provincia di Bergamo un immigrato bosniaco di 45 anni è morto dopo essere precipitato in un fossato all'interno di un cantiere edile: secondo una prima ricostruzione, l'uomo sarebbe scivolato nel fossato scavato per gettare le fondamenta di un'abitazione.
E' una strage quotidiana quella provocata dal lavoro, uno stillicidio continuo che raggiunge numeri impressionanti. Tutti abbiamo imparato a chiamarle ''morti bianche'', e tutti ci siamo resi conto che una gran parte di queste potrebbe essere evitata con il rispetto di quelle norme basilari esistenti per tutelare la salute e la vita di ogni lavoratore, ma che troppo, troppo spesso vengono eluse. Ed è per questo che di lavoro si muore, ogni giorno.

I dati elaborati nelle scorse settimane in un rapporto dell'Anmil, l'associazione mutilati e invalidi sul lavoro, su fonte dell'Inail, ci dicon che nei primi cinque mesi del 2006 le morti bianche in Italia sono state 469: esattamente lo stesso numero dell'anno scorso.
Una prima e superficiale analisi, dunque, rivela un trend costante, ma non in aumento, negli infortuni sul lavoro. Ma  la realtà dei fatti è diversa da una tale conclusione affrettata e subito smentita da una lettura più approfondita del rapporto.
Numeri alla mano, infatti, soltanto lo scorso maggio, gli incidenti mortali sono stati 126, ovvero il 4,13% in più rispetto al maggio 2005. Dato che evidenzia come gli incidenti sul lavoro siano in realtà in aumento. Cresciuti di oltre 100mila unità, sono infatti passati da quota 375.215 dei primi cinque mesi del 2005 ai 376.495 della stessa data nel 2006.

E se ciò non bastasse è bene sapere che i numeri che si rileveranno alla fine di questa estate saranno ben peggiori. ''Statisticamente - ha infatti detto il presidente dell'Anmil, Pietro Mercandelli - il picco degli infortuni sul lavoro, si raggiunge nei mesi di giugno e luglio, particolarmente intensi per le attività edilizie, agricole e anche manifatturiere'', e la cronaca di questi ultimi mesi estivi non ha smentito le affermazioni di Mercandelli.  ''Ogni incidente porta con sé gravi danni umani e familiari - ha inoltre ricordato Mercandelli - . Oltre al costo che la collettività intera è chiamata a sostenere: elevatissimo in termini economici, laddove alcuni traggono profitto dai risparmi sulle misure di sicurezza''. ''Sono ormai necessarie azioni immediate da parte del governo'' per arginare il fenomeno, ha concluso il presidente dell'Anmil.
Una risposta che dal Ministero del Lavoro è subito arrivata. ''I dati sono gravi e sconcertanti. Il 30 agosto - ha annunciato il ministro del lavoro Cesare Damiano - ci sarà l'apertura ufficiale del tavolo sul lavoro nero con le parti sociali, in vista della prossima legge finanziaria''. Il ministro ha assicurato che ''stiamo operando per una svolta radicale'' e che il testo unico sulla sicurezza sul lavoro vedrà la luce ''entro la fine dell'anno''. E non solo: il ministero si è già attivato per ''una seconda conferenza nazionale sulla sicurezza e sulla salute nei luoghi di lavoro che si terrà nell'autunno a Napoli, in una delle regioni più colpite da questo fenomeno'', sono infatti le regioni meridionali quelle nelle quali maggiormente si verificano incidenti sul lavoro.

Scandagliando il tragico ''calendario delle morti bianche'', gli incidenti mortali sono stati 90 a gennaio, in aumento del 4,65% rispetto al gennaio 2005; 76 a febbraio (lo stesso numero di febbraio 2005); 93 a marzo, con un incremento del 3,33%. Solo ad aprile, il fenomeno ha registrato un notevole calo (-12,50%) ma è probabile che sia dipeso dalle ferie pasquali. E' poi ripreso il trend in ascesa: volendo semplificare, a maggio sono morte 4 persone ogni giorno (domeniche incluse) sul luogo del lavoro.
Il segretario nazionale della Fillea-Cgil, Mauro Macchiesi, punta il dito contro ''l'assenza dell'impresa nei cantieri''. ''Oggi - ha denunciato il sindacalista - nei cantieri ci sono i caporali al posto dell'impresa: ciò significa scarsa professionalità e organizzazione del lavoro molto improvvisata''. Inoltre, ha sottolineato Macchiesi, ''il rapporto tra giornate lavorative e infortuni mortali di fatto è un infortunio al giorno se si considera che i giorni lavorativi dovrebbero essere 22 al mese''.
Più in generale, invece, gli incidenti sono aumentati nei primi cinque mesi in media dello 0,34%: anche in questo caso, a maggio l'incremento è stato sostenuto (4,3%) ma soprattutto a gennaio (+5,01%). Quasi stabile l'andamento a febbraio (0,16%), in ascesa a marzo (3,81%) mentre ad aprile c'è stato un calo del 12,07%. Tirando le somme, a maggio gli incidenti sono stati 90.161, quasi 3.000 al giorno, anche qui domeniche incluse.

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24 agosto 2006
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