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L'Ast sull'orlo del precipizio

Quale sarà la sorte per l'Azienda di trasporto pubblico siciliano?

31 marzo 2012

L'Azienda Siciliana Trasporti sull'orlo del precipizio. La proposta del governo Lombardo di eliminare il trasporto pubblico dai settori strategici della Regione e di conseguenza tagliare di netto i fondi, rischia di dare il colpo definitivo all'azienda e di sottrarre ai tanti pendolari dell'Isola un servizio essenziale.
Già adesso l'Ast, che gestisce il trasporto verso molte zone della provincia, non riesce ad assicurare il rifornimento di gasolio per tutti i mezzi, al punto da essere costretta a saltare alcune corse. E non sono mancati episodi in cui gli stessi autisti hanno fatto il pieno con soldi propri pur di garantire il servizio. Una situazione per certi versi drammatica, e a pagarne già le spese sono i cittadini di San Giuseppe Jato che quotidianamente devono raggiungere il capoluogo, come denuncia il sindaco del comune alle porte di Palermo, Giuseppe Siviglia. «I servizi pubblici sono essenziali e vanno garantiti - dice - La non regolarità delle corse dell'Ast meraviglia l'utenza arrecando danni agli studenti e ai lavoratori che non riescono a rispettare i loro impegni. Un disagio che diventa più pesante in un momento così particolare, visto che in seguito all'aumento del prezzo del carburante, molti cittadini optano per il pubblico trasporto, ma tale disservizio pregiudica anche la libertà di movimento».

Secondo il deputato del Pd all'Ars, Giovanni Barbagallo, l'Ast «vive un momento difficile, ma non è un’azienda decotta. I suoi autobus percorrono ogni anno 26 milioni di chilometri e svolgono un servizio essenziale per i cittadini. La responsabilità dell’attuale condizione del trasporto pubblico locale su gomma è della Regione la quale non solo non è riuscita ad adottare il piano regionale trasporti ma non ha neppure definito i servizi minimi essenziali». Barbagallo ricorda ad esempio che i costi standard, che dovrebbero essere aggiornati di anno in anno, sono stati adeguati l'ultima volta nel 1995. «Altre regioni invece hanno più volte legiferato - sottolinea - Il Friuli Venezia Giulia, ad esempio, ha stabilito un corrispettivo che è il doppio di quello che percepiscono le aziende siciliane (4 euro al chilometro anziché 2). Se il corrispettivo venisse adeguato nella stessa misura anche in Sicilia tutte le aziende potrebbero produrre utili».
Per Marianna Caronia, candidata a sindaco di Palermo per il Pid, «il governo regionale si sta impegnando per danneggiare il tessuto economico e sociale siciliano. Un comportamento che porterà la dismissione dell’Ast con gravissime conseguenze per i cittadini, che verranno privati di un importante servizio. Lombardo pensi un po’ meno al proprio tornaconto e si occupi delle sorti dei siciliani». [Fonte: Italpress - Corriere del Mezzogiorno]

 

 

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31 marzo 2012
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