L'astensionismo? Più che protesta contro la ''casta'' un'espressione di indifferenza nei confronti della politica
L'astensionismo? Beh, per una buona fetta di italiani (il 46%) più che essere un segno di protesta contro la ''casta'' è ' soprattutto un'espressione di indifferenza nei confronti della politica.
Sono questi alcuni dei risultati di un'indagine condotta dall'Eurispes al fine di descrivere il comportamento elettorale dei cittadini.
I dati, messi a punto per il Rapporto Italia 2008, ma non ancora pubblicati integralmente, fanno emergere che tra gli elettori, il 37%, ritengono che l'astensionismo sia una espressione di protesta. Soltanto per una minoranza (9,7%) si tratta di un normale comportamento elettorale.
Soprattutto gli elettori del Nord-Ovest, il 51,9%, valutano questo comportamento elettorale una manifestazione di disinteresse nei confronti della politica. Dello stesso parere, anche se con percentuali inferiori, anche il 49% dei residenti del Centro, il 47,7% del Nord-Est e il 40,2% del Sud.
Il 43% dei residenti nelle regioni meridionali ritiene invece l'astensionismo una forma di protesta contro il 37,2% dei residenti al Nord- Est, il 37,1% nelle Isole e il 36,1% al Centro.
Tra i più giovani con un'età compresa tra i 18 e i 24 anni è diffusa, più che nelle altre fasce d'età, l'opinione secondo cui l'astenersi dal voto deve essere considerato un sentimento di indifferenza verso la politica (57,3%), seguiti a breve distanza dai 25-34enni che la pensano così nel 50% dei casi. Invece si tratta di una protesta soprattutto per i 35-44enni (44,4%) e per gli over 65 (39,6%).
L'astensionismo come espressione di distacco dalla politica è un'opinione condivisa dal 46,6% delle donne contro il 45,4% degli uomini. Questi ultimi vedono maggiormente nella scelta di non votare una forma di protesta (37,4% vs 36,7%) e sono sempre più gli uomini (11,4% vs l'8,2%) a sostenere che il non voto sia un normale comportamento elettorale.
Per quanto riguarda le professioni, se per gli imprenditori (50%), per i pensionati (42,4%) e gli operai (41%) astenersi dal voto significa soprattutto esprimere dissenso, per studenti (54,2%), disoccupati (51,2%), insegnanti e impiegati (51%), dirigenti (48,6%), liberi professionisti (44,8%) e casalinghe (43,9%) si tratta invece di indifferenza verso la politica.
Coloro che posseggono un titolo di studio più elevato tendono a definire con maggiore frequenza degli altri l'astensionismo una forma di indifferenza verso la politica (47,6% dei diplomati e 51,3% dei laureati, contro il 36,8% dei possessori di licenza media e il 36,6% dei privi di titolo e di quanti hanno una licenza elementare).
Infine, gli elettori di destra e di centro ritengono più degli altri che l'astensionismo è espressione di protesta, rispettivamente il 39,7% e il 38,6%. Nel centro sinistra e nel centro destra l'opinione prevalente è quella dell'astensionismo come espressione di distacco dalla politica (54,4% e 48,9%). Più di tutti, gli elettori di sinistra vedono in questo comportamento una normale pratica elettorale (13,5%).
Ma come si traduce nel comportamento elettorale la disposizione degli italiani nei confronti delle Istituzioni e della politica?
La larga maggioranza, il 77,1%, dichiara di andare sempre a votare alle elezioni. Di contro, il 13,9% lo fa qualche volta, il 4% quasi mai, il 2,8% mai. Il valore relativo a chi vota sempre risulta in calo, seppure non in misura drastica, rispetto al dato che era stato rilevato nel 2006 (81,5%).
Ad esercitare con assiduità il proprio diritto al voto sono soprattutto i cittadini di sinistra e centro-sinistra (84,5% e 86%) rispetto agli elettori di destra e centro-destra (78,2% e 77,7%), e ancor meno quanti si collocano politicamente al centro (63,8%). [Aise]