L'attesa...
In un clima carico di tensione, Lombardo si prepara a presentare la nuova giunta
Riflettori puntati sulla Sicilia dove ormai è partito il conto alla rovescia verso l'ora X: la presentazione del "Lombardo Quater".
Oggi il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, è atteso all'Assemblea regionale per ufficializzare nomi e programmi del suo quarto governo da quando è stato eletto. Un governo che capovolge completamente gli equilibri del parlamento almeno quelli usciti dal responso elettorale.
Così l'ex alleato Gianfranco Micciché si affretta a bollare come "folle" il nuovo esecutivo di tecnici, definendolo una "disgrazia" per "la Sicilia che muore di fame" e invitando il Pd, pronto a sostenere il leader dell'Mpa, "a non farsi infinocchiare".
Chissà se il governatore è riuscito a mettere a posto tutte le caselle, nel tentativo di accontentare quella maggioranza che faticosamente ha messo insieme: Mpa, Api, Udc di Casini, Fli e Pd.
In molti pensano che in aula l'accoglienza per il governatore non sarà delle migliori, soprattutto da parte degli ex alleati, l'Udc e il Pdl, ridotti in frantumi dalla logorante crisi politica che va avanti da mesi, ma uniti nelle critiche al governatore che li ha messi all'angolo dopo essere stato eletto grazie ai loro voti.
Intanto gli assessori Michele Cimino e Titti Bufardeci hanno rassegnato le dimissioni dalla giunta. Cimino e Bufardeci, che avevano le deleghe all'Economia e all'Agricoltura, hanno spiegato la scelta di dimettersi in una lettera inviata al governatore. "Comincia una nuova avventura - ha detto Cimino - e non mi dispiace di non ricoprire più il ruolo di vice presidente della Regione siciliana. Con l'amico Bufardeci seguiremo Gianfranco Miccichè nella creazione del Partito del Popolo dei Siciliani".
Insomma, la tensione resta alta e tale rimarrà per non si sa quanto tempo...
Il folle governo di Raffaele Lombardo - "Lombardo ha scelto di fare un governo folle con tecnici mentre la Sicilia sta morendo di fame". Lo ha detto in conferenza stampa a Palermo il sottosegretario Gianfranco Micciché. Micciche ha contestato i tecnici che Lombardo ha intenzione di inserire nella sua nuova giunta. "Tecnici sono Veronesi, Stanca o Ciampi - ha aggiunto - no quei burocrati che dicono sempre 'no', come Pier Carmelo Russo o Gaetano Armao".
"Faccio un appello al Pd sicliano: non si faccia infinocchiare da Lombardo. Stanno facendo la figura degli utili idioti", ha detto Miccichè, che ha invitato il Pd a "stare attenti" perché il Governatore ha annunciato l'intenzione di inserire quasi tutti tecnici nel Lombardo-quater.
"In Sicilia e in Italia il progetto politico non può essere di casino totale. Da Casini a Lombardo, da Fini a D'Alema si parla solo di alchimie politiche. Io sono imbarazzato" ha proseguito Miccichè. "La Sicilia è sempre stata anticipatrice ma questa volta - ha aggiunto - la Sicilia non sarà anticipatrice di nessun successo".
"Faremo il nuovo partito del Sud seguendo lo schema della Lega: abbiamo gia accordi in Campania e Puglia. Nel giro di un anno convocheremo l'assemblea costituente del partito. Farà bene all'interno del centrodestra. Mi sento ottimista e positivo, mi sembra di fare il lavoro del '93 quando fondammo Fi con la differenza che allora lo facemmo al freddo di Milano oggi lavoriamo al caldo di Palermo''. "Sono stanchissimo - ha aggiunto - ma collaborerò insieme a tanti amici giovani pronti a questa nuova sfida".
Il sottosegretario ha ricostruito poi gli ultimi contatti col governatore. "Quando ho detto che l'assessore Pier Carmelo Russo era l'uomo dei 'no', Lombardo ha risposto che ci aveva tutelato contro le infiltrazioni mafiose nel settore dell'energia eolica. Se per salvarsi dalla mafia bisogna dire no su tutto allora facciamo diventare la Sicilia un grande carcere, muriamola tutta". "Alcuni mesi fa Lombardo mi chiamò, dicendomi che gli amici del Pd avevano preteso una pari dignità politica, chiedendo qualche assessore in giunta. Io dissi che la pari dignità la stabilisce le elezioni, e quindi non avremmo mai accettato questa strada, nonostante la sua lunga insistenza nei mesi estivi. Mi dispiace che i finiani abbiamo scelto di seguire Lombardo".
"Quello di Lombardo è un vero e proprio ribaltone - ha tuonato Miccichè raccogliendo attorno a sè chi lo seguirà nella sua nuova avventura politica -. Spero tuttavia che duri almeno un anno, giusto il tempo di organizzare il mio nuovo partito".
"Capisco che Micciché voglia evitare ad altri le sue esperienze negative. Voglio rassicurarlo però che il Pd siciliano non si farà infinocchiare né farà la figura dell’utile idiota", ha detto il segretario regionale del Pd siciliano Giuseppe Lupo, commentando le dichiarazione di Gianfranco Micciché. "Se ci saranno le condizioni – ha aggiunto - contribuiremo a mandare a casa Berlusconi cominciando dalla Sicilia, che è stata massacrata dal suo governo. Se non ci sarà un’intesa sul programma, di cui ancora non conosciamo neanche un rigo, non ci sarà certo alcun sostegno del Pd. Siamo pronti a valutare la possibilità di dare vita a una nuova alleanza politica alternativa al Pdl in grado di esprimere un nuovo programma e un nuovo governo ma non siamo certo disponibili a partecipare al rimpasto del Lombardo ter, che abbiamo giudicato inadeguato, né tanto meno a negare l’evidenza, chiamando tecnici politici a dir poco fin troppo navigati".
Antonello Cracolici, presidente del gruppo Pd all’Ars, ha invece detto: "Sono d’accordo con Gianfranco Miccichè: la Sicilia 'sta morendo di fame'. Micciché però dimentica di dire il motivo: il governo guidato da Berlusconi, che lui continua a considerare il suo mentore, ha devastato il Mezzogiorno e la Sicilia e pensa solo a garantire la 'cricca' e a risolvere i guai giudiziari del premier". "Micciché - ha aggiunto - dice di volere bene alla Sicilia? Allora durante la sua conferenza stampa invece di limitarsi a qualche confusa e rancorosa accusa che non porta a nulla, avrebbe dovuto annunciare l’unica cosa coerente col suo discorso: le sue dimissioni da sottosegretario di un governo che ha messo in ginocchio e impoverito la nostra isola".
Un nuovo partito anche dalla costola siciliana dell'Udc ? - Clima sempre più incandescente nell'Udc, dopo lo scontro di Pier Ferdinando Casini con alcuni parlamentari siciliani. Quelle rivelazioni pronunciate dal premier a Taormina sui contatti con i deputati eletti nell'Isola dell'Udc che dissentono con i vertici del partito e garantiscono il voto a favore del governo non sono state digerite dal leader centrista. "Mi sono sentito molto umiliato dal sentir dire a Berlusconi - ha detto nei giorni scorsi Casini - di non aver offerto nulla a nessuno ma che sono 'venuti loro da me'. Che chi, eletto con l'opposizione, si presenti con il cappello in mano, è una cosa che umilia il nostro elettorato". Subito ha ribattuto Saverio Romano, segretario dell'Udc in Sicilia: "In questi due anni non sono di certo stato io ad essere andato da Berlusconi per avere il sottogoverno mentre facevamo opposizione".
Un botta e risposta che si inserisce in un'atmosfera politica dai toni sempre più aspri e che ha al centro ancora una volta la nuova giunta che Lombardo si appresta a presentarecon il sostegno di Pd, Fli e Udc di Casini, dopo l'ok dell'Api di Rutelli. Contrari sono invece Romano, Salvatore Cuffaro, Calogero Mannino e altri parlamentari a loro vicini. Minacciati questi ultimi anche di essere cacciati dal partito. Secondo Casini però "Raffaele Lombardo, un candidato al quale io ero contrario e che è nato da una scelta dell'Udc siciliana, accettata poi dal partito nazionale, è stato scelto dai cittadini e deve governare e questo con la stessa legittimità con la quale governa Berlusconi. E' la democrazia, bellezza...". Romano non ci sta e ha quindi risposto: "Bersani e Casini si occupino entrambi di spiegare secondo quale moralità abbiano realizzato il ribaltone in Sicilia".
In coincidenza e contro il cambio di maggioranza a palazzo dei Normanni i parlamentari siciliani dell'Udc pensano ad "una nuova formazione politica per dare nuovamente una solida maggioranza al Governo", dice Berlusconi. "Non escludo che noi siciliani dell'Udc, assieme a qualche altro 'amico' nazionale, faremo un partito. Non sono ancora in grado di dire chi ne farà parte, ma l'idea c'é". Lo ha confermato Calogero Mannino, senatore dell'Udc che sul nuovo governo regionale ha detto: "Lombardo comporrà una maggioranza non politicamente attendibile. Per me questo governo non farà molta strada". "Sono profondamente meravigliato - ha proseguito - quando guardo tutti questi nomi. Non capisco quello che sta facendo Lombardo: è partito in un modo e sta arrivando in un altro. In questi anni non gli ho mai visto fare una contestazione a Berlusconi, adesso fa una maggioranza con il Pd, uno dei tre che esistono".
[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, Repubblica/Palermo.it, GdS.it, LiveSicilia.it]