Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

L'aviaria in Italia è assolutamente sotto controllo, ma il mercato avicolo rischia di scomparire

20 febbraio 2006

I sei casi di virus dell'influenza aviaria H5N1 confermati ieri dall'Istituto di referenza nazionale di Padova, riguardano tutti volatili selvatici trovati nei giorni scorsi in Sicilia. Sale così a otto il numero degli uccelli selvatici che nell'Isola sono risultati colpiti dal virus.
Dei sei volatili selvatici, quattro sono cigni trovati morti sei giorni fa nelle campagne di Mineo, nel Catanese. La diagnosi, effettuata subito dopo il loro ritrovamento, è stata confermata dalle controanalisi eseguite dall'Istituto Zooprofilattico di Padova. Lo stesso centro ha confermato la positività all'H5N1 per una poiana e un gallo sultano che erano nella sede dell'associazione recupero fauna selvatica di Catania in cui era stato ricoverato un cigno infetto. Lo ha reso noto l'assessorato alla Sanità della Regione Siciliana.

I sei casi di aviaria erano già stati diagnosticati dai veterinari in Sicilia, ma si attendeva il riscontro delle controanalisi del laboratorio di Padova. Da sei giorni nell'isola, sottolineano gli esperti dell'assessorato regionale, non si registrano episodi nuovi. E se i casi di virus animale H5N1 in Sicilia sono complessivamente otto invece i focolai accertati finora sono solo due. Secondo i ricercatori, infatti, i cigni morti facevano parte tutti dello stesso stormo. Dal centro di Padova è giunta la conferma anche della negatività al virus dell' aviaria per il cigno trovato morto nei giorni scorsi sulla pista dell'aeroporto di Catania, come avevano diagnosticato gli esami compiuti dall'Asl 3 del capoluogo etneo.
Inoltre, vista la positività riscontrata nella poiana e nel gallo sultano, presso il centro fauna selvatica di Catania, i veterinari della regione siciliana hanno disposto ulteriori accertamenti e prelievi anche per gli altri animali che erano in quella sede, compresa una scimmia.

E proseguono gli avvistamenti di uccelli morti e scattano le analisi di controllo: una gazza è stata trovata morta in contrada Marina nel territorio di Adrano, comune in provincia di Catania, da volontari della locale Protezione civile; un cormorano di 60 centimetri, di colore scuro, con ancora un pesce nel becco, è stato invece recuperato da militari della capitaneria di porto di Siracusa in contrada Lido di Noto, tra la foce del fiume Tellaro e la spiaggia Eloro. Secondo quanto è emerso dai primi accertamenti su quest'ultimo uccello, non sarebbero state riscontrate tracce del virus H5N1. Il volatile è stato comunque trasferito al Centro specializzato di Ragusa, dove verranno effettuati tutti i necessari esami veterinari.

E nell'intero territorio nazionale sono saliti a 16 i casi confermati di infezione da virus H5N1, tutti in volatili selvatici.
L'ultimo caso quello di un germano reale trovato morto in provincia di Perugia, affetto da un sottotipo del virus H5N1. A renderlo noto è stato ieri il Ministero della Salute. Il ministro della Salute, Francesco Storace, ''ha informato della positività dei test fatti all'animale il presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti'' e ''la Regione Umbria - conclude la nota del ministero - ha riunito l'unità di crisi regionale e adottato le misure di controllo previste dall'ordinanza ministeriale''.

Intanto la Confederazione italiana agricoltura (Cia) lancia nuovamente l'allarme per gli effetti della psicosi da aviaria nel nostro Paese e torna a chiedere aiuti: il settore avicolo ''rischia il tracollo. Può tenere ancora una settimana. Senza interventi e ripresa dei consumi è la fine. Aspettiamo dall'Ue misure come per la Bse''.
Insomma, dice la Cia, ''l'avicoltura italiana corre il serio pericolo di scomparire. Occorrono subito azioni concrete. A livello europeo non si può ignorare una crisi che non ha precedenti per il nostro Paese. Se da Bruxelles non verranno risposte valide, il governo deve procedere da solo, anche a rischio di infrazione comunitaria. E' in gioco il futuro di tantissimi allevamenti e di migliaia di posti di lavoro. Ancora una settimana e dopo per il settore avicolo c'è l'incubo di un tunnel oscuro''.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

20 febbraio 2006
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia