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L'avvocato del Papa...

Il presidente della Cei, il card. Angelo Bagnasco, in difesa dell'irriso Benedetto XVI

24 marzo 2009

Difesa a tutto campo di papa Ratzinger e delle opzioni morali della Chiesa cattolica da parte di Angelo Bagnasco, il cardinale presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana), l'altro ieri pomeriggio, all'apertura del Consiglio permanente Cei, sorta di "governo" vescovile della Chiesa italiana.
Nella sua prolusione, il porporato ha toccato i tre principali argomenti che negli ultimi tempi hanno costretto le gerarchie cattoliche a respingere "attacchi, richiami e polemiche pretestuose", vale a dire il caso Williamson, la vicenda Englaro e le critiche piovute sulla Chiesa per l'uso del condom per combattere l'Hiv.

Monsignor Bagnasco, invitando i vescovi a stringersi attorno al pontefice, ha detto che il profluvio di critiche contro il Papa "si è prolungato oltre ogni buon senso" e "non accetteremo che il Papa, sui media o altrove, venga irriso o offeso". "Di certo si è prolungato, oltre ogni buon senso - ha detto - un pesante lavorio di critica, dall'Italia e soprattutto dall'estero, nei riguardi del nostro amatissimo Papa", sulla revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani e sul caso Williamson "che imponderabilmente vi si è come sovrapposto". "Nessuno tuttavia - ha aggiunto il porporato - poteva aspettarsi che le polemiche sarebbero proseguite, e in maniera tanto pretestuosa, fino a configurare un vero e proprio disagio" sfociato poi nella lettera del Papa ai vescovi.
Peggio ancora è andata con il "pellegrinaggio in Africa", un "viaggio impegnativo ed a un tempo ricco di speranza sovrastato nell'attenzione degli occidentali da una polemica, sui preservativi, che francamente non aveva ragion d'essere". E in questa occasione "non ci si è limitati ad un libero dissenso - ha affermato con forza Bagnasco - ma si è arrivati ad un ostracismo che esula dagli stessi canoni laici". Il presidente dei vescovi italiani ha parlato di "irrisione" e "volgarità" giunta non solo dai media, ma anche da "alcuni esponenti politici europei" e "organismi sovranazionali". "E mentre invitiamo i diversi interlocutori a non abbandonare mai il linguaggio di quel rispetto che è indice di civiltà, vorremmo dire, sommessamente ma con energia - ha concluso - che non accetteremo che il Papa, sui media o altrove, venga irriso o offeso".

Poi il cardinale ha parlato del caso di Eluana Englaro che ha rappresentato "un'operazione tesa ad affermare un diritto di libertà inedito quanto raccapricciante: il diritto a morire, darsi e dare la morte in talune situazioni da definire". Quindi la richiesta: "Spetta alla politica agire nell'approntare e varare, senza lungaggini o strumentali tentennamenti, un inequivoco dispositivo di legge che - in seguito al pronunciamento della Cassazione - preservi il Paese da altre analoghe avventure, ponendo attenzione a coordinarlo con l'altro sospirato provvedimento relativo alla cure palliative, e mettendo mano insieme alle Regioni ad un sistema efficace di hospice, che le famiglie attendono non per sgravarsi di un peso ma per essere aiutate a portarlo".
"Qualunque deriva eutanasica, per quanto circoscritta o edulcorata, è una falsa soluzione. Nelle moderne democrazie, la vita va difesa perché è indispensabile limitare il potere «biopolitico» sia della scienza sia dello Stato. Come vescovi - ha affermato Bagnasco - non possiamo non avere a cuore il superamento di qualunque rassegnazione culturale, che trova sostanza nel fermo sì alla tutela dei diritti umani di tutti e in un altrettanto netto no alla pena di morte, al commercio degli organi, alle mutilazioni sessuali, alle alterazioni fecondative, a qualsiasi manipolazione non terapeutica del corpo umano, pur se liberamente volute da persone adulte, informate e consenzienti". Poi ha proseguito l'arcivescovo di Genova: "Ci ha causato una grande tristezza la storia dolorosa eppure umanissima di Eluana, quasi che essa potesse esistere solo nei termini in cui la desideriamo noi, priva di imperfezioni o asperità".

Secondo Bagnasco, quindi, il vero scontro di civiltà è quello fra credenti e non credenti. Non quindi un conflitto fra culture religiose diverse, ma tra chi fa discendere l'uomo da Dio, e da chi lo colloca nel mezzo di un'evoluzione ancora in corso "nell'esasperato paradigma evoluzionista"[Informazioni tratte da Corriere.it]

- La prolusione del Cardinale Angelo Bagnasco (pdf)

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24 marzo 2009
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