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L'avvocato Mills è stato condannato perché corrotto

Quattro anni e mezzo per corruzioni in atti giudiari. Il suo corruttore è stato difeso dal 'Lodo Alfano'

18 febbraio 2009

I giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano hanno condannato il legale inglese David Mills a quattro anni e sei mesi per corruzione in atti giudiziari.
Il legale nel luglio del 2004 aveva raccontato ai pm Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo di aver ricevuto 600mila dollari dal gruppo Fininvest per dire il falso nei processi in cui era coinvolto Silvio Berlusconi. Successivamente, nel corso del dibattimento, Mills aveva poi parzialmente ritrattato quella versione cercando di discolpare il presidente del Consiglio.
Il premier era in un primo momento imputato insieme all'avvocato, ma la sua posizione è stata stralciata in seguito all'approvazione del "Lodo Alfano" sull'impunità delle massime cariche dello Stato da parte del Parlamento, norma attualmente al vaglio della Corte Costituzionale.
Mills è stato condannato a risarcire anche 250 mila euro alla parte civile Presidenza del Consiglio (paradossalmente al suo coimputato). I giudici hanno inoltre disposto la trasmissione degli atti alla Procura perché valuti la testimonianza di Benjamin Marrache, uno dei testimoni nel processo.

"Questo è un processo che senza l'ombra dell'altro soggetto (Silvio Berlusconi, ndr) sarebbe stato esaminato in modo più sereno", ha dichiarato, Federico Cecconi, difensore di David Mills. L'avvocato Cecconi si è detto poi "colpito dall'adesione fideistica della sentenza rispetto all'accusa", anche perché, ha aggiunto, "in questo processo manca la prova dell'accordo corruttivo, manca il percorso del denaro e manca anche il collegamento alle persone che concorrono nell'imputazione contestata a Mills". Il difensore del legale inglese comunque, ha già annunciato un ricorso in appello.

"Sono molto deluso": è stato questo il primo commento a caldo di David Mills alla sentenza di Milano. In una dichiarazione diffusa dopo il verdetto, Mills ha affermato: "Sono ovviamente molto deluso da questo verdetto. Sono innocente, ma questo è un caso dalla forte valenza politica. I giudici non hanno ancora dato la loro motivazione per la decisione, così non posso dire come abbiano gestito l'ammissione dello stesso pubblico ministero di non avere prove". "Spero che verdetto e sentenza siano cancellati in appello, e mi dicono che avrò ottimi motivi per sperarlo. Ho la massima fiducia nel mio eccellente avvocato, Federico Cecconi. La sentenza non diventa effettiva fino a quando non si saranno conclusi i due gradi di appello. Mi è stato consigliato di non fare altri commenti pubblici fino a quando il caso non sarà finalmente chiuso. Nel frattempo, andrò avanti con la mia vita professionale", ha concluso Mills.

"La condanna dell'avv. Mills è una decisione ampiamente annunciata e denunciata a tutti i livelli  - ha affermato l'avvocato di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini -. Il tribunale di Milano, dopo aver negato qualsiasi possibilità di difesa, escludendo sostanzialmente tutti i testimoni, ha fatto propria la giuridicamente fantasiosa ed insostenibile nel merito tesi dell'accusa, ignorando le chiarissime ed inoppugnabili risultanze documentali e contabili dalle quali emerge inequivocabilmente che mai Mills aveva ricevuto somme illecite da Carlo Bernasconi per una sua testimonianza". "Questo processo - ha continuato - per ovvie ragioni, comprensibili a chiunque, non doveva essere celebrato a Milano e tanto meno dalla Dr.ssa Gandus, dichiarata e pubblica esponente della sinistra estrema, che così palesemente si era nel passato già politicamente espressa", ha concluso.
Per Daniele Capezzone, Pdl, portavoce di Forza Italia "la sentenza del processo Mills appare scontata, politica e a orologeria. Ma qualcuno ha fatto male i propri conti: gli italiani non ci cascano più, e rifiutano l'idea (cara alla piccola e rumorosa curva giustizialista) che i processi siano "tempi supplementari" rispetto all'esito regolare delle partite elettorali".

"In un Paese normale - ha denunciato il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro - il presidente del Consiglio avrebbe già rassegnato le sue dimissioni". "Se Mills è stato condannato in quanto 'corrotto' - ha aggiunto Di Pietro - significa che abbiamo un corrotto, ma anche un corruttore. Ma si sa come vanno le cose in Italia rispetto agli altri paesi occidentali: in America, Obama ha mandato via i ministri che avevano avuto problemi con il fisco; in Italia, se corrompi un testimone, vai a fare il presidente del Consiglio". [Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it]

- "Il premier salvato dal lodo Alfano" di Piero Colaprico

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18 febbraio 2009
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