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L'Eas cede la gestione di dighe e condotte alla società mista Sicilacqua

09 settembre 2002
L'Eas, l'Ente acquedotti siciliani, non sarà privatizzata.

A gestire gli invasi e i circa mille chilometri di condotte idriche, sarà una nuova società: si chiamerà Siciliacqua e il suo capitale sarà controllato dalla stesso Eas, dalla Regione e da un partner privato.

E' già pronto il bando attraverso il quale verrà scelto il partner privato che controllerà la maggioranza del capitale azionario della nuova società.

A parte i requisiti richiesti alle aziende che hanno intenzione di entrare in partnership con la Regione in Siciliacque (soglia minima di fatturato fissata di 50 milioni di euro negli ultimi tre anni), la gara si gioca soprattutto intorno al canone che la società dovrà versare alla Regione per la gestione quarantennale delle quattro grandi dighe (tra cui Ancipa, Blufi e Garcia) e di acquedotti (in larga parte fatiscenti) ma strategici come il GelaAragona, il Montescuro est e il Montescuro ovest.

Al socio privato di Regione e Eas toccherà la maggioranza del capitale sociale, ma per statuto il controllo del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale spetterà al socio pubblico, cioè a Palazzo d'Orleans.

Ma che fine faranno i 600 dipendenti dell'Ente acquedotti siciliani?
Il governo ha firmato un impegno con i sindacati in base al quale la nuova società, Siciliacqua, avrebbe l'obbligo di assumere - compatibilmente con le proprie necessità - il personale Eas che ne facesse richiesta. 

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09 settembre 2002
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