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L'ecomostro non c'è più!

La Scala dei Turchi finalmente libera dallo scheletro di cemento mai diventato albergo

07 giugno 2013

La Scala dei Turchi, sorprendente parete rocciosa che si erge a picco sul mare lungo la costa di Realmonte, vicino a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, è diventata nel tempo un'attrazione turistica sia per la singolarità della scogliera, di colore bianco e dalle peculiari forme, sia a seguito della popolarità acquisita dai romanzi con protagonista il commissario Montalbano scritti da Andrea Camilleri, in cui tali luoghi vengono citati (vicino è l'immaginario paese del commissario, Vigata). Il nome le viene dalle passate incursioni di pirateria da parte dei saraceni, genti arabe e, per convenzione, turche; i pirati turchi, infatti, trovavano riparo in questa zona meno battuta dai venti e rappresentante un più sicuro approdo.
Ecco, in questo angolo di paradiso la scelleratezza umana aveva fatto sì che vi sorgesse un enorme mostro di cemento armato, un mostro che sarebbe dovuto diventare un albergo. Ebbene, la Sicilia tutta è lieta di annunciare che da ieri l’ecomostro non esiste più!

Infatti, il gigante di cemento costruito nel 1989 a due passi dalla splendida scogliera di marna bianca, è stato demolito dopo che la Procura di Agrigento - con un provvedimento firmato dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Antonella Pandolfi - aveva intimato al sindaco Pietro Puccio di dare seguito alle ordinanze di demolizione emesse dalla magistratura.
Alla fine la società proprietaria dell'edificio ha deciso di mollare la presa e di dare seguito alla ordinanza emessa un mese proprio dal sindaco di Realmonte.
Su questo tratto di spiaggia incantevole un gruppo di imprenditori voleva costruire un complesso alberghiero. Le prime denunce furono presentate da Legambiente nel 1990 e negli anni successivi ci fu prima il blocco dei lavori e un'inchiesta giudiziaria che è culminata con l'arresto di diversi ex amministratori. Ma la prima parte, quella demolita ieri mattina, era già stata costruita e per oltre venti anni ha continuato a deturpare il paesaggio tra i più belli della costa meridionale della Sicilia.

"Ogni tanto una buona notizia" ha detto Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera.
"La vera notizia è l'inversione di tendenza - ha detto il presidente regionale di Legambiente Mimmo Fontana - che segna questa demolizione. Siamo estremamente soddisfatti non solo perché, dopo tanti anni di battaglie, viene restituita tutta la sua bellezza a una spiaggia meravigliosa, ma anche perché quanto accaduto oggi è sintomo di una cultura che, piano piano, sta finalmente cambiando. Sta cambiando l'atteggiamento di alcune Procure, che hanno cominciato a diffidare i comuni che non abbattono le speculazioni edilizie, ed è cambiato quello dell'amministrazione di Realmonte, che finalmente si è mossa per agevolare questa demolizione e far inserire la spiaggia di Scala dei Turchi tra i beni Unesco". "Questa giornata ci dà enorme allegria e ci infonde nuova forza per continuare la nostra battaglia per la bellezza, che è la più grande risorsa del nostro Paese, e per il rispetto della legalità - ha aggiunto il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - e soprattutto lancia un monito ai sindaci e alla classe politica su quale sia la strada giusta da perseguire perché ci dice che solo abbattendo gli abusi questo paese può tornare a far sorridere i suoi territori".

"Con grande gioia seguiamo oggi l'abbattimento dell'ecomostro di Scala dei Turchi - ha detto il presidente del Fondo Ambiente Italiano, Andrea Carandini -. Il Fai è orgoglioso di aver sostenuto con Legambiente il Comune di Realmonte in provincia di Agrigento  nella battaglia giudiziaria in difesa della legalità e della bellezza. Vogliamo che le ruspe che stanno abbattendo oggi la struttura abusiva possano diventare simbolo della difesa del patrimonio naturale e paesaggistico, vero motore di sviluppo, se non vilipeso e abbandonato, del nostro Paese dove ancora troppi scempi deturpano le coste e più in generale il paesaggio. Finalmente un atto concreto di recupero del degrado, in linea con ciò che viene richiesto dalla Convenzione Europea del Paesaggio".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica/Palermo, Legambiente.it]

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07 giugno 2013
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