L'economia siciliana secondo il Diste: ''un bicchiere mezzo pieno'' rispetto a quello ''mezzo vuoto'' dell'Istat
Il giorno prima che l'Istat presentasse il proprio rapporto annuale, segnato dall'allarme povertà, soprattutto nel Sud del Paese, a Palermo veniva presentato 29° Report Sicilia del Diste. La lettura del Diste è risultata sicuramente molto più ottimistica rispetto a quella dell'Istat, tanto che è stato detto che la fase di rilancio dell'economia italiana si è estesa lentamente anche alla Sicilia, e che nell'Isola è migliorato il clima di fiducia delle imprese nelle prospettive di sviluppo a breve e medio termine.
Al contrario, i consumi delle famiglie non si sono ancora ripresi del tutto e le esportazioni crescono a ritmo più lento rispetto al passato.
Toni sicuramente non trionfalistici, ma che sembrano faccia vedere un ''bicchiere mezzo pieno''.
Nel 2006 il differenziale di crescita con il resto del Paese è tornato ad essere negativo. Nel periodo 2001-2005 l'Isola aveva infatti registrato un tasso di sviluppo medio annuo dell'1,2% e l'Italia dello 0,6%. Lo scorso anno l'economia italiana è cresciuta dell'1,9%, quello della Sicilia di circa l'1,4 per cento. Gli investimenti hanno trovato sostegno nelle condizioni ancora favorevoli del credito, nel livello generalmente elevato dei profitti, nella necessità di allargamento della base produttiva dopo un quinquennio di consistente cedimento della spesa.
Il settore delle costruzioni ha beneficiato di un recupero della domanda, seppur in presenza di un rallentamento della domanda abitativa. Il reddito delle famiglie si è mantenuto prossimo ai livelli dell'anno precedente; l'indice che delinea le aspettative dei nuclei familiari ha avuto un andamento altalenante; le rilevazioni sulle vendite al dettaglio hanno segnato flessioni sia per i prodotti alimentari che per il no food; il credito al consumo erogato dalle società finanziarie e dalle banche ha continuato ad espandersi senza sosta.
Ad influire sulla capacità di spesa ha anche contribuito la perdurante espansione dei mutui per l'acquisto della casa, solo marginalmente frenata dall'impennata dei tassi. Lo stock dei finanziamenti concessi dal sistema creditizio per l'acquisto dell'abitazione è salito a fine settembre 2006 a 8.916 milioni di euro, con una crescita su base annua del 19,7% (16,8% a livello nazionale).
Quanto all'andamento delle esportazioni globali di prodotti made in Sicilia, i dati rilevati dall'Istat e riferiti all'intero 2006 hanno fatto registrare un rallentamento della dinamica messa a segno nel 2005: l'ammontare delle vendite sui mercati esteri ha raggiunto i 7.411 milioni di euro con un aumento del 2% in termini monetari, a fronte di una crescita del 31% dell'anno precedente. Nel loro ambito, i prodotti petroliferi raffinati hanno continuato a svolgere un ruolo di primo piano rappresentando il 58,6% dell'intero flusso in uscita.
''Finalmente - ha spiegato il presidente del Diste, Alessandro La Monica - riparte l'industria manifatturiera con tassi di crescita che, seppure non esaltanti, seguono un periodo di recessione. L'esempio dell'indotto Fiat di Termini Imerese, che ricomincia ad assumere, e delle nuove commesse del Cantiere navale di Palermo sono indizi da non sottovalutare''.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, le indagini Istat hanno rilevato per l'intero 2006 un numero di occupati pari a 1 milione 503 mila unità (per la prima volta nel corso degli ultimi decenni si è superata la soglia di un milione e mezzo) corrispondenti ad una crescita di quasi 32 mila posti di lavoro. Settorialmente, sono andati bene l'agricoltura, con oltre 20 mila lavoratori in più dell'anno precedente, ed i servizi con 18 mila nuovi posti. Sono andate male invece le costruzioni (in flessione di circa 5 mila unità) e l'industria in senso stretto.
Al netto dell'agricoltura l'occupazione nell'insieme dei restanti settori è pertanto aumentata di circa 11 mila unità, equivalenti ad un +0,8% rispetto all'anno precedente. Il tasso di occupazione della popolazione residente tra 15 e 64 anni ha raggiunto il massimo storico del 45%, dato che comunque colloca ancora una volta la Sicilia tra le regioni di coda in Italia (58,4% il dato nazionale). Allo stesso tempo, il tasso di disoccupazione si è mosso in modo speculare toccando il minimo di 13,5%, esattamente doppio rispetto al valore medio dell'intero territorio del Paese, ma la metà di quello del 1996. Su tale dato, precisa il Diste, influisce ancora una volta la diminuzione di persone (per lo più donne e studenti) che cercano lavoro (potenziali lavoratori scoraggiati).
''Non ci stupisca - ha commentato il consulente scientifico del Diste e presidente della Fondazione Curella, Pietro Busetta - che la Sicilia cresce meno del centro-nord; moltissimi degli strumenti che avevano portato ad una crescita, infatti, sono stati azzerati, si pensi per esempio al credito d'imposta, mentre non sono stati creati nuovi strumenti. Che la situazione economica del Mezzogiorno registri ancora una crescita è da considerarsi un miracolo dovuto alle sole forze dei meridionali e dei siciliani. E' interessante, inoltre, l'analisi dell'occupazione che stabilizza il dato di oltre un milione e mezzo di occupati''.
Nel comparto del commercio, alberghi e pubblici esercizi l'apparato distributivo ha risentito della limitata rivitalizzazione dei consumi, mentre le attività più legate al turismo hanno manifestato un migliore dinamismo. Il settore dei trasporti ha beneficiato della discreta ripresa dei traffici interni, scontando tuttavia gli effetti legati alla decelerazione dell'interscambio con l'estero e dei flussi dei servizi di comunicazioni. Nell'ambito del settore del credito e assicurazioni, il sistema bancario ha continuato a registrare recuperi di redditività, in virtù dell'ininterrotto orientamento a richiedere prestiti a breve e lungo termine.
A fine settembre 2006 la consistenza degli impieghi ha raggiunto i 45.582 milioni di euro (il 3,4% del totale contabilizzato per l'Italia nel suo insieme), segnando un incremento del 12,7%, cui ha corrisposto su scala nazionale una crescita del 9,6 per cento. Lo stock dei depositi ha avuto invece un incremento del 6% (raggiungendo i 32.959 milioni di euro pari al 4,7% del totale Italia) contro un aumento del 5,4% nel resto del Paese. [La Sicilia]