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L'Economia spietata ha affamato il mondo

La FAO denuncia ''l'emergenza cibo'': nel mondo sono oltre 925 milioni le persone che soffrono la fame

18 settembre 2008

Il fallimento della Lehman Brothers, la nazionalizzazione di Fannie Mae e Freddie Mac e il crollo del colosso assicurativo AIG, come hanno fatto notare diversi specialisti del settore, non sono altro che la rappresentazione della fine del liberismo globalizzante e globalizzato, ossia di quel modo di intedere l'economia, e l'esistenza, come una continua occasione di guadagno, di speculazione, di sperequazione. Nello stesso solco ritroviamo la corsa dei prezzi del greggio, l'aumento dei prezzi degli alimentari. La traduzione generale di questa situazione, drammatica, si può leggere nell'aumento della povertà e nel conseguente aumento degli affamati. Per dirla in estrema sintesi: la cattiva gestione dell'economia globale degli ultimi decenni ha affamato il mondo.
"Il numero delle persone denutrite prima dell'impennata dei prezzi del 2007-2008 ammontava a 850 milioni. Solamente nel 2007 tale numero è aumentato di 75 milioni raggiungendo quota 925 milioni".
Queste le cifre portate ieri da Jaques Diouf, direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), nel corso di un'audizione al Senato, alla presenza delle Commissioni congiunte Affari Esteri e Agricoltura dei due rami del Parlamento. L'audizione rientra nell'ambito di un'indagine conoscitiva voluta dal Parlamento, per verificare gli esiti del vertice internazionale organizzato dalla FAO a Roma sull'emergenza cibo (LEGGI).

Dopo il +12% tra il 2005 e il 2006 e il +24% nel 2007, nei primi sette mesi dell'anno l'indice FAO dei prezzi alimentari ha registrato un aumento di circa il 50%. Nonostante le previsioni migliori per la produzione cerealicola mondiale, che dipenderà dall'aumento delle superfici coltivate soprattutto nella Federazione Russa, secondo la FAO, i prezzi resteranno ancora alti per diversi anni e nei paesi poveri la crisi alimentare continuerà.
Il lavoro dell'agenzia Onu sull'emergenza cibo, partito con l'iniziativa contro il rialzo dei prezzi alimentari lanciata da Diouf nel dicembre scorso e proseguito con il vertice internazionale, al quale hanno partecipato oltre 43 capi di Stato e di governo, proseguirà nei prossimi giorni con la diffusione di nuovi dati sulla crisi alimentare mondiale. La sfida che attende la comunità internazionale nei prossimi anni per rispondere alla domanda alimentare globale è "di grandi proporzioni" e, sempre secondo Diouf, occorrono almeno "30 miliardi di dollari all'anno per raddoppiare la produzione alimentare utile a sfamare i 9 miliardi di abitanti del pianeta". Si tratta di una "cifra assai modesta - ha detto Diouf - se messa in rapporto con il sostegno che i Paesi Ocse danno al proprio settore agricolo, che ammonta a 376 miliardi di dollari, e con le spese per gli armamenti che hanno raggiunto, nel 2006, i 1204 miliardi di dollari". Ma il contesto dell'emergenza alimentare mondiale oggi è uno dei più difficili degli ultimi decenni.

In questo complicato e preoccupante quadro l'Italia, che presiederà il G8 l'anno prossimo, "ha una responsabilità storica" ha detto ancora Diouf, che ha poi spiegato che "l'Italia quest'anno è uno dei Paesi che hanno più contribuito ai fondi fiduciari della Fao": 100 milioni di euro, già annunciati nel 2002, di cui 87 sono stati già versati. I finanziamenti italiani hanno permesso di realizzare 29 progetti in 41 Paesi, oltre a progetti regionali in 15 Paesi della Comunità dei Caraibi e in 15 Paesi insulari del Pacifico.
Il direttore generale ha poi rivolto un appello all'unità della comunità internazionale che in occasione del vertice tenutosi a Roma nel mese di giugno ha annunciato risorse per un totale di 11 miliardi di dollari. Se si aggiungono i contributi promessi prima e dopo la conferenza, l'ammontare complessivo, stima la FAO, è di circa 23 miliardi di dollari. "Molte di queste promesse - ha concluso - devono però ancora concretizzarsi". "Siamo di fronte ad una sfida di grandi proporzioni - ha concluso Diouf - E' venuto il momento che la comunità internazionale si unisca per affrontare la crisi alimentare mondiale".

[Informazioni tratte da Repubblica.it, Corriere.it, Ufficio Stampa FAO]

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18 settembre 2008
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