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L'Election day siciliano...

Nell'isola si voterà il 13 e 14 aprile per il governo regionale e per quello nazionale...

20 febbraio 2008

Alla fine la decisione è presa e a conclusione della ginta regionale convocata ieri, il vice presidente della Regione Sicilia, Lino Leanza, ha confermato che per la Sicilia si organizzerà un ''election day'': si voterà il 13 e 14 aprile sia per le elezioni regionali che per quelle nazionali. 
La proposta del 13 e 14 aprile era stata avanzata giorni fa dal Movimento per l'autonomia, come sintesi rispetto alle richieste di Fi e An, che proponevano il 20 aprile, e dell'Udc che chiedeva il 6 aprile.
Secondo il vice presidente Leanza, l'Election day farà risparmiare alle casse pubbliche circa otto milioni di euro.

I siciliani, dunque, andranno alle urne in quei due giorni così come lo faranno tanti altri cittadini in altre regioni. La legge regionale 44 del 1976 prevede che nell'eventualità di elezioni politiche e regionali in contemporanea prevale la normativa nazionale: dunque si voterà domenica e lunedì.
Oltre alle due schede di Camera e Senato, gli elettori riceveranno una terza scheda, quella con cui votare per il presidente della Regione e per il proprio candidato all'Assemblea regionale. Rispetto alle liste bloccate per il voto delle politiche, per le regionali l'elettore potrà esprimere la preferenza.
Invece, non c'è ancora una data per lo svolgimento delle elezioni amministrative in Sicilia, per le quali la giunta regionale ha rinviato ai prossimi giorni la decisione.
Le consultazioni dovrebbero svolgersi a giugno, probabilmente il giorno 8. Si voterà per il rinnovo di otto Province: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Siracusa e Trapani, quest'ultima si è aggiunta per le dimissioni del presidente Antonio D'Alì, candidato alle politiche. Tra i comuni al voto anche Messina (commissariata) e Catania, dove il sindaco Umberto Scapagnini si è dimesso in vista delle politiche.
 
Accordi e... disaccordi
La decisione di un Election day siciliano, complica ancora di più, se è possibile, la situazione e i rapporti tra il Partito del popolo della libertà e il centristi dell'Udc. Complicanza che fa diventare ancora di più, se è possibile, Raffaele Lombardo, leader del Movimento per le autonomie (Mpa) elemento decisivo non solo a livello locale ma anche nazionale.
Lombardo ieri ha di nuovo incontrato Berlusconi a Roma e poco dopo, nel pomeriggio, ha convocato l'ufficio politico del suo ''piccolo'' partito diventato ago della bilancia degli equilibri nel centro destra. "Ci sono i presupposti per poter definire un'intesa con il Pdl a livello politico nazionale e siciliano, ma nulla è ancora definito, lo sarà tra poche ore" ha dichiarato alla fine dell'Ufficio politico.
Lo scenario che si sta delineando è diverso per il voto amministrativo e per quello politico. Per il rinovo delle cariche regionali Lombardo resta alleato dell'Udc di Cuffaro e del Pdl di Fini e Berlusconi. Per le elezioni politiche, invece, Lombardo rompe con l'Udc e si allea con il Pdl diventando quello che il Carroccio è al nord: la Lega del Sud...

Difficile da comprendere? Beh, vediamo di vederci chiaro... La Sicilia è da sempre una roccaforte di voti per l'Udc di Pierferdinando Casini (leggi Totò Cuffaro). Per il Pdl rinunciare in Sicilia ai voti ''casiniancuffariani'' è sicuramente lo scotto più grande da pagare dopo la rottura con l'Udc.
L'accordo, prima che Berlusconi e Casini divorziassero, prevedeva Lombardo candidato alla guida della Regione con l'appoggio dell'Udc in sostituzione di Cuffaro. Forza Italia aveva messo in campo Gianfranco Miccichè, presidente dell'Ars ed ex sottosegretario all'Economia. Le cose poi sono precipitate e Berlusconi ha cominciato a corteggiare Lombardo. Un corteggiamento che segue uno schema palese che segue un doppio binario: Lombardo candidato alla guida della Regione Sicilia e in cambio, l'Mpa federato al sud con il Pdl, così come è già successo al nord con la Lega...
Una trama che sembra, soprattutto, costruita per indebolire l'Udc che in sei regioni del centro-sud (Lazio, Puglia, Abruzzo, Calabria, Sicilia, Sardegna) può non far scattare il premio di maggioranza al Senato e mettere in seria difficoltà la governabilità di un eventuale governo del Pdl.

Ebbene, questa trattativa del doppio binario sembra sia andata a buon fine anche se restano due incognite: la prima si chiama Salvatore Cuffaro: l'ex governatore non può rompere con l'Udc perchè ha bisogno di una candidatura al Senato e di garantirsi l'immunità e al tempo stesso non può rompere con Lombardo; la seconda si chiama Gianfranco Miccichè che specie dopo il divorzio dall'Udc di Casini già gustava la sua elezione a governatore.
Per sciogliere il nodo bisogna che Udc e Pdl siano insieme a livello locale e... avversari per il voto politico. "Il Pdl - ha annunciato Lombardo - mi ha rivolto l'invito a candidarmi anche a nome loro, non solo del Mpa. Invito che ho gradito ma al quale non ho risposto perchè c'è ancora un problema di alleanze e di programma. Io lavoro - ha aggiunto - perchè si arrivi a una candidatura unica e forse io posso essere colui che è capace di fare la sintesi".
Dal canto suo Totò Cuffaro, leader dei centristi dell'isola, sembra non avere dubbi: “L'Udc si schiera in maniera convinta e motivata con Raffaele Lombardo”.

E' chiaro che quest'ultimo appare come un messaggio rivolto a Miccichè che sembra non voler mollare: al termine dell'incontro con Lombardo, Berlusconi avrebbe avuto un contatto telefonico con l'esponente di Forza Italia, che incontrerà oggi proprio per discutere delle alleanze del Pdl in Sicilia e della sua candidatura alla presidenza.
"Non solo non ho mollato ma mi sento più carico che mai. Non lasciate spazio alle delusioni solo per le notizie d'agenzia o dei tg che non conoscono la reale situazione. La partita è aperta e vi confermo che, comunque vadano le cose, sarò schierato contro il cuffarismo". Gianfranco Miccichè dal suo blog ha anticipato qualcosa di quanto dirà nel colloquio con Silvio Berlusconi, che ieri ha incontrato il leader del Mpa, Raffaele Lombardo. "Non mi farò convincere - rimarca Micciché - a fare qualcosa che possa aiutare il cuffarismo a sopravvivere" e ai suoi elettori promette "il mio è un sogno che non intendo abbandonare. Voi nel blog e centinaia di messaggi, telefonate e mail di altri mi dicono di non abbandonare. Questo è quello che dirò al presidente, sperando che poi tutti voi abbiate voglia di lottare con me".

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20 febbraio 2008
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