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L'elettrodotto della discordia

Italia-Malta: braccio di ferro tra il Comune di Ragusa e La Valletta

15 gennaio 2013

E’ braccio di ferro tra il Comune di Ragusa e La Valletta per la realizzazione di un elettrodotto a 220 MW che collegherebbe Malta alla rete energetica integrata europea. Dopo il parere negativo formulato mesi fa dal Comune siciliano, recentemente anche il Movimento Territorio, dell’ex sindaco Nello Dipasquale, oggi parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana, ha ribadito la sua opposizione al progetto. Il ministro delle Finanze maltese, Tonio Fenech, però sottolinea che l’opposizione del Comune di Ragusa non fermerà il progetto "perché esiste l’impegno inderogabile del governo italiano". "Non siamo per nulla preoccupati - ha detto Fenech - perché tutto procederà come previsto. Ci è stato confermato che i permessi saranno disponibili al più tardi alla fine di febbraio".

L’ambasciatore italiano a Malta, Efisio Luigi Marras, interpellato dalla stampa locale, ha dichiarato che il progetto è stato discusso ai massimi livelli tra i due paesi, e "l’Italia lo considera come un importante progetto strategico": "da parte italiana - ha detto l’ambasciatore - c’è tutta la volontà per accelerare i tempi, come è stato fatto fino ad ora".
Una riunione è prevista al ministero dello Sviluppo Economico, a Roma, per il 23 febbraio prossimo.

Lo scorso dicembre il Ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, aveva assicurato il suo omonimo maltese, Francis Zammit Dimech, sul fatto che le autorizzazzioni sarebbero state confermate ai primi di febbraio. Il progetto dell’elettrodotto, lanciato dal governo nazionalista maltese, è un progetto da 200 milioni di euro, in parte finanziato dall’Unione europa, che entro la fine del 2014 collegherebbe Malta alla rete integrata europea. Nel dicembre 2010 il governo maltese ha sottoscritto un contratto di 182 milioni di euro con la francese Nexans per la messa in posa del cavo con una portata di 220 MW tra Ragusa e la località di Maghtab lungo la costa orientale maltese. A Malta sono già stati avviati i lavori di scavo di una galleria di cinque chilometri che servirà per collegare l’interconnettore al centro di distribuzione. Ma sull’altra sponda si temono ricadute per l’ambiente, e in particolare per lo specchio d’acqua antistante la pre-riserva del fiume Irminio.

L’elettrodotto è diventato anche tema di campagna elettorale a Malta, dove si voterà il prossimo 9 marzo. Ritenuto essenziale per il Partito Nazionalista, non viene ritenuto invece determinante per la realizzazione del piano energetico dai rivali del Partito Laborista, l’altro partito storico dell’arcipelago.  [Fonte: Italpress - €conomiaSicilia.com]

 

 

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15 gennaio 2013
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