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L'elezione Regional-Nazionale

La Sicilia come ingrediente essenziale nella politica nazionale: dall'isola diversi nomi ''chiave''

16 febbraio 2008

Dall'alto verso il basso, dal basso verso l'alto (geograficamente parlando)... Continuano i ''balzelli'' che vanno dalla Sicilia a Roma per scegliere i candidati delle compagini politche che dovrebbero occupare i posti lasciati vacanti sia nel governo nazionale che in quello regionale. Balzelli dal basso verso l'alto e viceversa perché la primaverile tornata elettorale che spetta agli italiani e ai siciliani risulta complicata, vuoi per la stanchezza generalizzata degli elettori, vuoi perché la Regione siciliana è un territorio molto importante per i partiti, sia che essi vogliano essere espressione prettamanete siciliana, sia che essi vogliano rappresentare quella nazionale.
Insomma, al di la della caratura dei personaggi politici dell'Isola, sia di centrodestra che di centrosinistra (sia anche di sinistra-sinistra che di centro-centro), piazzare nomi buoni a Montecitorio e a Palazzo d'Orleans è fondamentale per i concorrenti principali, si chiamino questi Veltroni, Berlusconi o Bertinotti.

Prova ne è, ad esempio, la centralità degli attori siculi di centrodestra nella sfida che in questi giorni è intercorsa tra Casini (che vuole, anzi coem dice lui 'deve' tenere il simbolo, perché l'Udc non è a caccia di poltrone) e Berlusconi che trova ''inaccettabile nei confronti degli a altri'' l'ostinazione del leader dei cristianodemocratici.
E come si chiama l'elemento fondamentale che potrebbe far pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall'altra? Si chiama Raffaele Lombardo, leader del Movimento per l'autonomia. Berlusconi lo ha convocato ieri a Palazzo Grazioli proponendogli di federarlo nel Pdl in una sorta di Lega del sud e, non è escluso, appoggiarlo anche per la presidenza della Regione Sicilia, poltrona per cui il cavaliere aveva già dato la propria benedizione all'azzurro Gianfranco Miccichè (che farebbe nel caso un passo indietro). Ma Lombardo è a oggi già alleato dell'Udc, dell'ex governatore siciliano Totò Cuffaro, e destinato comunque a quella poltrona grazie proprio ai voti dell'Udc, quindi... Quindi Lombardo fa il prezioso e tiene tutti sulla corda.

Stessa cosa dall'altra parte dove sono presenti la candidata favorita da Veltroni, la senatrice Pd Anna Finocchiaro, e quella che fortemente vorrebbe Bertinotti, Rita Borsellino. Tra la sinistra-sinistra, il Pdci insiste per candidare il sindaco di Gela Rosario Crocetta. Insomma, anche qui personaggi dal forte peso politicoelettorale sia regionale che nazionale.

Intanto, sembra essere cosa oramai certa, oggi si aspetta il sì ufficiale di Anna Finocchiaro che, al fianco di Walter Veltroni, annuncerà la sua candidatura a presidente della Regione, rispondendo a tutti quelli che esplicitamente le hanno chiesto di tornare in Sicilia e dare il suo contributo per il bene della sua terra.
Dal canto suo Rita Borsellino continua il tour siciliano, raccogliendo i consensi. “Rita è uscita sconfitta (dalle ultime regionali contro Cuffaro, ndr) ottenendo un milione e 70 mila voti. Cosa vogliamo farne di questo patrimonio?”. E' questa la domanda che si pone, e soprattutto pone al Partito democratico, Alfio Foti, Coordinatore Nazionale Carovana Antimafie, e primo consigliere di Rita Borsellino da quando la presidente onoraria dell'associazione Libera ha deciso di lanciarsi nella politica attiva. Quel milione e 70 mila voti che al popolo che finora l'ha sostenuta sembrava bastassero e avanzassero affinché la Borsellino ottenesse la nuova investitura del centrosinistra e riprovasse a conquistare Palazzo d'Orleans. Ma il Pd ha deciso che era compito suo indicare per primo il nome del candidato governatore, e offrire alla Borsellino, in sostituzione della candidatura alla presidenza della Regione, lun posto blindato al parlamento nazionale. Stessa cosa ha fatto Rifondazione comunista che ha rilanciato invitandola ad affiancare Fausto Bertinotti nella campagna elettorale nazionale. Ma Rita Borsellino ha sempre rifiutato: “Il mio impegno è e resta in Sicilia”. E allora è in Sicilia che il Pd deve offrirle la soluzione giusta. La più accreditata fino all'altro ieri era la guida del centrosinistra alle elezioni, guida che potrebbe culminare con la presidenza dell'Ars o con un ticket, farebbe cioè la vicepresidente della Finocchiaro, per il governo dell'Isola. Quindi? Quindi anche da questa parte bisognerà aspettare ancora...

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16 febbraio 2008
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