Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

L'emergenza rifiuti in Sicilia non è mai finita

In attesa della riforma degli Ato e della costruzione dei termovalorizzatori, scatta di nuovo l'emergenza

11 maggio 2009

E' allarme in gran parte della Sicilia per la raccolta dei rifiuti. In attesa della riforma, gli Ato accusano problemi di natura economica ed in diverse città dell'isola il servizio non viene garantito con regolarità.

Ad Agrigento ed in 17 comuni della provincia, i netturbini dell'Ato Gesa Ag2 sono tornati al lavoro dopo cinque giorni di sciopero. Sullo sciopero, i magistrati della Procura di Agrigento hanno aperto un'inchiesta per interruzione di pubblico servizio.
Situazione non rosea neanche nel Palermitano, dove il Coinres, che gestisce il servizio in 22 comuni, rischia la paralisi. Problemi di raccolta dei rifiuti ci sono anche nella Sicilia orientale. Nei mesi scorsi i netturbini della Simeto Ambiente, una delle cinque società d'ambito del Catanese, hanno più volte interrotto il servizio in una decina dei comuni serviti per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi.

"La situazione della raccolta dei rifiuti è grave - ha affermato Giusy Milazzo, della segreteria confederale della Cgil di Catania - perché ha subito il fallimento del sistema di gestione dei rifiuti".
Ed il problema maggiore arriverà nei mesi estivi, quando il caldo potrebbe avere effetti devastanti sulla salute per i cumuli di spazzatura che continuano a crescere sulle strade siciliane. Per non parlare del danno all'immagine per una terra che vuole ritagliarsi un posto nel panorama turistico internazionale.

L'allarme rifiuti in Sicilia, comunque, non dipende soltanto dai tumulti interni agli Ato, ma è qualcosa che si trascina da diverso tempo e che rischia di esplodere pericolosamente così come successo in Campania l'anno scorso. Ad esempio, proprio in occasione della grande emergenza rifiuti campana, sia gli addetti ai lavori che lo stesso governatore Lombardo, avevano chiaramente segnalato che la capienza di molte discariche regionali, era ormai arrivato al limite. Per la discarica palermitana di Bellolampo, per esempio, si era fatta una previsione di un solo anno e mezzo, passato il quale non sarà più utilizzabile.
Alla luce torva di questo scenario, soltanto l'immediata costruzione e attivazione dei termovalorizzatori sembra poter essere la via d'uscita. E sempre da diversi anni esiste il progetto di costruire diversi impianti in Sicilia: quattro per l'esattezza, fino all'ultima programmazione del "piano rifiuti regionale", dal quale è stato eliminato l'impianto di Paternò (CT). Nella lista sono rimasti invece quelli di Bellolampo (PA), Casteltermini (AG) e Augusta (SR).

Chi costruirà i termovalorizzatori e quando - E' stato durante il governo Cuffaro che la Regione ha fissato il numero dei termovalorizzatori e le località nelle quali realizzarli. Bandite le gare, aggiudicati gli appalti e avviati i primi lavori tutto si è fermato perché la Corte di giustizia europea ha sentenziato che i bandi non avevano avuto la necessaria pubblicità. Da qui lo stop e il conseguente ordine di ricominciare da zero.
A questo punto i vincitori del primo appalto, che intanto avevano cominciato i lavori, hanno avuto il diritto di essere risarciti. Così l'Agenzia regionale per i rifiuti e le acque (Arra) ha riunito le società interessate per stabilire la cifra. Agli incontri si sono presentate le società di scopo Pea, Platani e Tifeo che dovranno realizzare gli impianti di Bellolampo, Casteltermini e Augusta. In tutte e tre le società il pacchetto di maggioranza è detenuto dalla Actelios del gruppo Falck. La Sicilpower (la cui maggioranza fa capo alla Waste Italia) che aveva vinto la gara per Paternò non ha invece preso parte alle riunioni. "Sono stati invitati come gli altri, ma non si sono presentati - ha spiegato il direttore dell'Arra, Felice Crosta -. Per questo abbiamo attivato le procedure per la risoluzione della convezione, inviando una lettera di diffida alla società".

L'Arra, dunque, ha infine sottoscritto gli accordi soltanto con le società Pea, Platani e Tifeo. L'accordo prevede che "la prossima aggiudicazione degli appalti di servizi impegna i futuri assegnatari a subentrare agli attuali concessionari rimborsandoli dei costi sostenuti per tutte le attività svolte e per le opere realizzate fino al momento del subentro (progettazioni, autorizzazioni, siti nei quali allocare gli impianti e lavori eseguiti, determinati sulla base della verifica operata dall'advisor)". Tali somme, accertate da un advisor sulla base di bilanci certificati al 31 dicembre scorso e comprendenti inoltre le previsioni di spese fisse al 30 giugno 2009, ammontano a: circa 50 milioni di euro per la società Pea (sistema Palermo), 36 milioni per la società Platani (sistema Agrigento) e 55 per la società Tifeo (sistema Siracusa). A queste somme andranno aggiunti i costi sostenuti dai singoli soci, sulla base di contratti stipulati con le società-progetto, per un importo complessivo di circa 30 milioni.
I bandi di gara sono stati trasmessi alla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea per la pubblicazione e il termine per la presentazione delle offerte scadrà il prossimo 30 giugno. 

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it (articolo di Massimo Lorello)]

 

 

 

 

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

11 maggio 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia