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L'emergenza rifiuti si crea dalla disattenzione delle regole

Ogni Regione ha il suo piano di gestione dei rifiuti, purtroppo diverse di queste disattendono le normative

15 aprile 2010

"Il coordinamento del ministero dell'Ambiente sui piani di gestione dei rifiuti delle Regioni esiste, ma le emergenze a livello territoriale sono quasi sempre causate dalla mancata attuazione della normativa nazionale. Di fronte alle emergenze non sembrerebbero mancare le leggi, ma atti di attuazione a livello locale".
A dirlo è il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo che, in audizione alla Commissione parlamentare d'inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, ha ricordato come il parlamento abbia recentemente approvato la cabina regia al fine di superare il mero ruolo di coordinamento del ministero dell'Ambiente per avviare una collaborazione con quello dell'Economia.
Gli illeciti sullo smaltimento dei rifiuti, ha detto il ministro, "non mancano, con reati che oscillano dal disastro ambientale, alla mancata bonifica, e all'inquinamento. Anche la criminalità organizzata è presente come infiltrazione in tutti i territori". A preoccupare sono anche i tempi troppo lunghi per le bonifiche. "Occorre - a giudizio del ministro - una semplificazione della normativa sulle bonifiche, basti pensare che in un sito di interesse nazionale come Porto Marghera siano oltre 200 i soggetti interessati".

Questa la fotografia fornita ieri dal ministro in tema di rifiuti nelle aree più emblematiche del Paese:
CROTONE: sulla questione bonifica, ha annunciato Prestigiacomo, è stato finalmente sottoscritto l'accordo di programma per "quello che é - ha detto il ministro - uno dei siti più inquinati d'Italia".
CAMPANIA: il 2010, ha detto il ministro, "rappresenta davvero un traguardo importante per la fine della parte emergenziale che ha interessato per 15 anni la regione; inizia fase altrettanto delicata e importante di rientro del regime ordinario; avviato dunque stato virtuoso e tempi certi per il collaudo degli impianti che va fatto entro il 30 giugno". Il dato politico è "l'uscita formale dalle emergenze dopo 15 anni". Mentre i dati forniti dalla Protezione Civile confermano che "c'é miglioramento, con una riduzione della produzione dei rifiuti da 2,6 milioni a 2 milioni di tonnellate annue, e la raccolta differenziata salita in un anno dal 19% nel 2007 al 30% nel 2008, con ottimi esempi ad Avellino e Salerno". Questi dati, ha commentato Prestigiacomo, "rappresentano la migliore risposta alla Ue che aveva condannato l'Italia per una emergenza poi superata da questo governo".
SICILIA: "situazione più complicata - ha detto Prestigiacomo - avendo il Piano puntato sull'incenerimento. Con la mancata realizzazione dei 4 impianti, la Regione deve prendere immediatamente una decisione, altrimenti si rischia il collasso delle discariche. Se la Regione non è in grado di fare delle scelte - ha aggiunto il ministro - chieda intervento straordinario". Anche il Parlamento, secondo il ministro, "deve riflettere su questi segnali annunciati; in Sicilia c'é un problema di Ato, ben 27, esagerato e sproporzionato. Pensiamo a un modello normativo della Regione Siciliana diverso - ha detto - da quello degli Ato, ma che sia di indirizzo per le altre Regioni".
LAZIO: i problemi della discarica di Malagrotta "potrebbero essere risolti - ha affermato il ministro - dalla centrale Enel di Civitavecchia che potrà anche bruciare rifiuti e trasformarli, come avvenuto a Venezia nella centrale di Fusine che ha risolto il problema, in accordo con le comunità locali che ancora ci ringraziano". [ANSA]

 

 

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15 aprile 2010
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