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L'emigrazione italiana: un libro in continuo svolgimento

Il fenomeno dell'emigrazione nazionale: aumentano gli italiani residenti all'estero

08 ottobre 2007

La storia dell'emigrazione italiana è un libro in continuo svolgimento: iniziato dai pionieri, i nuovi migranti continuano oggi a scrivervi pagine nuove. In tutti i paesi del mondo si trovano spunti interessanti sulle vicende migratorie della nostra Nazione, dall'Argentina all'Australia, dalla Gran Bretagna fino agli insediamenti croati e sloveni, gli italiani hanno da sempre avuto nel loro DNA il gene migratorio, un gene dell'allontanamento che si poggia su di una nuova terra come seme fecondo. Storie, luoghi e collettività lontane, in un continuo intreccio tra le radici italiane e nuovi orizzonti culturali, imprenditoriali, artistici, scientifici, economici e politici.
Il ''Rapporto Migrantes - Italiani nel mondo'', ogni anno, tenta di raccontare tutto ciò, e si propone come libro utile a far conoscere e, soprattutto, a far ricordare questa natura intrinseca dell'Italia, e i legami che si sono riusciti ad instaurare fra l'Italia in Italia e l'Italia in giro per il globo. Il Rapporto Migrantes, giunto alla seconda edizione, intende contribuire a far superare, in Italia, quell'atteggiamento di superficialità per il quale molti sono portati a pensare che l'emigrazione sia una realtà del passato, irrilevante nel contesto attuale.

Ogni quindici italiani rimasti in patria ve n'è, in media, uno che vive all'estero. Sono, infatti, 3.5 milioni gli emigrati italiani che risiedono all'estero, con un incremento di oltre 400mila unità rispetto al 2006 dovuto in gran parte a regolarizzazioni di registrazioni pregresse ma anche a nuove nascite e a nuove acquisizioni di cittadinanza. Questi sono solo alcuni dei dati emersi dal ''Rapporto Italiani nel mondo 2007'' presentato pochi giorni fa a Roma dalla Fondazione Migrantes in collaborazione con Acli, Inas-Cisl, Mcl e Missionari Scalabriniani.
A presentare i dati più rilevanti emersi dal Rapporto sono stati, tra gli altri, mons. Piergiorgio Saviola e don Domenico Locatelli, della direzione della Fondazione Migrantes, Franco Pittau della Redazione Centrale Rapporto Italiani nel Mondo e l'on. Franco Narducci, deputato dell'Ulivo eletto all'estero e Presidente del Comitato Parlamentare sugli italiani all'estero.

''Il Rapporto contribuisce a sanare la frattura che si era determinata tra l'Italia rimasta a casa e quella andata all'estero, riannodando legami più stretti e fruttosi'', ha spiegato mons. Saviola nel suo intervento introduttivo. ''Perché questi legami vengano rinsaldati è necessario che gli italiani rimasti in patria non continuino a pensare che gli italiani all'estero siano una realtà residuale del passato, da abbandonare al proprio destino. Leggendo queste pagine - ha aggiunto - si è aiutati a capire che in un mondo globalizzato essi ne sono protagonisti attivi''. Dello stesso parere è don Domenico Locatelli, secondo il quale il Rapporto contribuisce a superare l'atteggiamento di superficialità e la diffusa abitudine a banalizzare quanto si riferisce agli emigrati italiani: ''E' giusto lavorare affinché gli italiani all'estero superino ogni rischio di emarginazione. E' importante, inoltre, promuovere una cittadinanza attiva e consapevole, a beneficio della collettività italiana e della società di accoglienza in un'ottica di vera pace e solidarietà per tutti''.

Ma in cosa consiste esattamente il Rapporto Italiani nel mondo? Partendo da una panoramica aggiornata sui flussi e sulle presenze all'estero, il volume tratta sia gli aspetti socio-culturali e religiosi che quelli socio-economici, per soffermarsi nell'ultima parte su diversi approfondimenti tematici. Il Rapporto si propone, dunque, come un libro per far conoscere e far ricordare, unendo alle pagine di storia le situazioni attuali e salvaguardando il legame tra queste due ''Italie''.
Dalle analisi risultano essere oltre 3,5 i cittadini italiani residenti all'estero con un forte incremento rispetto all'anno passato, dovuto quasi per intero ad un perfezionamento dell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire).
E' un emigrazione concentrata prevalentemente in Europa e in America, in cui risiedono, rispettivamente, il 57% e il 34% del totale, con comunità che superano il mezzo milione di presenze in Germania, Svizzera e Argentina. Non si possono però trascurare le collettività insediate negli altri continenti, non solo l'Oceania ma anche l'Asia, sbocco di nuovi flussi migratori a carattere imprenditoriale, e l'Africa. Il 18% della popolazione italiana residente all'estero risulta essere costituita da minori e un altro 18% dagli ultrasessantacinquenni. E' dunque un popolazione più giovane di quella rimasta in patria, una presenza che ha le radici nel passato ma protesa verso il futuro. ''Particolarmente rilevante - ha sottolineato l'onorevole Franco Narducci - è l'emigrazione dei giovani ad alta qualificazione scientifica che nel nostro Paese, purtroppo, non trovano terreno fertile per la loro attività professionale. In questi casi, l'emigrazione è determinata dalle opportunità con destinazioni antiche e sempre nuove: gli USA ma anche la Germania, la Francia, il Belgio, la Gran Bretagna e la Svizzera. E avanzano anche le destinazioni ritenute impensabili fino a qualche anno fa. In particolare Mosca, Pechino e altre città simbolo dei Paesi che avanzano a ritmi PIL vertiginosi''.
Secondo il Presidente del Comitato Parlamentare sugli italiani all'estero ''è fondamentale, in tal senso, il ruolo dell'associazionismo che pian piano ha dato vita a forme di rappresentanza istituzionale con i Comites, con il Cgie e con i parlamentari eletti all'estero''. ''L'associazionismo - ha evidenziato Narducci - è stato il luogo politico delle rivendicazioni e delle battaglie per i diritti nei confronti dei Paesi ospitanti relativamente alle condizioni di vita, lavoro e abilità, alla regolamentazione dei permessi di soggiorno, l'integrazione scolastica e all'istruzione professionale dei giovani''.
Gli Italiani all'estero sono quindi una risorsa, ma a volte è il segnale di un malessere del nostro Paese ha precisato Franco Pittau. In alcuni casi, infatti, la popolazione emigrata, supera quella rimasta nel comune di origine, ne sono esempio in Sicilia il comune di Villarosa (EN), nel Molise Filignano e in Abruzzo Roccamonica, quest'ultimo con 1574 residenti all'estero e solo 1012 residenti rimasti.

Il Rapporto Italiani nel Mondo riveste, dunque, un impegnativo ruolo educativo sia per la società civile i genere che per gli operatori del settore. Le analisi sono state condotte da 47 esperti dell'emigrazione italiana, prescelti tra studiosi, ricercatori, sindacalisti, missionari e rappresentanti delle comunità di italiani nel mondo.
L'edizione di quest'anno si articola in 37 capitoli che, oltre ad approfondire la tematica dei flussi migratori e le caratteristiche socio-demografiche degli italiani nel mondo, affrontano il tema dell'emigrazione femminile tra passato e presente, degli studenti italiani all’estero e della promozione della lingua e della cultura italiana. Contemporaneamente a Roma, il volume, è stato presentato a Venezia, Cagliari e Napoli.

- www.migrantes.it

- ''Migrazione, la civiltà come arte della fuga'' di Vincenzo Consolo

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08 ottobre 2007
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