L'EMPORIO GRECO DI GELA
Lungo le pendici sud-orientali della collina di Gela, in località Bosco Littorio, venne indagata con successive campagne di scavo promosse dalla Soprintendenza di Agrigento (1983) e di Caltanissetta (1995-1996: quest'ultima è tuttora in corso), un'area seppellita dalla sabbia ed in parte ricoperta da fitta vegetazione.
Dalle indagini sono emerse strutture in eccezionale stato di conservazione che, per la tipologia e per l'ubicazione, a ridosso del litorale, vengono riferite ad un impianto di tipo commerciale, con funzione di raccolta e vendita delle merci che giungevano via mare dall'intero bacino del Mediterraneo.
Si tratta di ambienti a pianta rettangolare ed alzato di mattoni crudi probabilmente organizzati in isolati: le pareti sono conservate, nelle parti finora messe in luce, per un'altezza di oltre 2 metri, grazie al rapido insabbiamento verificatosi in tutte le fasi di abbandono della città antica. I muri sono rivestiti da un fine intonaco di colore chiaro e conservano, in alcuni casi, nella parte più alta, gli alloggiamenti per le travi lignee che formavano l’intelaiatura del tetto, realizzato in tegole fittili; sono anche visibili le aperture destinate alle porte ed alle finestre.
I reperti più antichi consentono di datare l'impianto intorno agli inizi del VI secolo a.C. Esso rimase attivo fino alla fine del medesimo secolo e probabilmente anche in quello successivo: all'interno degli ambienti è evidente una fase di distruzione, con crolli e tracce di bruciato, segni di un evento violento.
Fra i materiali, estremamente abbondanti, sono presenti esemplari di ceramica acroma, corinzia, attica, calcidese e laconica; contenitori da trasporto di fabbrica corinzia, samia e marsigliese, frammenti di tegole fittili; sono stati recuperati inoltre due opaia (lastre fittili di copertura con aperture per la fuoriuscita del fumo).
Estratto da: "L'acropoli tra il IV ed il III secolo a.C. - La Nave e l'Emporio - L'HERAION" di Rosalba Panvini.