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L'enfer

Danis Tanovic attinge dalla scrittura Kieslowski e Piesiewicz ma il risultato non è quello sperato

13 giugno 2006


 





Noi vi segnaliamo...
L'ENFER
di Danis Tanovic

Sophie, Céline e Anne sono tre sorelle che portano sulle spalle il peso di una tragedia familiare che ha segnato la loro infanzia e che non sono riuscite a dimenticare. Negli anni Ottanta il loro padre, quando uscito di prigione, venne rifiutato dalla loro madre. Dopo averla picchiata selvaggiamente, si è poi gettato dalla finestra davanti ai loro occhi. Ormai adulte, le tre sorelle si sono allontanate tra di loro e hanno costruito ognuna una propria vita. Sophie ha sposato Pierre, un fotografo, con cui ha avuto due figli, ma la loro unione vacilla. Céline, rimasta nubile, è l'unica ad occuparsi della madre che è ricoverata in una casa di riposo. Anne, la più giovane, studia architettura ed ha una passionale storia d'amore con Frédéric, un suo professore. Sarà l'arrivo di Sébastien nella vita di Céline a sconvolgere le loro esistenze, a dare loro l'occasione di ritrovarsi, confrontarsi tra loro e con il passato, rivelando loro una lontana verità...


Distribuzione 01 Distribution
Durata 98'
Regia Danis  Tanovic
Tratto dalla trilogia ''Il Paradiso, l'Inferno, il Purgatorio'' di Krzysztof Kieslowski e Krzysztof Piesiewicz 
Con Emmanuelle  Beart, Karin Viard, Marie Gillain, Carole  Bouquet
Genere Drammatico


La critica
''Il copione del compianto Kieslowski e di Piesiewicz lascia presagire poca felicità per tutti, ma il film traduce l'11° comandamento con una certa banalità (l'inferno sartriano...) e troppo melò (...)''
Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera'

''Il cineasta bosniaco, già vincitore dell'Oscar per l'ottimo "No Man's Land", si sforza di dare al film una forma elegante; però non riesce a superare gli ostacoli della banalità tematica, né quelli impliciti in un cast di star femminili troppo smaliziate, ciascuna delle quali intenta al proprio "numero". Si aggiunga che i tagli temporali rendono le situazioni poco comprensibili e si avrà un film che, se non proprio all'inferno, condanna lo spettatore a un'ora e mezza di purgatorio.''
Roberto Nepoti, 'la Repubblica'

''Tanovic è un regista 'robusto', incapace di finezze. (...) è un film pesante, invasivo, troppo pieno di simboli, e recitato in perenne stato isterico. Un film in cui si doveva 'levare', mentre Tanovic lavora per accumulazione. il talento del bosniaco non si discute, il suo terzo film - senza fantasmi dimezzo - sarà sicuramente migliore.''
Alberto Crespi 'l'Unità'

''Tanovic non ce la fa, poco a suo agio nel maneggiare la materia senza neppure liberare un fuoricampo di sensibilità. L'Enfer delle sorelle non riesce a essere inferno contemporaneo, rivelamento degli universi familiari che contengono sempre un alto rischio.''
Cristina Piccino 'Il Manifesto'

''La storia, o la somma delle storie, è bella. Ma rimane senza spessore, si perde nella disperazione caotica delle sorelle non amate, che soltanto attraverso la sofferenza riusciranno a ritrovarsi. Al film manca soprattutto la suggestione delle immagini: lo stile di Tanovic non è portato alla contemplazione in profondità dei personaggi, all'eloquenza delle facce, all'intensa inquietudine dei gesti. Naturalmente paragonarlo a Kieslowski sarebbe vile e ingiusto, ma forse la materia dei sentimenti privati nel dramma amoroso non è quella più adatta alla natura del regista.''
Lietta Tornabuoni, 'La Stampa'

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13 giugno 2006
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