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L'Epifania (col Forcone) tutte le feste porta via

Finita la tregua, arriva il Piano d'azione dei Forconi: "Tutto può accadere"

07 gennaio 2014

L’Epifania tutte le feste porta via e la sua prima rappresentante, la Befana, spazza via ogni possibile sospensione non con la scopa ma con il Forcone. E infatti, finita la tregua per le festività, il Movimento dei Forconi si rimette in marcia sulle autostrade e nelle piazze italiane. Senza più 'marce su Roma', per evitare strumentalizzazioni, ma minacciando possibili occupazioni di Comuni e Prefetture.
La linea del Coordinamento 9 Dicembre è stata lanciata nei giorni scorsi dal siciliano Mariano Ferro ed il veneto Lucio Chiavegato, l'ala moderata del movimento che chiude in modo netto con l'ala dura rappresentata da Claudio Calvani di Latina, perché - ha detto Ferro - "la linea del 'tutti a casa' non porta da nessuna parte".
La fase 2 della protesta dei forconi è stata illustrata la scorsa domenica in un incontro aperto alla stampa nel presidio del casello di Soave (Verona), fuori della A4, dove la tenda dei dimostranti non è mai stata smontata. "Vogliamo ripartire dai territori, dai rappresentanti dei tantissimi presidi di protesta, perché andare a Roma costa troppo per i simpatizzanti già impoveriti dalla crisi e si presta a infiltrazioni di estremisti e violenti - ha affermato Ferro -. Stiamo pensando di occupare i Comuni e di fare dei presidi davanti alle prefetture. I sindaci devono decidere da che parte stare, se fare gli esattori in cui sono stati trasformati dal governo o stare con i cittadini".

Intanto il Coordinamento ha svelato il succo del proprio piano di azione: un elenco di richieste immediate che Governo e Parlamento - hanno detto i due leader - hanno tempo per attuare fino al 21 gennaio 2014, e il cui mancato adempimento "legittimerà gli italiani a prendere qualsiasi iniziativa".
Si parte con "la sospensione immediata delle procedure esecutive di Equitalia o di altri enti"; "l'istituzione immediata di un fondo di garanzia nazionale per tutte le aziende di tutti i settori produttivi in deroga a Basilea 2/3"; "l'aumento in busta paga per i dipendenti privati (300 euro) attraverso la defiscalizzazione degli oneri contributivi a carico dell'impresa". Poi, ancora, "l'aumento delle pensioni minime e l'adeguamento delle pensioni di invalidità per garantire un tenore di vita dignitoso tramite il taglio delle pensioni d'oro e delle spese improduttive"; "la riduzione considerevole del costo del carburante per uso professionale (trasporti, agricolo, peschereccio) nonchè dei pedaggi autostradali". Infine, "la tutela del made in Italy, con inasprimento severo delle sanzioni, includendo l'arresto, per chi pratica taroccamento in tutti i settori produttivi".

Dalla parte più estrema del Movimento, Martino Morsello con uno dei suoi ultimi bollettini ha detto che si tratta ormai di una "questione di vita o di morte. La finissero, quindi, di babbiare". E ammonisce, perché non ci siano dubbi: "Avevamo chiesto di sospendere le procedure esecutive per fermare i suicidi, ci hanno risposto che sono alla ricerca di soldi e che saranno più duri nel recuperare le tasse evase".
Magari, ha fatto capire Morsello, avrebbero prestato fede alla promessa, visto che si trattava, per l’appunto, di decidere della vita o della morte di qualcuno, ma "nel frattempo i parlamentari assumono i portaborse", e la buona volontà è andata a farsi fottere.
A questo punto, quindi, il "Forconi pensiero" dismette il pensiero e usa i Forconi. E sceglie l’arma bianca, stando al bollettino: "O la loro o la nostra", annuncia Morsello: "A questi criminali non chiediamo più niente".

Ma, a sorpresa, Morsello non impugna il forcone pronto alla battaglia bensì si rifugia nella chiesa. Una conversione a 360 gradi. "Ci allineiamo con Francesco e invitiamo tutti i forconi e simili a convergere sulla sua strategia". Niente violenza, dunque, contrariamente a quanto facevano pensare le parole e i pensieri. "I corrotti tutti a casa", ammonisce, però, Morsello. "L’Italia la possono salvare solo le imprese e non i parassiti politici, sindacalisti, portaborse e leccaculo di ogni genere". Ne discende un appello, perentorio: "Per una volta uniamo tutte le energie e la combiniamo grossa"... Che vuol dire?
Accortosi di essersi spinto troppo avanti, Morsello, prontamente spiega: "Non è una scomunica come da noi richiesta, ma ad essa equivale". Il Papa non ne sa niente, è ovvio, ma per i Forconi è come se sapesse. Lo sentono accanto a loro. La ragione è semplice: "Perdoniamo i peccatori ma non i corrotti", scrive Morsello. Non si capisce se siano parole del Papa, adottate dai Forconi ed estrapolate con intelligenza dal contesto, o un auspicio dei Forconi credenti. Comunque sia "Grazie Francesco", chiude Morsello.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, SiciliaInformazioni.com]

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07 gennaio 2014
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