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L'Ercolino sempre in piedi

Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo testo del protocollo sul Welfare

18 ottobre 2007

Il Governo Prodi, alias ''Ercolino sempre in piedi'', ce l'ha fatta anche stavolta. Lo scoglio sul protocollo sul Welfare in un primo momenti era sembrato insormontabile. Tra la parte più a sinistra della compagine governativa, che chiaramente aveva espresso la propria contrarietà nei confronti di un provvedimento inaccettabile, e i sindacati che, forti del SI referendario, avevano altrettanto chiaramente detto che quel testo non si doveva toccare, il finale con l'accordo era difficile aspettarselo, invece, anche stavolta, la stratta di mano c'è stata anche se con qualche rimbrotto  e qualche testa titubante.

Ebbene, il Consiglio dei ministri, riunitosi in seduta straordinario ieri sera a palazzo Chigi, ha approvato il nuovo testo del protocollo sul Welfare da presentare il Parlamento. Il provvedimento è passato con le astensioni dei ministri Alessandro Bianchi (ministro dei Trasporti dei Comunisti italiani) e Paolo Ferrero (ministro della Solidarietà Sociale di Rifondazione comunista che aveva anticipato la propria astensione motivandola con l'opinione che ''l'intesa migliora la parte legata alla solidarietà, ma peggiora quella relativa ai contratti di lavoro''), mentre hanno votato a favore il ministro dell'ambiente Alfonso Pecoraro Scanio e il ministro dell'Università Fabio Mussi.
''Il disegno di legge - ha fatto notare il ministro del Lavoro Cesare Damiano - ha avuto gli stessi voti della volta scorsa ma con delle motivazioni più costruttive anche da parte di chi ha avuto un atteggiamento critico''. Come dire: chi si è astenuto questa volta ha saputo meglio argomentare i propri motivi.
Quanto al fatto che Prc e Pdci si siano espressi in maniera diversa rispetto a Verdi e Sinistra democratica, secondo Ferrero non significa che le forze della futura ''cosa rossa'' siano già su posizioni divergenti. ''C'è stata una replica del voto della scorsa settimana - ha chiarito - ma la cosa che a me pare importante e che è emersa nella riunione di tutti i parlamentari della sinistra è che sulle modifiche non c'è divaricazione. Il punto centrale ora è la precarietà''. Tema su cui secondo il ministro del Prc dovranno intervenire le camere. ''E' assolutamente necessario che in Parlamento si cambi la parte sulla precarietà'', ha concluso Ferrero.

Ad annunciare il via libera del governo è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta: ''E' un testo migliorato, perfezionato dal punto di vista giuridico, che riconferma lo spirito del 23 luglio e la volontà delle parti di approvarlo'', ha detto Letta.
Il documento è stato ritoccato solo leggermente rispetto al testo sottoposto al referendum tra i lavoratori, e tiene conto dell'accordo raggiunto al termine delle febbrili trattative tra governo, sindacati e Confindustria sui due scogli rappresentati da previdenza e contratti a termine.
Le nuove norme stabiliscono che al termine dei 36 mesi è possibile una sola proroga del contratto davanti all'ufficio provinciale del lavoro con l'assistenza di un rappresentante sindacale. Proroga da cui possono derogare i lavoratori stagionali di quei settori disciplinati dal Dpr del 1963 e di quelli che saranno individuati attraverso avvisi comuni con i sindacati o attraverso accordi contrattuali collettivi.
Infine, è stata messa a punto anche una sorta di clausola ''transitoria'' per risolvere il problema dei lavoratori che al primo gennaio 2008, all'entrata in vigore della legge, si trovino con un contratto a termine in corso. La soluzione individuata dovrebbe prevedere che per questi il conteggio dei 36 mesi, parta dopo 15 mesi dall'entrata in vigore della legge, e cioè da aprile 2008.
Per quanto riguarda la previdenza, verranno messe nero su bianco le quattro finestre per il pensionamento dei lavoratori che hanno totalizzato 40 anni di contributi e per le pensioni di vecchiaia (la questione non sarebbe così rinviata ad un ddl delega). Verrà anche inserito il tasso di sostituzione del 60% per le future pensioni, nonché confermata la cancellazione del tetto dei 5.000
per i lavori usuranti.

Tutti d'accordo - Ieri mattina il governo aveva trovato l'accordo coi sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) sulla trasposizione nel ddl sul welfare delle norme riguardanti la previdenza, mentre nel pomeriggio lo aveva raggiunto con Confindustria e sindacati sulla parte del testo del disegno di legge sul welfare che riguarda i contratti a termine.
Soddisfatto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani: ''Posso dire finalmente che il testo del Governo corrisponde esattamente all'accordo firmato con le parti sociali il 23 luglio scorso''.
''Le nubi si stanno diradando''. Ottimista anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. ''Con il governo c'è stata qualche incomprensione, ma pare che il chiarimento sia servito''.
Meno ottimista il leader dell Uil, Luigi Angeletti, che ha definito ''un buon segnale'' la convocazione del consiglio dei ministri sul ddl relativo al protocollo sul welfare ma ha aggiunto: ''Se il governo non è in grado di ottenere la fiducia su un accordo fatto con gli altri ne deve trarre le conseguenze: non ha la fiducia del Parlamento''.
Per il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, quello raggiunto ieri è ''un accordo condivisibile''. ''Non ho capito - ha aggiunto però il presidente di Confindustria - perché tutti questi confronti rispetto a un testo concordato''. ''E' stato un giusto compromesso'', ha aggiunto il vicepresidente Alberto Bombassei. ''Credo - ha proseguito - che ci si è molto avvicinati alle nostre intenzioni, formulate all'inizio del confronto''.

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18 ottobre 2007
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