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L'esecutivo Monti taglia tutto!

Il ministro della Difesa, l'ammiraglio Di Paola, annuncia riduzioni, tagli e riorganizzazioni: "Un nuovo modello di difesa"

15 febbraio 2012

Riduzioni, tagli e riorganizzazioni. È quanto ha annunciato il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola davanti alle commissioni Difesa di Camera e Senato. L'ammiraglio Di Paola ha illustrato questa mattina il regime di "dimagrimento" che riguarda, prima di tutto, l'organico: oggi ci sono 183mila militari e 30mila civili nella Difesa, ha detto: "Occorre scendere progressivamente verso 150mila militari e 20mila civili, con una riduzione di 43mila unità". L'obiettivo, ha spiegato Di Paola, "si potrà raggiungere in dieci anni o poco più attraverso la riduzione degli ingressi del 20-30%, la mobilità verso altre amministrazioni, l'applicazione di forme di part-time". I più colpiti saranno i quadri-dirigenti: per ammiragli e generali "ci sarà una riduzione superiore del 30 per cento". Un percorso "doloroso ma inevitabile", secondo il ministro.

La Difesa, inoltre, ridurrà da 131 a 90 il numero dei caccia Joint Strike Fighter, i cosiddetti F35, che acquisirà, con un taglio di 41 unità. Riguardo le strutture, l'obiettivo, ha annunciato ancora il ministro, è quello di ridurle del 30 per cento in 5-6 anni. Una misura "che consentirà di contribuire alla ristrutturazione della Difesa e più in generale al risanamento finanziario del Paese".
Secondo il ministro, nel settore Difesa occorre affrontare una riforma decisiva, in linea con la situazione attuale: "Dobbiamo impostare una incisiva revisione del nostro strumento militare, sostenibile nel tempo e compatibile con le risorse che il Paese e il Parlamento metterà a disposizione", ha spiegato. Riforma, che deve essere ampiamente condivisa, impossibile da realizzare senza dibattito, e con provvedimenti "graduati nel tempo per far fronte alla ineludibile realtà di difficoltà finanziaria nella quale ci troviamo, nonché alle esigenze di sviluppo del settore".
Riguardo al taglio ai cacciabombardieri, Di Paola ha assicurato che la componente aerotattica "è irrinunciabile: ora è assicurata da Tornado, Amx e Av-8B, che nell'arco di 15 anni usciranno per vetustà dalla linea operativa. Saranno sostituiti da Jsf, che è il miglior velivolo in linea di produzione, nei programmi di ben 10 Paesi". L'Italia, ha aggiunto, "ha già investito 2,5 miliardi di euro. Ci eravamo impegnati ad acquistarne 131, ora il riesame del programma ci porta a ritenere perseguibile l'obiettivo di 90 velivoli, un terzo in meno".
Le nuove linee annunciate da Di Paola non convincono la Rete Italiana per il Disarmo. Le comunicazioni del Ministro-Ammiraglio Di Paola alle Commissioni parlamentari sul nuovo Modello di Difesa, "su cui si è discusso ieri in Consiglio dei Ministri e che dovrà ora approdare in Parlamento con un Disegno di legge delega", sono "un nuovo gioco di prestigio per fingere un cambiamento di rotta che nei fatti non esiste. In pratica, la montagna ha partorito il classico topolino", afferma la Rete. La proposta del ministro "di nuovo ha poco o nulla, ma si preannuncia come una operazione di ripulitura con minime sforbiciate in pochi aspetti residuali senza portare un euro reale di risparmio nelle casse dello Stato", sottolinea la Rete.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it, Corriere.it]

 

 

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15 febbraio 2012
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