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L'esercito sgretolato

Dopo la cattura dei Lo Piccolo la polizia ha iniziato a smantellare i ''vertici militari'' che stavano dietro ai boss

13 novembre 2007

Sarebbe stato solo questione di giorni. Chi era alle dipendenze di Salvatore e Sandro Lo Piccolo lo sapeva bene, e dal 5 novembre scorso non gli è rimasto altro da fare che aspettare rassegnato o tentare una fuga disperata. E infatti questa notte a Palermo c'è stato movimento e ''l'esercito'' dei boss di San Lorenzo ha cominciato a sgretolarsi. Gli agenti della sezione Catturandi della Squadra mobile hanno eseguito un provvedimento di fermo di polizia giudiziaria disposto dai pm della Dda che ha riguardato dieci persone: quattro dei fermati erano a piede libero, gli altri erano già detenuti. Si tratta degli uomini appartenenti a quel ''vertice militare'' che aveva il compito di mettere a segno le estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori. Tutti accusati di estorsione, dunque, ma anche di traffico e spaccio di droga, detenzione e porto illegale di armi e riciclaggio.
Dalle indagini emerge, infatti, che i boss avrebbero investito grosse somme di denaro proveniente dai traffici illeciti e dalle estorsioni, in attività apparentemente legali intestate a prestanome. Gli investigatori della Squadra mobile hanno ricostruito la rete di estortori e trafficanti di droga che faceva capo ai boss Lo Piccolo. In particolare sono state documentate, attraverso le intercettazioni, estorsioni a commercianti e imprenditori edili, in alcuni casi anche minacciati e picchiati per costringerli a pagare il pizzo.

I provvedimenti di fermo sono stati disposti dai pm Francesco Del Bene, Gaetano Paci, Domenico Gozzo e dal procuratore aggiunto Alfredo Morvillo. In carcere, le ordinanze sono state notificate a Salvatore e Sandro Lo Piccolo, Francesco Franzese, Antonino Nuccio e Domenico Ciaramitaro, mentre in manette sono finiti i fratelli Nunzio e Domenico Serio, di 29 e 28 anni, Vincenzo Mangione, di 28 e Andrea Gioè di 40. Tutti sono pregiudicati. Il quinto indagato resta latitante. Secondo l'accusa, i fratelli Serio su mandato dei Lo Piccolo pianificavano e mettevano in pratica attività illecite nel territorio della famiglia mafiosa di San Lorenzo. I Serio avrebbero anche curato i rapporti con i vertici di altre famiglie mafiose, attraverso il ''reggente'' di Partanna-Mondello, Francesco Franzese, arrestato lo scorso agosto e attualmente dichiarante, e con Antonino Nuccio, anche lui arrestato ad agosto,
Soggetto di spicco è Andrea Gioè, perché indicato come referente per Franzese e Nuccio, in relazione alle estorsioni da mettere a segno nella zona di Partanna Mondello. Il ruolo di Gioè è indicato personalmente da Sandro Lo Piccolo nei ''pizzini'' trovati nel covo in cui è stato arrestato Franzese.
''I quattro arrestati - ha spiegato il capo della squadra mobile di Palermo Piero Angeloni - sono personaggi di vertice. Dall'esame dei pizzini scaturiranno certamente nuove operazioni antimafia. Presto ci saranno nuovi arresti''. 

I carteggi tra i mafiosi -
''Ora ti faccio sapere che giorni fa, ho ricevuto 10 mila euro dall'ordine dei medici ed altri 10 mila li dovrei ricevere in questi giorni'', scriveva Sandro Lo Piccolo a Francesco Franzese. Non sfuggiva nulla alla tassa mafiosa. Negozi, aziende, lavori pubblici e privati...
Tutto ''affettuosamente'' redatto attraverso i ''pizzini'', in entrata e in uscita: ''Carissimo e adorato padrino ti abbraccio forte forte al cuore e ti do subito un grossissimo bacione affettuoso - scrivevano alcuni ''picciotti'' a Sandro Lo Piccolo -. Naturalmente un saluto affettuoso per tuo padre e tutta la tua stimatissima famiglia''.
Già dalla scorsa primavera la polizia seguiva da vicino i favoreggiatori dei Lo Piccolo, sperando di arrivare alla loro cattura. Poi, il 2 agosto, un blitz aveva portato all'arresto di Franzese (leggi). Nel suo ''nascondiglio'', una villa del quartiere Cruillas, erano stati trovati i ''pizzini'' che il reggente di Partanna-Mondello si scambiava con Sandro Lo Piccolo: inutilmente, il boss aveva tentato di distruggerli, gettandoli nel water. I poliziotti li avevano recuperati nel pozzetto d'ispezione della fossa biologica. Poi, i tecnici della Scientifica li hanno ricostruiti con pazienza.

''Per il mio padrino - annotava ''Franco di Partanna'', Francesco Franzese -. Ho ricevuto con gioia la tua del 27 e mi accingo subito a risponderti. Però prima rispondo alle cose di lavoro così poi abbiamo più tempo per parlare un po' di noi. Per il fatto dei soldi ti ringrazio perché mi tieni informato di quello che ti mandano, però mi è bastato una sola volta che ti ho chiesto e ho visto che ti sei infastidito. Quindi mai più una parola da parte mia, sei tu che fai il tutto, naturalmente prima i tuoi bisogni, quando invece c'è qualche cosa che può tornare sarai tu stesso a dirmi questo discorso. Mi basta una volta nelle cose, e poi basta che ti vedo tranquillo per me va tutto bene. Per il 6000 della villa mi dovresti fare sapere qual è, però io penso che è un posto dove noi ci abbiamo fatto un paio di segnali, poi si è fatto vedere Colomba e ha detto che lo avevano cercato e adesso portava qualcosa. Se poi invece di portarli a me li ha fatti avere a te non c'è niente di male, ha fatto il suo dovere e la cosa più giusta''.
Insomma, nei pizzini di Franzese si è potuta vedere la totale dedizione di un capo mandamento per il suo padrino. Non importa se più giovane. Dedizione riconosciuta ed apprezzata dal giovane padrino: ''Io, caro figlioccio del mio cuore, sapendoti con i tuoi felice sarò altrettanto felice pure io!!! Capisco i brutti momenti che stai attraversando, ma se Dio vuole ormai ne hai per poco [...] Ti mando un milione di baci e abbracci e baci. Più bacetti per i piccoli... affettuosissimo abbraccio per tua moglie. Il tuo padrino. Ti voglio bene''.

Inoltre, segnati nel carteggio tra Franzese e Sandro Lo Piccolo, i nomi in codice dei ''soldati'' di Partanna: ''Pizza'' era il nome Antonino Nuccio. ''Orecchio'' era Andrea Gioè. ''Pittbull'', Domenico Ciaramitaro. Franzese, era ''Franco'', semplicemente.
Sembra che l'ultima indicazione annotata da Franzese prima dell'arresto fu per un omicidio. Vittima doveva essere un tale soprannominato ''crasticeddu'' (piccolo montone), che aveva commesso uno sgarro: ''Comunque Pizza ti terrà informato di tutto, a proposito, per il crasticeddu già è cotto, manca solo il posto. Però se tu non ti sposti è meglio appena ci vediamo mi spieghi per bene le modalità e ci "parlo" io, se poi tu mi autorizzi l'aiuto lo posso pure trovare senza bisogno di scomodarti tu''.

Chi pagava Lo Piccolo al Tribunale? - Ieri il gip Maria Pino ha convalidato i fermi dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, di Gaspare Pulizzi e Andrea Adamo, per la detenzione delle armi sequestrate nella villa di Giardinello, dove i quattro sono stati arrestati lunedì scorso. Prosegue intanto in procura l'esame della documentazione sequestrata.
Intanto si scopre che fra i pagamenti effettuati dal boss Salvatore Lo Piccolo ne è segnato uno nel libro mastro sequestrato durante il blitz a Giardinello, in cui compare la voce di spesa ''Tribunale''; accanto alla scritta il capomafia ha indicato fra le uscite la somma di 20mila euro. Il particolare scoperto ha impressionato molto i magistrati che stanno esaminando i pizzini, perché non è chiaro se si tratta di un pagamento effettuato a qualche ''talpa'' che potrebbe esserci a Palazzo di giustizia, e che passerebbe informazioni ai boss, oppure se si tratta di altro. La voce di spesa è segnata vicino a quella che riguarda gli ''avvocati''. Sulla vicenda i pm hanno avviato serrati riscontri. Il libro mastro sta rivelando enormi sorprese, soprattutto sull'identità delle vittime che pagavano il pizzo alla mafia. [La Sicilia]

[Per il pezzo sono stati utilizzati alcune informazioni tratte da un articolo di Salvo Palazzolo (leggi)]

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13 novembre 2007
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