Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

L'esilio per Berlusconi e il vento in poppa ai pirati...

Antonio Di Pietro e Luigi De Magistris contro il ''falso buonismo'' e il ''politicamente corretto''

04 gennaio 2010

Le riforme sono la priorità e occorre andare avanti con la Convenzione, che è "la soluzione migliore". Il leader della Lega, Umberto Bossi, in un'intervista apparsa sul 'Corriere della Sera', difende l'idea avanzata alcuni giorni fa da Roberto Calderoli. Il Senatùr definisce quindi il premier Silvio Berlusconi "un amico che rispetta i patti" e ammonisce sulla presenza di sabotatori delle riforme affermando "finché non vai in Commissione non sai mai cosa può succedere a chi è con te".
Sul fronte Pdl, però, le parole del leader del Carroccio non trovano grande sponda. Come spiega il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto: "E' da evitare il percorso della Convenzione che richiederebbe molto tempo per definire il suo ruolo, la sua composizione e poi per approvarla in Parlamento". "Che la bozza Violante fornisse i titoli per ciò che riguarda le riforme istituzionali è chiaro da tempo - rimarca quindi Cicchitto - Il problema è di lavorare su quei titoli riempiendoli di contenuti condivisibili e condivisi", aggiunge auspicando l'avvio di "due tipi di lavori: tecnico-politico a livello di maggioranza, che riguarda sia il partito sia i gruppi parlamentari di Camera e Senato, e confronto di merito tra maggioranza ed opposizioni (Pd e Udc)".

A tornare sulle riforme attaccando governo e maggioranza è anche Antonio Di Pietro. "L'Italia - scrive sul suo blog il leader dell'Idv - ha bisogno di riforme che devono essere discusse in Parlamento e in nessun altro posto, con i tempi che queste richiedono per essere approvate, tempi sicuramente diversi dalle scadenze processuali di Berlusconi. Ma come si può chiedere a un branco di elefanti di attraversare un negozio di cristalli senza rompere nemmeno un bicchiere?".
Dal punto di vista politico perciò per Di Pietro "il 2010 costringe già a disseppellire l'ascia di guerra contro il solito manipolo golpista che vuole stravolgere la Costituzione cavalcando le dichiarazioni del Capo dello Stato, forse incaute visti gli interlocutori". Il leader dell'Italia dei Valori critica il discorso di fine anno di Napolitano perché "ha messo 'il vento in poppa alla barca dei pirati' che utilizzerà strumentalmente le dichiarazioni di chi rappresenta le istituzioni per distruggere e mortificare le stesse". Per Di Pietro "la riprova l'abbiamo già perché, al di là di insistenti richieste di dialogo con l'opposizione, questa maggioranza non ha fatto, né farà, un solo passo indietro dal proposito di ottenere, nel più breve tempo possibile, l'approvazione di leggi 'ad personam' che assicurino l'impunità del presidente del Consiglio".
Crede poco alla ricerca di "un accordo comune" e di un ritorno al dialogo tra maggioranza e opposizione, anche l'eurodeputato dell'Idv Luigi De Magistris.
"Forse sarebbe saggio che qualcuno proponesse veramente un Lodo, ma per salvare il paese da Berlusconi. Qualche idea me la sono fatta e in osservanza alla prassi inaugurata dal governo, lo chiamerei 'Lodo de Magistris'. Pochi punti da definire insieme e non serve nemmeno cambiare la Costituzione, perché approvato in sua difesa, e se anche ci fosse un referendum, credo passerebbe con grande consenso. La proposta di fondo è questa: garantiamo a Berlusconi la possibilità di lasciare l'Italia senza conseguenze". E' quanto scritto l'altro ieri da De Magistris sul suo blog. "Non c'è trucco - aggiunge - e non c'è inganno: solo il bisogno di ritornare ad essere una nazione democratica e civile". Per De Magistris "carta e tv liberate potranno riprendere a fare il loro dovere: informare sui fatti, gli stessi che da anni cercano di occultare perseguitando i giornalisti anche se pongono solo domande, cioè fanno il loro mestiere, ovviamente quelli che sopravvivono all'infezione dell'autocensura preventiva" e il Parlamento "tornerebbe al proprio compito perché svincolato dalla sua agenda giudiziaria che oggi detta i temi, anzi il tema alle istituzioni: le necessità giudiziarie del fuggitivo da garantire prima di quelle degli italiani".
"La magistratura - prosegue l'ex pubblico ministero - non più costretta agli assalti quotidiani potrebbe dedicarsi senza timore alla missione che le spetta e le mafie non si sentirebbero più di poter spadroneggiare indisturbate. Per le casse dello Stato il guadagno sarebbe altissimo, per non parlare di quello dell'etica pubblica. Finito l'inquinamento di tutti gli ambiti economici e mediatici, il mercato finalmente alleggerito dalla cappa del suo conflitto di interessi, forse riprenderebbe a girare normalmente. E le somme ritrovate - propone De Magistris - anche con una lotta all'evasione certa, potrebbero essere investite nella formazione e nell'istruzione: una sorta di 8 per mille dell'antibelusconismo".

Il Partito democratico prende le distanze dalle parole di Di Pietro e di De Magistris, e con il vicesegretario Enrico Letta commenta: "Con questa continua rincorsa Di Pietro e De Magistris portano il centrosinistra nell'abisso e sono i migliori alleati di Berlusconi. Noi continuiamo sulla nostra linea di sostegno e difesa del capo dello Stato e della sua posizione a favore delle riforme e dell'interesse nazionale".
E non si è certo fatta attendere la reazione del Pdl, affidata al coordinatore nazionale Sandro Bondi: "Anche le ultime dichiarazioni dell'ex pubblico ministero di Milano Di Pietro, che chiamano nuovamente e impropriamente in causa il Presidente della Repubblica, evidenziano al Pd il problema non più rinviabile di come sia possibile conciliare l'alleanza politica con un partito eversivo come quello di Di Pietro con il proposito di divenire un partito riformista disponibile al dialogo, e con il doveroso rispetto nei confronti delle più alte istituzioni".
Sulla stessa linea il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone. "Oggi, come troppe altre volte, è il Quirinale il bersaglio di Di Pietro. Ma, in un climax che non sembra avere fine, ogni giorno prosegue e si irrobustisce quella che sembra una strategia con tratti eversivi, volta a impedire un normale confronto politico". Per Capezzone quello che l'Idv cerca è una "Piazza Navona permanente. Il Pdl e la maggioranza faranno la loro parte - taglia corto - ora sta al Pd marginalizzare chi ha l'unico obiettivo di avvelenare i pozzi".
Più tardi è ancora Fabrizio Cicchitto a notare che "il nucleo d'odio è sempre in azione, come stanno a testimoniare le dichiarazioni di De Magistris ieri e oggi di Di Pietro. I componenti di questo nucleo d'odio hanno tre bersagli: il primo è da sempre Berlusconi, contro il quale nel 2009 è stata sviluppata una campagna d'odio con i risultati che abbiamo visto. Ma non finisce qui". Cicchitto continua: "Il secondo obiettivo è la parte del Pd che vuole condurre contro il governo Berlusconi e la maggioranza una battaglia di opposizione normale; il terzo bersaglio è il Presidente Napolitano, verso il quale non hanno neanche il dovuto rispetto istituzionale, forse perché non sopportano il ruolo al di sopra delle parti che questo presidente della Repubblica, diversamente da altri, sta svolgendo".
Secondo Anna Maria Bernini, portavoce vicario Pdl, nell'Idv c'è una "gara tra due galletti che stanno stretti in un solo pollaio e che fanno a chi strilla più forte". E ancora su quella che definisce la "delirante intemerata dell'europarlamentare De Magistris" che "non va sottovalutata né relegata nella categoria dell'umorismo becero in perfetto stile Idv", Bernini rimarca: "Si tratta di vilipendio di una fondamentale istituzione dello Stato, posto in essere da un rappresentante dell'Italia in Europa". "E non certo per motivi ideali: il format è sempre quello, fare sensazionalismo d'accatto per accendere su di sé riflettori autopromozionali; e anche i protagonisti sono sempre gli stessi: ex magistrati che, con la toga in mano, hanno bussato alla porta della politica. Pulsate et aperitur, come direbbe il 'nuovo dipietro 2010' versione latinorum''. "Ma questa competizione tra Di Pietro e De Magistris per il governo del partito più cesarista del Parlamento - taglia corto l'esponente del Popolo della libertà - non può trascinare tutta l'Italia in una deriva di invettiva sterile ed autodistruttiva, paralizzando il processo delle riforme".

Oggi, Luigi De Magistris, cerca di smorzare le polemiche e sulla sua proposta di mandare in esilio Silvio Berlusconi dice: "Era solo una provocazione, in questo Paese si sta perdendo il senso dell'umorismo". Parole che De Magistris puntualizza e contestualizza: "Io sono convinto che Berlusconi vada sconfitto politicamente. Volevo anche smitizzare il lodo, è una provocazione di questo tipo". Nella sostanza, però, le critiche dell'esponente dell'Idv non cambiano di un centimetro: "Se vogliamo pensare che l'Italia è caduta nel basso impero e quindi c'è un sultano che sta stravolgendo la democrazia, allora l'esilio potrebbe essere una conseguenza, ma si può anche intendere come una scelta addirittura vantaggiosa per Berlusconi. Perché rispetto agli altri cittadini che si fanno fare i processi, lui fa leggi per non subire conseguenze giuridiche". De Magistris punta il dito contro il conflitto di interessi che vede protagonista il premier: "Sfido un paese ad avere un'informazione libera, pluralista e indipendente e non controllata come è in parte da Berlusconi e poi vediamo se Berlusconi ha o meno lo stesso consenso. Se non controllasse la Mondadori attraverso processi corruttivi, se non avesse acquisito il controllo delle licenze televisive attraverso il rapporto corruttivo con Craxi, chissà se arivava ad avere lo stesso consenso. Io ho dei dubbi".
Quanto alle critiche del leader del suo partito all'indirizzo di Giorgio Napolitano, che hanno provocato l'irritazione del Pd, De Magistris, nello sostanza, le conferma: "Lo vorrei più custode della Costituzione. Per esempio il 'Lodo Alfano' non andava promulgato. Il fatto che il presidente non promulghi e rimandi alle Camere la legge ha un significato politico. Napolitano non lo ha fatto e questa critica non significa non avere rispetto".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

04 gennaio 2010
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia