L'Etna sta bene, le Eolie un po' meno
Dal Report sullo stato di salute dei 228 siti che l'Unesco definisce patrimonio dell'umanità
L'Etna sta bene. Dalla prima valutazione globale dello stato di salute dei 228 siti naturali definiti patrimonio dell'umanità dall'Unesco, salta fuori che poco meno di due terzi - e tra questi anche quelli in territorio italiano - sono ritenuti in condizioni buone o quanto meno non preoccupanti. Il 37% è invece definito in grave pericolo, a causa di specie invasive, del bracconaggio e soprattutto del cambiamento climatico. Lo sostiene il nuovo rapporto dell'Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura).
Il 63% delle aree naturali risulta essere "ben conservato"; in particolare il 21% dei siti ha una "buona prospettiva di conservazione" e il 42% viene classificato come in "buono stato con alcune preoccupazioni". Nella prima categoria figura l'Etna (oltre al Monte San Giorgio, le cui pendici toccano l'Italia, ma il cui patrimonio paleontologico si trova interamente in Svizzera), nella seconda sono stati inseriti sia le Dolomiti sia le Isole Eolie.
Il 29% dei siti naturali viene descritto "con preoccupazioni significative" e l'8% valutato addirittura in "pericolo critico" e con "necessità di urgenti azioni". Tra i molti valori che questi luoghi possiedono, la biodiversità si trova ad essere il settore in cui è più alto il livello di pericolo.
L'analisi è stata pubblicata in occasione del Congresso mondiale dei parchi svoltosi a Sydney.
Finora solo metà dei siti erano stati regolarmente monitorati attraverso la convenzione apposita dell'Organizzazione delle nazioni unite per l'educazione, la scienza e la cultura.
Molti dei tesori naturali maggiormente minacciati si trovano in Africa, primi fra tutti il Parco nazionale del Virunga, dove vive circa la metà dei gorilla di montagna restanti al mondo, e il Parco nazionale del Serengeti in Tanzania. Tra gli altri luoghi che suscitano non poche preoccupazioni (sotto la categoria "significant concern") rientrano la Grande barriera corallina in Australia, il parco nazionale delle Everglades in Florida, Machu Picchu in Perù e il Parco nazionale di Sundarbans in India, che ospita una popolazione di tigri in via di estinzione.
In Europa in particolare il rapporto identifica il turismo e l'inquinamento delle acque come la principale causa dei problemi per i siti naturali patrimonio dell'umanità. Nessuno comunque appare in "pericolo critico". [Fonte: Lasiciliaweb.it]