L'Euro salvato dalla speculazione
Dall'Ecofin straordinario dei 27 ministri europei dell'economia 750 miliardi per l'euro
Dopo una maratona di undici ore, due sospensioni, decine di bilaterali e l'intervento telefonico dei capi di Stato e di governo, i ministri delle Finanze dei 27 riuniti a Bruxelles per un Ecofin straordinario hanno raggiunto nella notte un accordo per un piano di aiuti del valore di 500 miliardi - cui se ne aggiungeranno 250 dall'Fmi - per salvare l'euro dalla speculazione.
"Il Consiglio ed i Paesi membri - si legge nelle conclusioni - hanno deciso oggi un pacchetto comprensivo di misure per preservare la stabilità finanziaria in Europa, compreso un meccanismo di stabilizzazione finanziaria europeo" di 500 miliardi di euro, di cui 60 arriveranno dalla Commissione europea e 440 saranno in prestiti e garanzie forniti dai Paesi dell'eurozona.
La maratona negoziale dei ministri finanziari dei 27 è stata una vera e propria corsa contro il tempo: la deadline era la riapertura delle borse (all'una di notte la prima è stata quella di Tokyo), alle quali dovevano inviare un segnale di forte impegno a difesa dell'euro e contro gli "sciacalli" della speculazione all'assalto dell'economie più in difficoltà, come quelle di Spagna e Portogallo. E i due Paesi vengono citati nelle conclusioni del Consiglio, che "sostiene fortemente l'impegno" di Madrid e Lisbona "a prendere significative misure aggiuntive di consolidamento nel 2010 e nel 2011 e di presentarle all'Ecofin del 18 maggio. L'adeguatezza di queste misure sarà valutata dalla Commissione a giugno, nel contesto delle procedure sul deficit eccessivo".
"E' un lavoro fatto bene", ha commentato al termine della riunione il ministro delle Finanze Giulio Tremonti, annunciando l'anticipo a mercoledì prossimo - rispetto alla data fissata del 21 maggio - della prima riunione della task force presieduta dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy che dovrà riformare il Patto si stabilità secondo quanto deciso al Consiglio europeo del 25 marzo. "Fino a due ore fa - ha detto Tremonti, parlando durante la notte - hanno partecipato al negoziato anche i capi di Stato e di governo collegati telefonicamente. Alla fine è stata trovata una soluzione, soprattutto grazie al contributo di Francia, Germania e Italia". Ora "vedremo se funzionerà con le borse".
Il programma di prestiti concordato sarà utilizzato "solamente in caso di necessità", ha chiarito il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, precisando che la concessione di fondi ai Paesi che dovessero averne bisogno sarà associata a "condizioni rigorose". "Il sistema è molto simile a quello messo in piedi per la Grecia", ha precisato ancora Rehn, secondo cui, "se siamo stati in grado" di mettere a punto un pacchetto di aiuti per Atene, "dovremo essere in grado di farlo per qualsiasi altro Paese ne avesse la necessità".
"Io credo che la cifra indichi la determinazione collettiva ad affrontare la destabilizzazione nella zona euro", ha commentato il ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde, mentre il collega svedese Anders Borg, dopo aver esortato a "combattere gli sciacalli della speculazione", sottolineava come l'Europa non potesse permettersi di "deludere i mercati" ancora una volta dopo i tre mesi persi a discutere se bisognasse o meno salvare la Grecia. E i mercati, in effetti, sembrano aver risposto bene al piano di salvataggio deciso dall'Ecofin: l'indice Nikkei della borsa di Tokyo, la prima a riaprire all'una di notte ora italiana, non appena si è diffusa la notizia dell'accordo a Bruxelles ha guadagnato 225 punti.
Da New York, intanto, dove ieri è arrivato il via libera agli aiuti alla Grecia per 30 miliadi in tre anni, parte del pacchetto da 110 messo a punto con l'Europa, il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Khan, ha sottolineato come "queste misure aiuteranno a rassicurare la stabilità finanziaria ed economica globale e a preservare l'economia globale. La loro attuazione per rimettere le finanze pubbliche su un percorso sostenibile è la chiave" per ridare fiato all'economia europea.
Dopo l'annuncio dell'accordo a Bruxelles, la Banca centrale europea ha fatto sapere di essere disposta ad aquistare titoli di Stato dei Paesi in difficoltà. Dopo aver resistito per settimane, la Bce ha dunque deciso di ricorrere alla cosidetta "opzione nucleare" per salvare l'euro dagli attacchi della speculazione. In un comunicato, la Banca centrale europea ha spiegato la sua decisione con "le attuali circostanze eccezionali sui mercati". La Bce non ha per il momento precisato a quanto ammonterà il suo intervento, ma si tratta comunque di una decisione storica, sottolineano economisti ed analisti, ricordando che nei giorni scorsi, il presidente dell'istituto, Jean-Claude Trichet - che venerdì aveva lanciato l'allarme sul rischio di una "crisi sistemica" - aveva escluso l'ipotesi di acquistare titoli di stato. [Adnkronos]