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L'ex assessore regionale all'Industria, Pippo Gianni...

Nel mirino della Procura per presunte tangenti. "Dimostrerò alla Magistratura la mia più totale estraneità ai fatti"

25 luglio 2014

Tra gli indagati per corruzione nell'inchiesta della Procura di Palermo sulle tangenti per la realizzazione del parco fotovoltaico di Monreale (Palermo) c’è anche l'ex assessore regionale all'Industria Pippo Gianni - ex Udc e attualmente deputato all'Assemblea siciliana, dove è stato eletto nella lista Cantiere popolare prima di passare al gruppo dei Democratici riformisti per la Sicilia. Insieme a lui, per lo stesso reato è indagato il dirigente della Regione Martino Russo, mentre un'altra funzionaria, Francesca Marcenò, dovrà risponde di abuso d'ufficio.
L'indagine dei pm Roberto Tartaglia e Luca Battinieri partono da un'inchiesta portata avanti dalla Guardia di finanza di Napoli su un'evasione fiscale per 252 milioni di due imprenditori toscani - Luciano e Francesco Meoni, amministratori della Airon group che ha realizzato l'impianto di Monreale e arrestati nell'aprile scorso - che avrebbero elargito mazzette. Indagato anche un dirigente della società, Sandro Marchesi.

Per l'accusa il gruppo avrebbe costituito un'associazione a delinquere alla quale avrebbero partecipato anche un dipendente dell'assessorato regionale alle Politiche agricole Salvador Vittorioso e il commissario della polizia municipale Salvatore Grippi. Quest'ultimo, il 24 ottobre 2009, avrebbe dovuto ricevere a Palermo due uomini di Meoni - Franco Barbetta e Ledo Pacchiarotti - che portavano 150 mila euro in una valigia per pagare, scrivono i magistrati, "i pubblici funzionari siciliani". Ma i due furono bloccati nel porto di Napoli prima di imbarcarsi per il capoluogo siciliano. In quel periodo, il 2009, appunto, le intercettazioni avrebbero svelato che Gianni aveva ricevuto in regalo un televisore 46 pollici e un cellulare.

"Se dovesse essere coinvolto sarebbe grave, non conosco gli atti della Procura, vediamo gli atti e faremo le valutazioni amministrative e politiche". Il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, a margine di una conferenza stampa, ha risposto così ai cronisti che gli hanno chiesto della vicenda. "Certo, se Gianni si fosse fatto condizionare per avere un orologio o un televisore, difficilmente troverebbe la mia comprensione. Ma aspettiamo. In ogni caso, in queste vicende c'è sempre stata la pressione della politica. Quella politica che insiste perché un funzionario rimanga in un ufficio, a occuparsi di determinate pratiche. Ecco, la politica deve interessarsi meno della gestione della cosa amministrativa".
"Anche per quanto riguarda i funzionari vediamo gli atti, fare un processo senza avere le carte diventa imbarazzante - ha aggiunto - per precauzione faremo un procedimento di sospensione. Per i deputati non mi pare sia previsto dalla legge".

Il diretto interessato ha replicato alle accuse con una nota pubblicata da LiveSicilia, dove dice: "In relazione alle notizie riportate sulla stampa circa un mio ipotetico coinvolgimento in fatti di corruttela relativi ad autorizzazioni di impianti fotovoltaici a Monreale mi preme sottolineare la mia più totale estraneità ai fatti, che dimostrerò con prove certe alla Magistratura inquirente il cui lavoro io rispetto. Infatti, al tempo del rilascio di tali autorizzazioni non ero più Assessore da oltre sei mesi, non ho mai incontrato né conosciuto i beneficiari di tali atti amministrativi ne loro amici o conoscenti, non ho memoria di televisori o telefonini cellulari ricevuti in dono nel Natale dell'anno 2008 da tali oggetti" (continua a leggere su LiveSicilia).

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno, Repubblica/Palermo]

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25 luglio 2014
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