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L'ex base Nato di Isola delle Femmine diventerà una delle più grandi "Città della Scienza" d'Europa

18 luglio 2007

Un'area di 50 ettari e un chilometro di gallerie nelle viscere della montagna di Isola delle Femmine (PA). Fino ad otto anni fa questo territorio apparteneva alla Nato; un hangar e una polveriera in una delle più importanti zone geopolitiche del mondo: il Mediterraneo.
Da sito bellico questa grande area si trasformerà in un luogo per la promozione della vita e dello sviluppo territoriale dal punto di vista scientifico-turistico-economico. Qui nascerà, infatti, una delle più grandi ''Città della Scienza'' di tutta Europa per lo studio e la tutela della flora e della fauna del Mediterraneo, con annessi acquario, percorso ambientalistico, stazione di biologia marina e ostello della gioventù nelle vicinanze dell'aeroporto di Palermo.

Il progetto, tramite un protocollo d'intesa, vede insieme la Regione (assessorati Turismo e Ambiente), la Provincia di Palermo, il comune di Isola delle Femmine, Confindustria Sicilia, Tecla e Unimed (che unisce le università del Mediterraneo).
Il costo dell'opera, circa 100 milioni di euro, sarà coperto in parte da fondi europei e in parte da risorse dei partner. Lo studio di fattibilità sarà pronto a novembre.
L'intervento di Confindustria Sicilia mira a promuovere la nascita, attorno a questo centro scientifico-turistico internazionale, di un sistema che, fra strutture di ricerca, attività ricettive e indotto dei servizi, sia capace di assorbire circa tremila persone.
 
Secondo Ettore Artioli, vicepresidente di Confindustria per il Mezzogiorno, quello della Città della Scienza di Isola delle Femmine è ''un innovativo modello di sviluppo'' esportabile in tutto il Sud Italia, e che Confindustria intende esportare. ''Le istituzioni pubbliche acquisiscono il bene dal demanio e si occupano delle opere strutturali; l'apporto dei privati è di tipo manageriale, per promuovere i flussi di visitatori e per far sì che un bene naturalistico quale la risorsa marina diventi anche strumento di attrazione turistica attraverso un'osservazione diretta e multimediale delle sue bellezze e delle tecniche di tutela adottate sul posto dagli scienziati''.

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18 luglio 2007
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