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L'ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro diffida Michele Santoro dal mandare in onda 'La mafia è bianca'

30 gennaio 2008

All'indomani della sentenza che lo ha condannato a cinque anni di reclusione per aver sì favorito qualcuno, ma non un mafioso (o meglio, qualcuno che, sostine lui stesso, all'epoca non era mafioso), l'oramai ex governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro, discutendo con due giornalisti di ''AnnoZero'', il programma Rai di Michele Santoro, disse: "Adesso l'onorevole Santoro non mi potrà più dire che sono un colluso con la mafia. Potrà dire che che ho fatto il 'cascettone', nel senso che ho dato qualche informazione, per questo sono stato condannato, ma mafioso non lo potrà più dire. Nemmeno l'onorevole Santoro". "I giornalisti sono paradiso per me, anche voi..." disse ancora Cuffaro dopo aver precisato che subito dopo la lettura della sentenza "non mi sono dato il cinque con i miei avvocati, non l'ho fatto nemmeno quando giocavo a pallone...". "Se qualcuno ha festeggiato, ha motivo di farlo - ha spiegato - perché dopo 5 anni lunghissimi essere stato liberato dall'accusa di mafia è un po' meno sconfortante di quanto lo era prima". "So - concluse ironicamente l'ex presidente - che anche voi, nel vostro cuore speravate che io non venissi condannato per mafia e so che adesso siete contenti...".

Beh, che siano contenti o meno i due giornalisti, l'onorevole Santoro ha deciso di dedicare la puntata di AnnoZero che andrà in onda domani sera (giovedì 31 gennaio, ore 21.05), proprio a lui e alle sue vicende, annunciando che proporrà ampi stralci del reportage 'La mafia è bianca' firmato dai giornalisti Stefano Maria Bianchi e Alberto Nerazzini, e che analizza principalmente la gestione della sanità in Sicilia. Nel reportage vengono descritti soprattutto i rapporti tra mafia, manager, imprenditori sanitari, e politica con lo stesso Cuffaro fra i protagonisti.
Dalla redazione del programma hanno fatto sapere di aver già ricevuto una diffida dall'ex governatore a mandare in onda gli estratti del docu-film.

Cuffaro ha infatti incaricato i suoi legali di diffidare la Rai dal trasmettereI le parti dell'inchiesta “La mafia è bianca” in cui viene ritratto lo stesso ex governatore della Sicilia. “Da alcune anticipazioni della redazione - si legge nel testo nella diffida inviata al direttore generale Claudio Cappon e al direttore di Raidue Antonio Marano - è stata resa nota l'intenzione di mandare in onda taluni brani del dvd in argomento, contenente una ricostruzione suggestiva tendente a descrivere l'on. Cuffaro quale soggetto colluso o quanto meno collegato alla mafia. L'intero impianto del dvd, allusivo e insinuante, accompagnato da tecniche di ripresa e colonna sonora a effetto fornisce una versione dei fatti volta a suggerire allo spettatore l'idea di una vicinanza tra l'on. Cuffaro e Cosa Nostra, smentita dall'azione amministrativa e politica del Governo dallo stesso presieduto, ed una sostanziale anticipazione colpevolista delle conclusioni della magistratura relative alla vicenda giudiziaria, ancora non conclusa che ha riguardato lo stesso”. “Considerato - prosegue il documento - che detto collegamento è da ritenersi altamente diffamatorio per qualunque cittadino ed ancor più nel caso dell'on. Cuffaro che ha rappresentato la massima carica istituzionale della Sicilia facendo del contrasto agli interessi criminali uno degli obiettivi principali del proprio operato politico e amministrativo, vi diffidiamo, pertanto dal trasmettere l'immagine dell'on. Cuffaro accostata o inserita all'interno di contesti di mafia così come emerge dal contesto dell'opera editoriale in questione”.

L'inchiesta (dvd +libro con la prefazione di Michele Santoro, e pubblicata nel 2005 da Bur) fin dalla sua pubblicazione, fece infuriare l'ex governatore che chiamò a raccolta i suoi avvocati e chiese il ritiro del cofanetto dalle librerie italiane. Alla fine della vicenda giudiziaria, a gennaio del 2006, il Tribunale Civile di Bergamo diede torto a Cuffaro: nessuna trama denigratoria né nel libro, né nel dvd e ora è arrivato il momento di vedere il reportage sulla televisione pubblica.

Michele Santoro, da parte sua, è assolutamente sereno e ha detto solamente: “Io vado avanti e faccio la mia trasmissione”. Il giornalista ha fatto sapere di avere invitato lo stesso Cuffaro, ma che l'invito è stato declinato, causa altri impegni. L'ex governatore, pensando che la puntata di AnnoZero di giovedì scorso fosse dedicata anche a lui, si era lamentato di non essere stato invitato, di trovarsi a dover subire "un processo in contumacia” e di essere comunque disponibile a un contraddittorio nello studio televisivo che ospita AnnoZero.
Mentre la Rai tace, la disputa Santoro-Cuffaro ha già innescato polemiche politiche. "La Rai mandi in onda il documentario 'La mafia è bianca' e non si faccia intimidire da Cuffaro. La libertà di informazione e il diritto di cronaca sono i capisaldi di un sistema democratico", ha affermato il senatore Natale Ripamonti, vicepresidente del Gruppo Verdi-Pdci e membro della commissione di vigilanza Rai. Il gruppo di Rifondazione-Sinistra Europea chiede all'azienda di non ascoltare gli "avvertimenti" dell'ex governatore, mentre Esterino Montino, rappresentante del Pd in commissione di Vigilanza, dice: “La diffida ad AnnoZero ad opera di Salvatore Cuffaro è grave e paradossale”. Secondo Roberto Cuillo (Pd) “nessuno si deve permettere di vietare la libertà d'informazione. Soprattutto non se lo può permettere neanche quel Cuffaro condannato a cinque anni da un tribunale della Repubblica e interdetto dai pubblici uffici”. Un coro quasi unanime al quale si aggiungono l'Italia dei Valori e Cesare Salvi (Sinistra Democratica).

A difendere la diffida di Cuffaro rimane Gianfranco Miccichè, presidente dell'Assemblea regionale siciliana: “Non si può che dare ragione a Cuffaro. Ho visto il dvd di Santoro e la ricostruzione dei fatti è assolutamente fuorviante. Questa non è un'intimidazione di Cuffaro nei confronti di Santoro, ma è l'intimidazione di Santoro nei confronti della politica e della Sicilia”.

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30 gennaio 2008
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