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L'ex ministro Gianfranco Miccichè ribadisce la propria candidatura a guidare il Parlamento siciliano

31 maggio 2006

Pur se vincitori, nelle file azzurre siciliane non si respira ancora l'aria di meritata distensione che il risultato delle regionali avrebbe dovuto portare alla Cdl. A poche ore dall'elezione come deputato regionale, l'ex ministro Gianfranco Miccichè ribadisce la propria candidatura a guidare il Parlamento siciliano, lanciando messaggi chiari agli alleati della Cdl e in particolare al collega di partito Renato Schifani, con il quale è stato protagonista di una spaccatura alla vigilia del voto.
''La mia candidatura - ha spiegato Miccichè - ha portato 20 mila voti in più al partito perché non ha tolto un solo voto ai deputati uscenti e sono proprio quei 20 mila voti che hanno fatto scattare un seggio in più''. Quindi, ha aggiunto: ''la mia presenza all'Ars, quale che sia il mio ruolo, sarà utile per sostenere e aiutare il presidente Salvatore Cuffaro''.
''Quale che sia il suo ruolo'' relativamente, infatti ce ne uno al quale punta Miccichè, ed è quello di presidente dell'Assemblea regionale siciliana. ''Quando ne ho parlato con Angelino Alfano (coordinatore regionale di Forza Italia) lui mi ha detto che era d'accordo e Forza Italia la rivendica con forza; dopodiché sarà la coalizione a decidere, io non c'è dubbio che la mantengo''.

Su i suoi rapporti con Renato Schifani, Miccichè ha spiegato di essersi ''limitato a constatare'': ''Se vuole confrontarsi con me deve candidarsi ma non è provocazione, è una constatazione. Non c'è dubbio che qualcuno, tra cui Schifani (che per le elezioni di domenica scorsa appoggiava Giovanni Mercadante, ndr), non ha gradito questa mia candidatura e quando si dice che è una questione di metodo rimangono perplesso. Io ne ho parlato col partito quando ho chiesto al presidente Berlusconi la presidenza dei senatori di FI per Schifani e non ho fatto un referendum; lo stesso è avvenuto quando ho chiesto di candidare Francesco Musotto alla presidenza della Provincia di Palermo. Di sicuro sono stato eletto e seguirò le indicazione del mio partito''.
''Sono abituato a non polemizzare con i colleghi di partito. Preferisco parlare con loro di progetti e di politica, per cui non rilascerò più dichiarazioni sull'amico Gianfranco Miccichè. Auguro a lui e a tutti i neo eletti di Forza Italia in Sicilia un buon lavoro'', ha detto Schifani.

Per quanto riguarda il risultato elettorale, secondo Miccichè ''il voto è la conferma di quanto era già emerso con le politiche: la Sicilia non vuole essere governata dal centrosinistra ed è anche la risposta al governo nazionale che ha avuto un atteggiamento punitivo nei confronti della Sicilia''. Miccichè ha sottolineato che nel governo Prodi ''non ci sono ministri siciliani, a differenza che nel precedente esecutivo che contava su quattro ministri siciliani che hanno lavorato nell'interesse dell'isola. È importante che ci sia in Sicilia un governo della Cdl che sarà una spina nel fianco del governo nazionale''. ''Cuffaro - ha concluso Miccichè - ha ottenuto ciò che mi aspettavo, tra il 53 e il 54% dei consensi; è un risultato positivo considerata la presenza del voto disgiunto e la conferma che il 53% dei siciliani vuole lui come presidente così come il 42% voleva la Borsellino, il cui risultato è superiore a quello ottenuto cinque anni fa da Leoluca Orlando, che pure è un politico di professione''.

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31 maggio 2006
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