L'ex ministro Gianfranco Miccichè ribadisce la propria candidatura a guidare il Parlamento siciliano
Pur se vincitori, nelle file azzurre siciliane non si respira ancora l'aria di meritata distensione che il risultato delle regionali avrebbe dovuto portare alla Cdl. A poche ore dall'elezione come deputato regionale, l'ex ministro Gianfranco Miccichè ribadisce la propria candidatura a guidare il Parlamento siciliano, lanciando messaggi chiari agli alleati della Cdl e in particolare al collega di partito Renato Schifani, con il quale è stato protagonista di una spaccatura alla vigilia del voto.
''La mia candidatura - ha spiegato Miccichè - ha portato 20 mila voti in più al partito perché non ha tolto un solo voto ai deputati uscenti e sono proprio quei 20 mila voti che hanno fatto scattare un seggio in più''. Quindi, ha aggiunto: ''la mia presenza all'Ars, quale che sia il mio ruolo, sarà utile per sostenere e aiutare il presidente Salvatore Cuffaro''.
''Quale che sia il suo ruolo'' relativamente, infatti ce ne uno al quale punta Miccichè, ed è quello di presidente dell'Assemblea regionale siciliana. ''Quando ne ho parlato con Angelino Alfano (coordinatore regionale di Forza Italia) lui mi ha detto che era d'accordo e Forza Italia la rivendica con forza; dopodiché sarà la coalizione a decidere, io non c'è dubbio che la mantengo''.
Su i suoi rapporti con Renato Schifani, Miccichè ha spiegato di essersi ''limitato a constatare'': ''Se vuole confrontarsi con me deve candidarsi ma non è provocazione, è una constatazione. Non c'è dubbio che qualcuno, tra cui Schifani (che per le elezioni di domenica scorsa appoggiava Giovanni Mercadante, ndr), non ha gradito questa mia candidatura e quando si dice che è una questione di metodo rimangono perplesso. Io ne ho parlato col partito quando ho chiesto al presidente Berlusconi la presidenza dei senatori di FI per Schifani e non ho fatto un referendum; lo stesso è avvenuto quando ho chiesto di candidare Francesco Musotto alla presidenza della Provincia di Palermo. Di sicuro sono stato eletto e seguirò le indicazione del mio partito''.
''Sono abituato a non polemizzare con i colleghi di partito. Preferisco parlare con loro di progetti e di politica, per cui non rilascerò più dichiarazioni sull'amico Gianfranco Miccichè. Auguro a lui e a tutti i neo eletti di Forza Italia in Sicilia un buon lavoro'', ha detto Schifani.
Per quanto riguarda il risultato elettorale, secondo Miccichè ''il voto è la conferma di quanto era già emerso con le politiche: la Sicilia non vuole essere governata dal centrosinistra ed è anche la risposta al governo nazionale che ha avuto un atteggiamento punitivo nei confronti della Sicilia''. Miccichè ha sottolineato che nel governo Prodi ''non ci sono ministri siciliani, a differenza che nel precedente esecutivo che contava su quattro ministri siciliani che hanno lavorato nell'interesse dell'isola. È importante che ci sia in Sicilia un governo della Cdl che sarà una spina nel fianco del governo nazionale''. ''Cuffaro - ha concluso Miccichè - ha ottenuto ciò che mi aspettavo, tra il 53 e il 54% dei consensi; è un risultato positivo considerata la presenza del voto disgiunto e la conferma che il 53% dei siciliani vuole lui come presidente così come il 42% voleva la Borsellino, il cui risultato è superiore a quello ottenuto cinque anni fa da Leoluca Orlando, che pure è un politico di professione''.