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L'ex ministro Lunardi paga pegno per... per le maxiliquidazioni illegittime all'ex Cda dell'Anas

27 novembre 2006

La Corte dei Conti (sezione giurisdizionale del Lazio) ha condannato l'ingegner Pietro Lunardi, ex ministro alle Infrastrutture del governo Berlusconi, a risarcire l'Ente nazionale per le strade, l'Anas, per 2.757.877,34 euro per aver ''liquidato'' illegittimamente i membri dell'ex Consiglio di Amministrazione di questa. Nella sentenza (n. 2282) emessa il 10 novembre, che accoglie la richiesta della Procura, si legge: ''Danno erariale sul presupposto che trattasi di esborsi privi di giustificazione e, quindi, non dovuti''. Scelta che la Corte ritiene ''palesemente arbitraria... un'azione che travalica i princìpi di economicità e di razionalità, tanto da configurare il vizio di eccesso di potere''.

Ma, facciamo un passo indietro e vediamo un po' come si è svolta la vicenda...
E' 2001, e l'ingegner Pietro Lunardi si è appena insediato al ministero per le Infrastrutture. Una delle sue prime decisioni è mandare a casa i vertici Anas. Presidente, all'epoca, è Giuseppe D'Angiolino, ex ufficiale della Guardia di finanza. Sembra, ha raccontato qualcuno, che tra i due non corre buon sangue. D'Angiolino, infatti, ha revocato alcuni incarichi all'ingegnere non ancora ministro ma consulenze per Anas per un paio di gallerie. All'ex ufficiale i conti non tornano: quando c'è di mezzo la società Rocksoil, società intestata all'ingegnere, i costi lievitano. Così, dopo aver fatto eseguire delle perizie, chiede al futuro ministro di abbassare il prezzo o lasciare...
Poi Lunardi diventa ministro e... D'Angiolino deve farsi da parte... Per convincerlo, Lunardi è disposto a pagare, con i soldi dello Stato (quindi i nostri, è bene ricordarlo sempre) anche più del dovuto. D'Angiolino accetta e il 27 settembre 2001 lascia l'incarico con risoluzione consensuale del contratto. Si accodano al presidente i quattro consiglieri: Paolo Urbani, Alessandro Migliavacca, Clemente Carta e Ivan Cicconi. Anche per l'uscita di scena di questi viene concordata con il ministro dietro il pagamento di profumatissime ''liquidazioni''.
Il 14 febbraio 2001, Silvio Berlusconi firma il decreto con cui nomina Vincenzo Pozzi nuovo presidente e amministratore delegato dell'Anas a cui seguirono le nomine dei quattro nuovi consiglieri.

Per rendere l'idea di quanto sia stato ''profumato'' il bottino offerto da Lunardi e accettato dall'ex Cda di Anas, diciamo solo che Giuseppe D'Angiolino tornò a casa con un milione e mezzo di euro in tasca. Poi, chiese ed ottenne 816mila euro come compenso in qualità di amministratore dell'Anas superiori ai 350 milioni di lire previsti; e ancora: altri 413mila euro come adeguamento del compenso (D'Angiolino sostiene di aver svolto mansioni di amministratore straordinario dal 1994 al 2001 anche se la corte sottolinea come, dal 1995, egli sia nominato presidente); altri 154mila euro li intasca come risarcimento per il patto di fedeltà che impone all'ex presidente di Anas di non esercitare nei tre anni successivi lavori in concorrenza con il gestore della rete stradale; infine Lunardi accorda altri 154mila euro di consulenze da effettuare per conto del ministero in tre anni.
Il conto venne, quindi, girato all'Ente nazionale per le strade Anas, ma quel che è peggio è che la corte non ha trovato traccia di alcuna consulenza effettuata da D'Angiolino, ed è per questo che insieme al ministro sono stati condannati due funzionari Anas, colpevoli di aver pagato l'ex presidente senza aver controllato che avesse effettivamente svolto i lavori.

La Corte dei Conti, dunque, non ha potuto fare altro che constatare e stabilire le gravi colpe avute dall'ingegner Lunardi nello sperpero di denaro. Non solo quei soldi non dovevano essere pagati, ma l'ex ministro alle Infrastrutture non aveva alcun potere di stabilire compensi, risarcimenti e quant'altro essendoci norme, regole e organi preposti proprio a questo.
Beh, non succede spesso che a un ministro venga chiesto di pagare di tasca propria il denaro pubblico sperperato. Ma stavolta è accaduto, e la cifra è davvero importante. Ma, secondo voi, dalle tasche di Lunardi questi soldi usciranno mai?
Questa è una altra storia, probabilmente scontata, ma è un'altra storia...

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27 novembre 2006
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