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L'ex ministro Scajola arrestato (a sua insaputa)

Secondo l'antimafia di Reggio Calabria l'ex ministro avrebbe aiutato nella latitanza l'ex deputato Pdl Matacena condannato per concorso esterno in associazione mafiosa

08 maggio 2014

La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria ha arrestato a Roma l'ex ministro Claudio Scajola. Tra gli arrestati, oltre all'ex ministro, figurano personaggi legati al noto imprenditore reggino ed ex parlamentare Amedeo Matacena, pure colpito da un provvedimento restrittivo unitamente alla moglie Chiara Rizzo ed alla madre Raffaella De Carolis. Matacena è latitante, a seguito di condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l'accusa l'ex ministro avrebbe aiutato il suo ex collega di partito nella latitanza.
Sono in corso numerose perquisizioni in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia, oltre a sequestri di società commerciali italiane, collegate a società estere, per un valore di circa 50 milioni di euro.

L'inchiesta che ha portato all'arresto dell'ex ministro Claudio Scajola nasce da un filone dell'indagine "Breakfast" coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo. Personaggio di spicco in quest'inchiesta è Bruno Mafrici, un faccendiere legato al clan De Stefano di Reggio Calabria. L'utenza telefonica di Mafrici, che si spacciava per avvocato, era stata messa sotto controllo dagli uomini della Dia reggina. L'attenzione degli investigatori si è soffermata su alcune telefonate che l'uomo d'affari ha avuto con l'ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena. Le telefonate tra i due si sono fatte sempre più insistenti qualche mese prima che la condanna a sei anni di reclusione per associazione mafiosa diventasse definitiva per Matacena. Mafrici e Matacena parlavano di affari. Ed è proprio in questo contesto che si lega l'arresto dell'ex ministro dell'Interno Claudio Scajola. Il deputato genovese avrebbe intrattenuto rapporti definiti dalla Dia "sospetti" con la moglie di Matacena. In più Scajola ha "interessato" un faccendiere italiano con interessi in Libano per favorire la latitanza di Amedeo Matacena.

L'ex ministro di Berlusconi era a Roma, in un noto albergo della capitale, quando è stato arrestato. Scajola è stato ministro dell'Interno dal 2001 al 2002, incarico lasciato in seguito alle polemiche per le sue dichiarazioni su Marco Biagi. Ministro delle attività produttive dal 2005 al 2006, era poi stato nominato ministro dello Sviluppo economico nel 2008: ma si era dimesso nel maggio del 2010 per il coinvolgimento giudiziario nel caso della casa vicina al Colosseo, acquistata in parte con i soldi dell'imprenditore romano Diego Anemone. A gennaio 2014 Scajola è stato assolto perché il fatto non costituisce reato: i soldi erano stati versati "a sua insaputa".

Immediata la presa di posizione di Silvio Berlusconi. "Sono addolorato per Claudio - ha detto l'ex premier - non avevo sentore dell'inchiesta". L'ex premier ha assicurato che l'ex ministro è stato escluso dalla liste azzurre per le europee non per l'inchiesta, ma perché "a seguito di un sondaggio, abbiamo rilevato che la sua candidatura avrebbe portato a una diminuzione del voto globale dei nostri sostenitori".

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, Repubblica.it, Corriere.it]

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08 maggio 2014
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