L'IDENTIKIT DEL CREDENTE E DEL CATTOLICO ITALIANO
La ricerca dell'Eurispes delinea una sorta di identikit del credente e le tipologia del cattolico italiano. Al crescere dell'età aumenta la percentuale di coloro i quali si dichiarano cattolici: se i giovani tra i 18 e i 24 anni credono nel 71,6% dei casi, tra gli ultrassesantacinquenni la percentuale raggiunge il 96,2%.
In posizione intermedia si collocano invece la fascia d'età compresa tra i 25-34 anni con l'83,3%, quella tra i 35 e i 44 anni (88,2%) e, infine, quella tra i 45 e i 64 anni (89,5%).
Rispetto al genere, fra le femmine (89,4%) è leggermente più elevata che fra i maschi (86%) la quota di chi si dichiara cattolico.
La quota più alta dei cattolici si riscontra nelle regioni del Centro (90,5%), la più bassa in quelle del Nord-Ovest (86,7%); nessuna area geografica si allontana, però, in modo consistente dalla media: infatti i credenti al Sud sono l'87,7%, mentre al Nord-Est e nelle Isole si attestato parimenti all'86,9%.
In relazione alla formazione, il numero maggiore di credenti si riscontra fra chi non ha alcun titolo di studio o possiede la licenza elementare (97,2%) e tra coloro i quali sono in possesso della licenza media (93,2%). Al contrario, la percentuale dei cattolici si riduce notevolmente tra i diplomati (85,8%) e tra i laureati: circa tre intervistati su quattro si dichiarano tali (73,5%).
In relazione all'area politica di appartenenza, quasi la totalità degli intervistati di destra, il 99%, sono assolutamente determinati nel ritenersi cattolici. La percentuale diminuisce, leggermente, tra gli elettori del centro-destra (93,1%) e del centro (91,7%) fino a ridursi al 61,7% fra i sostenitori della sinistra.
Tra quanti si definiscono cattolici, soltanto il 36,8% adempie al dovere cristiano di andare in Chiesa la domenica o più volte nella stessa settimana.
La prima delle quattro tipologie del cattolico italiano, individuata dall'Eurispes è quella dei cattolici a corrente continua: interessa quel 36,8% ''in regola'' con il precetto cristiano e che afferma di partecipare alla Messa ogni domenica (30,6%) o anche più volte alla settimana (6,2%).
Della seconda tipologia fanno parte i cattolici a corrente alternata, quelli cioè che si recano in Chiesa a domeniche alterne: fa parte di questa categoria il 23,7% del campione.
Ci sono poi i precettati del Natale e della Pasqua: si tratta di quel 29,8% di intervistati che segue la Messa soltanto in occasione delle principali festività religiose, come il Natale o la Pasqua, e le altre feste religiose della cristianità. Infine trovano posto i cattolici delle quattro ruote (8,1%), quelli cioè che vanno in Chiesa tre volte durante tutta la vita: in occasione del battesimo, del matrimonio e del funerale. Con una caratteristica in comune: in tutti e tre i casi vengono accompagnati in automobile.
I sacramenti più ''sentiti'' dai cattolici sono quelli del battesimo abbastanza (27%) e molto (59,8%) importante complessivamente per l'86,8% del campione e quello del matrimonio per l'85,3% degli intervistati (abbastanza e molto importante rispettivamente per il 23,7% e il 61,6% di essi).
Seguono i sacramenti dell'Eucaristia (abbastanza e molto importante rispettivamente per il 28,5% e il 53,2%) e della Cresima (abbastanza e molto importante rispettivamente per il 30% e il 48,3%). Alla confessione viene attribuito un livello di importanza decisamente inferiore rispetto agli altri sacramenti (abbastanza e molto importante rispettivamente per il 25,6% ed il 39,4% del campione).
Un'altra incongruenza emersa dal sondaggio è che solo il 54,3% degli intervistati (cattolici e non cattolici) afferma di credere nei miracoli, in particolare sono assolutamente increduli il 37,2% degli intervistati. Tra coloro che hanno dichiarato di non credere ai miracoli, quasi uno su due (48,9%) giustifica il proprio scetticismo affermando che si tratta di eventi naturali, che non hanno ancora trovato una spiegazione scientifica. Il 28,8% invece nega qualsiasi forma di fenomeno sovrannaturale; in particolare il 18,6% li considera semplici suggestioni ed il restante 9,6% risponde che gli eventi sovrannaturali non esistono. Molto alta la percentuale (20,7%) del campione che non ha saputo fornire una risposta a riguardo o non ha voluto rispondere (1,6%).
Dal sondaggio, a proposito dell'etica e coscienza, emerge una opinione pubblica (cattolici e non cattolici) che si può definire dei due mezzi: da una parte si schierano quelli che vorrebbero che la Chiesa non interferisse più del dovuto sulle problematiche etiche (42,5%), dall'altra c'è una opinione pubblica (41,6%) che considera opportuna la presenza della Chiesa su queste problematiche. Solo una esigua minoranza (9,9%), invece, richiede un intervento maggiore dell'istituzione ecclesiastica. Per quel che riguarda l'appartenenza politica degli intervistati, la maggior parte degli elettori di sinistra (71,1%) e di centro-sinistra (50%) ritiene che la Chiesa intervenga più del consentito sulle questioni etiche, mentre fra i sostenitori di centro e centro-destra sono particolarmente numerosi coloro che considerano ''nella giusta misura'' l'intervento dell'istituzione ecclesiastica su tali problemi (rispettivamente il 66,7% e il 48,6%).
Anche nel giudizio sugli interventi della Chiesa rispetto ai temi socio-politici i cittadini si dividono in due grossi schieramenti: mentre per il 44,6% degli intervistati la Chiesa interviene più del dovuto sulle questioni socio-politiche, per il 48,8% l'ingerenza è opportuna (37,6%) se non addirittura inferiore (11,2%). Più polemici degli elettori di sinistra: nel 68% dei casi affermano infatti che la Chiesa interviene più del dovuto sulle questioni socio-politiche; nel centro-sinistra la percentuale scende al 48,6%, nella destra al 42,9%, nel centro-destra al 34% e tra i sostenitori del centro al 31,3%. Gli elettori di centro si confermano i più moderati degli interpellati: infatti il 64,6% di essi afferma che la Chiesa interviene nella giusta misura sulle questioni politico-sociali. La pensano allo stesso modo il 48,4% degli intervistati di destra e il 47,2% degli elettori del centro-destra. Le percentuali si riducono visibilmente tra coloro che si sentono rappresentati rispettivamente dalla sinistra (24,2%) e dal centro-sinistra (36%). [www.asca.it]