L'importanza dell'Antenna Rai di Caltanissetta per i nisseni
Le associazioni ambientaliste, ma non solo, contrari allo smantellamento dell'antenna sulla collina Sant'Anna
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Per i nisseni è uno dei simboli della storia della città ma, se la Soprintendenza ai Beni Culturali non farà dietrofront, sarà smantellato a breve.
L'antenna Rai di Caltanissetta, entrata in funzione nel 1951 per trasmettere il segnale radio sui paesi che si affacciano sul Mediterraneo, è la struttura più alta d'Italia. Gestito nell'ultimo periodo da Rai Way, l'impianto è stato spento il 9 agosto 2004, a causa del progressivo calo dell'audience dalle Am (modulazione di ampiezza) e per l'alto costo di mantenimento degli impianti.
Considerata un'opera di altissimo ingegno, sorge sulla collina Sant'Anna, misura 286 metri di altezza, poggia su una sfera di ceramica e sembra una matita con la punta in basso.
La soprintendenza ai Beni Culturali in una nota ha dichiarato che non esistono vincoli né paesaggistici, né culturali, per questo vuole subito iniziare lo smantellamento.
Le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Wwf Sicilia, Legambiente e il comitato Parco Antenna Sant'Anna hanno diffidato, da tempo, la soprintendente di Caltanissetta a revocare al più presto i pareri emessi e, qualora ciò non dovesse avvenire, adiranno le vie legali. "È un'antenna che non trasmette più - spiega il presidente Legambiente di Caltanissetta Ivo Cigna - e quindi non inquina, ha un alto valore storico culturale e insiste su una collina di straordinaria bellezza. Da tempo proponiamo tra le altre ipotesi quella di costruire un museo delle telecomunicazioni. In questo momento esistono due cordate di imprenditori interessate a questo sito. È stata avanzata anche un'altra ipotesi: poiché il Mediterraneo sta diventando luogo di eventi meteorologici estremi, gli enti di ricerca sarebbero interessati a utilizzare la cima dell'antenna per fare un luogo di ricerca e studio. Sarebbe l'unico presente nel Mediterraneo".
Tra i contrari allo smantellamento dell'antenna anche Enzo d'Antona, giornalista nisseno, ex direttore de La Città di Salerno e de Il Piccolo, autore del libro "Gli spaesati", che ha definito l'antenna un "grosso elemento identitario della città". "Nessun nisseno sarà favorevole allo smantellamento - spiega d'Antona - per noi è un simbolo. È talmente alta che anche se ti trovi nei pressi della valle del Salso o in autostrada la noti e a ogni nisseno che tornava da fuori si apriva il cuore nel rivederla. Ti annunciava l'arrivo nella tua città".
"Perché non considerarla bene culturale di archeologia industriale? Di per sé è un monumento di questo tipo. - prosegue - Purtroppo quello che si sta verificando è successo per tante costruzioni di tipo industriale. Già a Caltanissetta è successo per la sede storica della Fiat in viale della Regione, bellissima, un esempio rarissimo di archeologia industriale, fu abbattuta. Se vogliono abbatterla che facciano un referendum e chiedano ai cittadini. La lascerei così com'è perché di per sé è un simbolo, un bene da conservare".