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L'Inas-Cisl replica all'articolo del ''Quotidiano Nazionale'' sull'attività dei patronati

Inas-Cisl: ''I patronati non sono un buiness''

18 ottobre 2005

In merito all'articolo di Paolo Russo (che troverete in fondo alla pagina) sull'attività dei patronati, comparso sabato 15 ottobre sui tre giornali del gruppo ''Quotidiano Nazionale'' (''La Nazione'', ''Il Giorno'' e ''Il Resto del Carlino''), l'Inas-Cisl ritiene di dover fare immediatamente chiarezza.
Gli articoli in questione, infatti, definiscono l'operato di istituti come il nostro come un vero e proprio business ''finanziato da Stato ed enti previdenziali con i soldi dei contribuenti''.
Il pretesto di un tale attacco è stata la denuncia, da parte dell'Inas e degli altri patronati, dei gravi problemi che si creerebbero nel caso si realizzassero le ipotesi che circolano su eventuali tagli al Fondo patronati nella finanziaria 2005.
Innanzitutto, questo Fondo non è statale, ma è finanziato dai contributi dei lavoratori dipendenti e autonomi. Del resto, l'autore dell'articolo ammette che questo fondo ''non copre più l'intera attività dei patronati''. Questo conferma l'esiguità dei finanziamenti rispetto alla mole di lavoro di cui i patronati si fanno carico. Una situazione che  rende necessario l'intervento delle organizzazioni confederali, che contribuiscono fornendo sedi, attrezzature e operatori ''comandati'' (cioè a libro paga del sindacato).

Inoltre, negli articoli pubblicati il 15 ottobre scorso, si sostiene che l'attività del patronato si basa sullo ''svolgimento di pratiche che gli stessi istituti di previdenza potrebbero tranquillamente seguire per conto dei propri iscritti''. Un vero peccato che non ci si sia chiesti anche il perché di questo stato di cose: se effettivamente avvenisse un passaggio di gestione delle attività dal patronato alla pubblica amministrazione, quest'ultima non sarebbe concretamente in grado di garantire il necessario livello di informazione e assistenza  a tutti i cittadini, in particolare ai più deboli. Con buona pace dei ''commercialisti, ragionieri e consulenti del lavoro'' cui l'articolo del Quotidiano Nazionale ci affianca e che invece si distinguono nettamente da noi, considerato che la loro attività di assistenza è a pagamento, mentre la nostra è gratuita.

Se fosse lo Stato a gestire per intero questi servizi, quanto gli costerebbe? In questa prospettiva, l'unica alternativa sarebbe quella di ridurre l'assistenza per gli utenti.
E ancora: ''Al primo contatto di assistenza scatta la contro-richiesta di iscrizione all'organizzazione'', scrive Quotidiano Nazionale. Un'altra mancata verità, questa, confermata anche dai dati della ricerca realizzata dalla Fondazione Giulio Pastore sulla nostra attività: appena il 46,5% dell'utenza Inas è iscritto alla Cisl. La maggioranza degli utenti proviene dalla popolazione non gravitante sull'organizzazione sindacale che, se soddisfatta del servizio ottenuto dal patronato - come il 98% dei nostri utenti, secondo una ricerca della Fondazione Giulio Pastore, sull'attività dell'Inas - giustamente, può iscriversi al sindacato.
La teoria per cui chi si rivolge al patronato paga tre volte per i servizi ottenuti - come a contribuenti degli enti previdenziali che finanziano il Fondo patronato, come iscritti al sindacato e come ''clienti'' del patronato stesso - dunque non sta in piedi.
Infine, per quanto riguarda il contenzioso giudiziario ed alcune altre prestazioni a pagamento, questa situazione è dovuta alla mancata emanazione - da parte del ministro del Lavoro - dei decreti attuativi della legge n. 152/2001 di riforma dei patronati. Questo dimostra l'infondatezza delle affermazioni sul presunto peso politico del nostro ruolo, che ci deriverebbe proprio da questa legge e che in realtà, a distanza di tre anni dalla sua nascita, è ancora in parte inattuata.

Consapevoli della necessità di fare chiarezza sul nostro ruolo - come le inesattezze dell'inchiesta del 'Quotidiano Nazionale' dimostrano - continueremo a spiegare e precisare le informazioni su di noi fino a quando ce ne sarà bisogno. Nel frattempo, però, continueremo ad occuparci di tutte quelle persone, specialmente le più deboli, che da oltre 55 anni si affidano alla nostra assistenza, tutela e consulenza. Consapevoli che tutto questo, per noi, non è affatto un business ma, come abbiamo dimostrato, rappresenta un modo per aiutare chi veramente ne ha bisogno.

INAS-CISL
Sede Centrale: Viale Regina Margherita 83/D - Roma
Tel. 0684438.1 - Fax 0684438324-328-403-411 / 068547856

- ''Patronati pagati tre volte: CHE AFFARONE!'' di Paolo Russo (QN)

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18 ottobre 2005
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