L'incandidabilità e la conseguente ineleggibilità del deputato dell'Ars di Alleanza nazionale Giuseppe Buzzanca
Giuseppe Buzzanca, eletto all'Assemblea regionale siciliana con Alleanza nazionale nel collegio provinciale di Messina, era incandidabile e ineleggibile. E' quanto rivela il settimanale regionale siciliano Centonove sul numero 22, uscito nei giorni scorsi nelle edicole di Messina e sabato 3 in quelle del resto dell'Isola.
Il presidente provinciale di Alleanza nazionale, infatti, non poteva correre per l'Ars a causa di una condanna definitiva per peculato d'uso, condanna che rientra tra i reati compresi nell'articolo 15 della legge 55 del 1990 (e successive modificazioni), richiamato nella dichiarazione di candidatura da presentare.
''Non possono essere candidati alle elezioni regionali... e non possono comunque ricoprire le cariche di presidente della giunta regionale, assessore e consigliere regionale... coloro che hanno riportato condanna definitiva, per i delitti previsti dagli articoli 314 (peculato)....'', così recita l'articolo 15 della legge 55 del 19 marzo 1990, abrogato salvo per quanto riguarda gli amministratori delle A.S.L. e delle aziende ospedaliere e i consiglieri regionali, dall'articolo 274 del decreto legislativo n. 267 del 2000.
L'articolo 15, poi assorbito nell'articolo 274 del testo unico, è importante se si guarda alla luce della legge regionale 7 del giugno 2005 sulle elezioni dell'Ars e del presidente della Regione. Così l'articolo 17, comma 13, lettera B, in relazione all'accettazione della candidatura: ''La dichiarazione di accettazione della candidatura deve contenere l'esplicita dichiarazione del candidato di non essere in alcuna delle condizioni ostative alla candidabilità previste al comma 1 dell'articolo 15 della legge 19 marzo 1990, n. 55, e successive modifiche ed integrazioni. La firma del candidato deve essere autenticata da uno dei soggetti indicati al comma 9''.
Per il presidente provinciale di An di Messina si tratta di un vero e proprio contrappasso. Nel 2003, infatti, appena eletto sindaco di Messina fu raggiunto da una condanna definitiva per peculato d'uso, che ne determinò la decadenza il 24 novembre successivo. Adesso, si scopre che quella stessa condanna ne impediva la candidatura e l'elezione all'Assemblea regionale.