Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

L'incapacità di contemplare un dramma

L'implacabile rigidità del Viminale verso la quotidiana tragedia dei migranti irregolari

29 aprile 2009

All'interno della maggioranza di governo è stato raggiunto l'accordo sulla norma, che sarà inserita nel disegno di legge sicurezza in discussione alla Camera, che prolunga il periodo di permanenza dei clandestini nei Centri di identificazione ed espulsione fino a 180 giorni. La norma, già introdotta al Senato, non era passata al vaglio dell'aula ed era rimasta nel ddl la disposizione attuale della legge Bossi-Fini che prevede un massimo di 60 giorni. La bocciatura del dl aveva reso "furibondo" il ministro dell'Interno, Roberto Maroni che aveva parlato della bocciatura al Senato come una grave "messa in discussione" dell'impianto delle politiche di contrasto all'immigrazione del governo, e di "vero e proprio indulto per i clandestini" (LEGGI).

Ora, per non rischiare una nuova bocciatura delle norme, fortemente volute dalla Lega, sui Cie, il ministro Maroni ha chiesto formalmente al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di porre la fiducia sul disegno di legge sulla sicurezza. "Mi è stato risposto di non fare polemiche" ha aggiunto Maroni. Che però ha subito precisato: "O si trova un accordo pieno o porto in aula il ddl e metto la fiducia". Naturalmente si tratta ancora di una "valutazione" che deve essere fatta. "Se ho le garanzie che il ddl passa con i voti della maggioranza, bene. Altrimenti chiederò al governo di mettere la fiducia".
A Maroni sono arrivate le rassicurazioni del ministro della Difesa Ignazio La Russa. "Non ci sono rischi per l'ok della maggioranza al prolungamento della permanenza degli immigrati irregolari nei Centri di identificazione ed espulsione che, anzi, poteva anche essere prevista per più di sei mesi" ha affermato La Russa che è anche coordinatore del Pdl. "Personalmente mi dimetterei da coordinatore del Pdl se la maggioranza non fosse compatta su questo tema".

Il responsabile del Viminale, parlando poi con i giornalisti, ha fatto capire inoltre che il governo è pronto ad attrezzarsi per costruire nuovi centri di identificazione e di espulsione di immigrati. Innanzitutto si aspetterà che vada in vigore la norma sul prolungamento della permanenza nei Cie, poi si passerà alla realizzazione di "altri 10 centri in altrettante 10 regioni. Ora - ha spiegato Maroni - ci sono dieci centri in nove regioni, ma noi ne costruiremo altrettanti. Già abbiamo individuato le aree vicino agli aeroporti e consulteremo le regioni interessate". I tempi di realizzazione? "Da quattro a sei mesi - ha risposto il ministro dell'Interno - entro la fine dell'anno attrezzeremo quindi altri dieci centri".

E parlando di Centri di identificazione ed espulsione è quasi impossibile non parlare della situazione di Lampedusa, che dalla Rete euromediterranea dei diritti umani (Remdh) è stata aspramente criticata. "Violazioni eclatanti del diritto italiano, europeo e internazionale in materia di immigrazione". E' questa la principale conclusione su Lampedusa del rapporto della Remdh presentato ieri mattina a Parigi. Nel rapporto emergono "chiaramente i gravi disfunzionamenti", diretta conseguenza "della decisione del governo italiano di trasformare Lampedusa in un luogo di detenzione degli immigrati e di coloro che chiedono asilo".
La Rete euromediterranea ha inoltre denunciato le "condizioni sanitarie inaccettabili", come la distribuzione di "pasti monotoni" e di "kit sanitari" adatti solamente a "soggiorni di qualche giorno". Le prestazioni sanitarie non sarebbero all'altezza delle patologie di lungo termine e dei "problemi psicologici che si verificano nell'universo della detenzione". Nel report viene anche giudicata insufficiente la presenza di due sole ambulanze e di un ambulatorio che funziona una volta alla settimana.
Il rapporto della Rete euromediterranea dei diritti umani raccomanda "urgentemente" alle autorità italiane di mettere fine alle espulsioni e alla detenzione degli immigrati, di lasciarli partire verso altri centri di accoglienza dopo il primo periodo a Lampedusa. E, "a medio termine", di abrogare il decreto del 26 gennaio che intende stabilire nell'isola un Centro di identificazione e espulsione.

Il rapporto è il risultato della missione di sei membri della Remdh, che si è svolta a Lampedusa dal 25 al 27 febbraio scorso. L'iniziativa è partita dalla Federazione dei tunisini per la cittadinanza delle due Rive (Ftcr), preoccupata per le condizioni degli immigrati tunisini che approdano nell'isola. [Informazioni tratte da Corriere.it, La Siciliaweb.it]

IL DRAMMA DEI MINORI MIGRANTI SBARCATI A LAMPEDUSA
(Save the Children)

Sono stati 1860 i minori stranieri non accompagnati ospitati nelle comunità alloggio sul territorio siciliano da maggio 2008 a febbraio 2009 (1), quasi esclusivamente provenienti da Lampedusa, dove nello stesso periodo sono sbarcati 1994 minori non accompagnati e 300 accompagnati. Il 91,3% dei minori ospitati sono di sesso maschile, a fronte di un 8,7% di sesso femminile, di età compresa tra i 16 e i 17 anni. Provengono prevalentemente da Egitto (27,9%), Nigeria (11,6%), Palestina (11,5%), Eritrea (10%), Tunisia (9,2%), Somalia (7,2%) e Ghana (6,3%), confermando un trend che è rimasto invariato negli ultimi mesi.
Sono ben 1119 i minori che si sono allontanati successivamente al collocamento in comunità, per una percentuale pari a circa il 60% sul totale di quelli inseriti nelle strutture, con una maggiore incidenza di egiziani, eritrei e somali. Circa 200 ragazzi, inoltre, a novembre e dicembre, sono stati trasferiti in strutture non destinate all'accoglienza dei minori.
Nei mesi di marzo e aprile, i migranti arrivati e trattenuti a Lampedusa o da lì trasferiti a Porto Empedocle sono stati 2935 e, tra questi, 197 minori di cui 14 accompagnati. La situazione ha infatti subito un notevole peggioramento a seguito del cambiamento della natura del centro di Lampedusa da CPSA (Centro Pronto Soccorso e Accoglienza) a CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione), a causa della quale alcune imbarcazioni intercettate a largo di Lampedusa sono state fatte attraccare a Porto Empedocle, dove non esistono procedure adeguate per una corretta identificazione dei minori, né strutture per fornire loro adeguato soccorso e accoglienza.

Questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto "L'accoglienza dei minori in arrivo via mare", nel quale confluiscono i risultati dell'attività di monitoraggio condotta da Save the Children (2) sulle strutture di accoglienza per minori stranieri non accompagnati del territorio siciliano e di cui si discuterà oggi a Roma presso la sede dell'organizzazione, nel corso di un incontro con le istituzioni e i rappresentanti della società civile a cui parteciperà il Prefetto Mario Morcone, Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione del Ministero dell'Interno.

L'accoglienza in comunità: il sovraffollamento e la scarsa qualità dei servizi - Le comunità alloggio siciliane monitorate sono state 39, la maggior parte delle quali è ubicata nei comuni della provincia di Agrigento (14), ma anche nelle province di Trapani (11), Catania (6), Palermo (3), Caltanissetta (2), Ragusa (1), Enna (1) e Siracusa (1). Hanno accolto mediamente più di 50 minori per struttura nel periodo di riferimento, anche se in alcune comunità ne sono addirittura transitati centinaia - tra i 150 e i 400 - con un conseguente vorticoso avvicendamento nelle strutture.
"Il territorio siciliano assorbe interamente il flusso dei minori che arrivano via mare a Lampedusa, con conseguenti problemi di sovraffollamento nelle strutture atte all'accoglienza, sia rispetto ai posti disponibili che rispetto al limite massimo consentito dalla normativa. Inoltre, le comunità vengono finanziate dalle Prefetture fino all'apertura delle tutele, successivamente dagli enti locali che spesso hanno problemi di fondi", spiega Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. "Da un lato il sovraffollamento, dall'altro i problemi di copertura finanziaria si traducono nell'abbassamento degli standard di accoglienza proprio nei luoghi che, al contrario, dovrebbero rappresentare per molti ragazzi  l'inizio di un percorso di integrazione, adeguata protezione e tutela dei loro diritti".
La scarsa erogazione di beni essenziali, che vanno dal vestiario e kit igienici, alle carte telefoniche e pocket money, e la mancanza di opportunità d'inserimento scolastico e lavorativo, spinge i minori nei circuiti di manodopera irregolare e li espone a rischio di sfruttamento. Solo un numero limitato di comunità si avvale di servizi di mediazione culturale esterni e un terzo dispone di educatori in grado di parlare una lingua straniera. Pertanto, minori appartenenti a determinati gruppi linguistici rimangono esclusi dall'accesso a informazioni rilevanti per il loro percorso di inserimento. Altro problema è legato all'impiego di consulenti legali che assicurino assistenza su questioni importanti quale, per esempio, il diritto d'asilo, figure non previste dall'attuale normativa.

Il percorso di regolarizzazione: nomina del tutore, permesso di soggiorno e diritto di asilo - L'apertura tempestiva della tutela (3) è condizione necessaria per l'ottenimento del permesso di soggiorno e, soprattutto, per la successiva conversione del permesso stesso al compimento dei diciotto anni. Mentre si sono registrati miglioramenti rispetto ai mesi passati sui tempi di apertura delle tutele, notevoli problemi permangono rispetto alle procedure applicate dalle diverse questure per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno per minore età o per richiesta di asilo. Le comunità, inoltre, non sempre forniscono i dati relativi alle richieste di permesso di soggiorno: sono state infatti solo 173 le comunicazioni raccolte da Save the Children a tale proposito, pari al 9,3% del totale dei minori.

Le fughe dalle comunità in progressivo aumento e il rischio di sfruttamento - Save the Children ha registrato un notevole tasso di allontanamento dei minori dalle comunità, progressivamente aumentato nel corso dell'anno, fino ad arrivare al 60%, pari a 1119 minori su un totale di 1860, tasso che ha una maggiore incidenza per i minori egiziani, eritrei e somali. In particolare, dalle dichiarazioni raccolte risulta che i minori egiziani desiderano intraprendere subito percorsi lavorativi perché molti di loro devono ripagare il debito contratto dalle famiglie con i trafficanti per consentire il loro viaggio. Al momento dell'allontanamento, inoltre, i minori versano in una condizione di grave vulnerabilità poichè spesso sprovvisti di permesso di soggiorno, e possono essere facilmente inglobati in circuiti di sfruttamento, soprattutto di tipo lavorativo. A tale proposito, in base alle comunicazioni ricevute da Save the Children, sul totale di 1119 minori fuggiti dalle comunità alloggio, risulta che solo 65 avessero già ottenuto l'apertura della tutela e solo 12 fossero già in possesso del permesso di soggiorno.
"Un numero di fughe così elevato è da imputarsi al peggioramento delle condizioni di accoglienza in comunità, ma anche alla mancanza di informazione sulle opportunità che la legge italiana può offrire a questi ragazzi, nonchè di chiari percorsi formativi e professionali per i minori" continua Valerio Neri. "La gestione dell'accoglienza dei minori sul territorio siciliano deve essere ricondotta ai parametri fissati dalla normativa nazionale e regionale, procedendo alla chiusura delle strutture che non rispettano tali requisiti e al conseguente trasferimento dei minori che vi sono inseriti. Auspichiamo che alcuni miglioramenti scaturiscano dal piano di intervento avviato dalla Regione e dalle Prefetture coinvolte e che prevede la ristrutturazione del sistema di accoglienza sulla base dei requisiti fissati dalla normativa e il coinvolgimento di tutte le comunità iscritte all'Albo regionale. Più in generale, comunque è necessario agire su tutti i livelli del sistema, da quello nazionale, che è ancora privo di una pianificazione basata sulla previsione degli arrivi, alle Prefetture, i Comuni e infine le comunità, affinchè si possa garantire un’effettiva protezione e garanzia dei diritti dei minori migranti".

A tale scopo Save the Children raccomanda che:
- venga introdotta una distinzione fra comunità di prima e seconda accoglienza, in base alla durata del collocamento e ai termini per la definizione e l'avvio del percorso di tutela e di inserimento del minore, fermi restando gli standard di accoglienza già fissati dalla normativa;
- venga favorita l'implementazione, su tutto il territorio nazionale, di un sistema di accoglienza così configurato e che questo disponga di un numero di posti adeguato;
- venga creata una rete tra le comunità sviluppando procedure di raccordo tali da  garantire lo sviluppo di un sistema di presa in carico ed assistenza efficiente;
- venga predisposto un piano di accoglienza nazionale, che non sia basato sull'emergenza ma tenga conto sia dei minori presenti sul territorio che degli arrivi prevedibili e sia dotato della necessaria copertura finanziaria.

NOTE
(1): Il dato include anche i minori inseriti in comunità anche in periodi precedenti al maggio 2008.
(2): L'attività di monitoraggio è svolta da Save the Children nell'ambito del Progetto Praesidium III,  in partnership con UNHCR, IOM e Croce Rossa, e con il coordinamento del Ministero dell'Interno. Un team dell'Organizzazione,composto da una consulente legale, un operatore sociale e un mediatore culturale, ha visitato le comunità ove sono stati inseriti i minori stranieri non accompagnati in arrivo da Lampedusa e dalle coste della Sicilia, raccogliendo informazioni sia dagli enti gestori delle strutture che dagli stessi minori accolti, attraverso interviste semi-strutturate.
(3): La tutela è un istituto a cui si ricorre in assenza di persone che possano esercitare la potestà genitoriale sul minore, per individuare una figura che ne sia temporaneamente responsabile. Spetta al giudice tutelate, su segnalazione degli enti preposti, ed in particolare delle comunità ospitanti che devono provvedere entro 30 giorni dal collocamento,  individuare il tutore.

- www.savethechildren.it

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

29 aprile 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia