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L'incontro e il commissariamento

Dopo l'incontro con Rosario Crocetta, il Governo centrale ha deciso di commissariare la Regione sui depuratori

07 febbraio 2015

La nota del presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, è arriva giovedì sera. Una nota sintetica per informare la conclusione dell’incontro tra governo regionale e nazionale sulle questioni relative al bilancio siciliano. Un incontro normale e carico di intesa.
Crocetta è stato accompagnato a Roma dall’assessore all’economia Alessandro Baccei. Dall’altra parte del tavolo il sottosegretario Graziano Delrio, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il ministro dell'ambiente Luciano Galletti, e il sottosegretario alla pubblica amministrazione Angelo Rughetti.
Un incontro previsto, programmatico e, a detta del governatore, che è filato liscio come l’olio.
Nel corso dell'incontro si è stabilito di costituire tre tavoli di lavoro congiunti tra Regione siciliana e governo nazionale. Il primo si occuperà di questioni generali al Mef, di finanziaria e del settore salute, il secondo alla Funzione pubblica, si occuperà di partecipate e riorganizzazione del pubblico impiego, il terzo all'Ambiente, si occuperà della questione rifiuti e del sistema idrico.
Finito l’incontro, Crocetta e Baccei sono tornati in Sicilia. Proprio un incontro normalissimo...

Poche ore dopo, però, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, nella sua enews ha scritto: "Ieri ho fatto una riunione sugli impianti di depurazione per la Sicilia: c'è più di un miliardo di euro tecnicamente fermo ed è ingiusto e inaccettabile. Il commissariamento è l'unica strada e ho chiesto di procedere rapidamente senza guardare in faccia nessuno".
Tutto normale, tutto tranquillo, solo che il Governo ha deciso di commissariare la Sicilia sui depuratori!

I motivi della decisione del governo centrale li spiega Erasmo D'Angelis, capo della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, parlando di una delibera del Cipe del febbraio 2012 che aveva stanziato 1,6 miliardi di euro per 183 opere urgentissime in reti fognarie e depuratori nel Sud Italia. Di questi, 1,1 miliardi assegnati alla Sicilia per 93 opere. "Si tratta di fondi - ha sottolineato D'Angelis - fuori da ogni patto di stabilità ma mai spesi, se non per una quota minima di circa 24 milioni".
Ecco perché, dopo la riunione (normale e tranquilla) si è deciso di inviare entro fine mese un commissario di governo per la gestione dei fondi e l'avvio delle opere.
D'Angelis ha sottolineato ancora: "È inaccettabile che sei siciliani su dieci non abbiamo fognature o depuratori", e spiega che in mancanza di un intervento urgente, "dal 2016 sono in arrivo 600 milioni di sanzioni europee per mancate opere civili di depurazione, di cui 180 milioni per la sola Sicilia". "Con lo Sblocca Italia - conclude D'Angelis - avevamo dato dei tempi per le opere: a fine mese scatta il commissariamento".

Rosario Crocetta ha appreso la notizia con sopresa: "Non ne so nulla, non capisco cosa commissaria visto che noi abbiamo inviato i commissari ad acta per i progetti non spesi", ha detto a caldo il presidente della Regione. Che più tardi ha rilanciato la palla nel campo dei sindaci: "Considero positivo questo commissariamento anche per accelerare la spesa dei fondi gestiti direttamente dai Comuni e non dalla Regione, che altrimenti li avrebbe già utilizzati. Si tratta di soldi gestiti dai Comuni, non dalla Regione - ha sottolineato Crocetta - e a loro disposizione. Anche noi siamo intervenuti più volte, commissariando le amministrazioni inadempienti".

Santino Barbera, segretario generale della Filca Cisl Sicilia, pensa sia giusta la decisione del premier. "Il prossimo arrivo in Sicilia di un commissario di governo per la gestione dei fondi e per l'avvio delle opere di depurazione è una buona notizia ed è la prima risposta concreta a un allarme che noi da anni lanciamo sulla necessità di far partire subito i cantieri. L'auspicio è che dopo questo provvedimento non si perda altro tempo".
"Due anni fa - continua Barbera - avevamo sottolineato l'esigenza imprescindibile di far partire subito i lavori per queste opere, indispensabili per ovvie questione di igiene e salute pubblica, per le quali è stato stanziato 1,1 miliardo di euro e la cui realizzazione consentirebbe di dare una scossa all'agonizzante mondo delle costruzioni isolane. Il governo regionale ha fatto orecchie da mercante, pensando forse che soltanto il sindacato avesse rilevato l'incongruenza di tutto questo. Adesso arriva anche il premier a ricordare all'esecutivo Crocetta che deve darsi una smossa, a meno di non voler incorrere in commissariamenti in vari ambiti. La decisione assunta adesso dal presidente del Consiglio è stato l'unico modo per evitare che questi fondi vadano persi, lasciando la Sicilia priva anche di queste opere fondamentali".

"È stato necessario un intervento autorevole del premier Renzi per non perdere i fondi destinati agli impianti di depurazione, fondamentali per la nostra regione. Con questo miliardo sarà possibile avviare cantieri per opere importanti e creare occupazione in un momento di forte crisi economica. La politica siciliana, indifferente allo sviluppo produttivo, fino ad ora ha cercato il consenso solo tramite l'assistenzialismo e ha rischiato di perdere anche questa importante occasione". Lo dice Angelo Gallo, segretario regionale della Feneal Uil, che aggiunge: "È giunto il momento di cambiare rotta. Il governo regionale deve pensare allo sviluppo e all'occupazione ma soprattutto garantire servizi essenziali ai cittadini che pagano tasse sempre più alte".

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07 febbraio 2015
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