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L'incontro Prodi-Tariceanu: distensione nei rapporti tra Roma e Bucarest e intesa trovata sulla sicurezza

08 novembre 2007

Un incontro delicato quanto importante quello che si è tenuto ieri a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Romano Prodi e il premier romeno Calin Popescu Tariceanu.
L'incontro Prodi-Tariceanu, dopo le tensioni seguite all'omicidio di Giovanna Reggiani e la ''questione romena'' diventata punto principale del dibattito sulla sicurezza, è riuscito a rasserenare il clima, segnando il via ad una collaborazione tra i due Paesi ed ad una chiamata in causa diretta dell'Unione Europea.
Prodi ha sottolineato il proprio ''NO'' alla criminalizzazione indiscriminata del popolo romeno, alle espulsione di massa e ha spronato l'Unione europea di agire per fronteggiare l'emergenza. ''La Romania è un paese amico - ha detto Prodi - La violenza non ha nazionalità''.

In concreto, tra i punti dell'intesa raggiunta con il capo del governo di Bucarest l'arrivo in Italia di una task force di poliziotti romeni, nuove cooperazioni tra le polizie di frontiera dei due Paesi, iniziative per favorire nuove misure per l'inclusione sociale e per stimolare maggiore conoscenza reciproca e l'attivazione di un gruppo di lavoro comune tra ministeri dell'istruzione, del lavoro e della solidarietà sociale sulla questione dei Rom.
Prodi ha poi detto che i due governi hanno concordato di chiedere alla Ue di fare di più perché i flussi intracomunitari sono materia che deve preoccupare Bruxelles. E' stata annunciata anche una lettera al presidente della Ue, il portoghese Barroso, incentrata su su tre punti: 1. favorire misure per l'inclusione sociale, con un focus particolare sui Rom; 2. favorire misure per gestire al meglio i ritorni nei Paesi di origine delle persone che non sono in grado di sostenersi; 3. rafforzare la cooperazione tra il Paese di origine dell'immigrazione e quello di destinazione per gestire i flussi migratori.
Prodi ha detto che c'è una richiesta di utilizzare, a questi scopi, anche i fondi strutturali.

Il premier rumeno, dal canto suo, ha ribadito l'invito a distinguere tra ''la maggioranza di cittadini e lavoratori onesti, apprezzati anche dai loro datori di lavoro'' e la ''piccola minoranza di persone che delinquono e che vanno per questo perseguite''. E proprio riguardo a questo Tariceanu si è detto ''deluso'' dalle dichiarazioni di alcuni politici italiani. Coloro, ha ricordato il premier, che hanno equiparato ''la comunità romena, che è composta da una stragrande maggioranza di gente onesta apprezzata dai datori di lavoro, e un numero ridotto di individui che commettono infrazioni''. Un'accusa che ha chiamato in causa i toni usati da alcuni leader dell'opposizione come Gianfranco Fini e la Lega. ''Ho sentito parole da epoca fascista'', ha  detto senza eufemismi il premier romeno, che ha avuto un giudizio duro anche su Walter Veltroni.
''Comunque, valuto l'incontro di oggi come utile e fruttuoso - ha detto ancora Tariceanu - e ho la speranza e la convinzione che i nostri rapporti saranno in futuro ancora migliori''. Tariceanu ha infine concluso che i messaggi mandati in questi giorni dal governo italiano sono chiari e ''creano un terreno fertile per trovare soluzione'' ai problemi della sicurezza e dell'immigrazione. ''La nostra missione - ha concluso - è quella di dare uno sbocco a questi problemi''.

Nel giorno dell'intesa sulla sicurezza tra Roma e Bucarest anche il presidente della repubblica Giorgio Napolitano ha voluto intervenire affermando che un paese come l'Italia deve concorrere ''insieme ai propri partner europei a fare in modo che il pieno rispetto dei principi di accoglienza e asilo'' nei confronti degli immigrati, si concili anche con ''i valori cultuali della nostra società e di tutela del diritto alla sicurezza di tutti i cittadini''.

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08 novembre 2007
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