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L'Indipendenza dei magistratri

L'Associazione Nazionale Magistrati ha proclamato lo stato di agitazione: ''No a riforme contro indipendenza magistrati''

19 ottobre 2009

L'Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha ribadito "la propria netta contrarietà a riforme che non servono a migliorare il sistema giudiziario nell'interesse dei cittadini, ma solo a ridurre il ruolo di controllo della legalità da parte di una magistratura indipendente". Pertanto l'Anm "proclama lo stato di agitazione e delibera la convocazione di assemblee in ogni distretto aperte a tutti i magistrati per la valutazione delle iniziative da intraprendere, nessuna esclusa".
Questi i principali contenuti del documento approvato sabato scorso, all'unanimità, dal Comitato direttivo centrale dell'Anm, che ha poi riservato alla prossima riunione del comitato stesso la programmazione delle iniziative decise.
Nel documento l'Anm esprime "viva preoccupazione per il clima di costante tensione che attraversa il Paese e che oggi ha coinvolto anche le massime autorità di garanzia, con il rischio di alterare il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato. La decisione della Corte Costituzionale sulla legge in materia di sospensione dei processi per le alte cariche dello Stato ha rappresentato una nuova occasione per gli ennesimi attacchi ed invettive nei confronti della magistratura e dei singoli giudici, che in ragione delle loro decisioni giudiziarie, sono stati impropriamente trascinati sul terreno della contrapposizione politica e accusati di 'disegni eversivi'".
"Appare stupefacente e vergognoso - ha sottolineato poi l'Anm - che il giudice Raimondo Mesiano, reo unicamente di aver pronunciato una condanna della Fininvest al pagamento di una somma di danaro in una controversia civile, venga spiato ed inseguito dalla rete televisiva di tale gruppo mentre compie le proprie attività quotidiane, che riguardano esclusivamente la sua intimità, al fine di denigrare e svilire la sua persona, anche attraverso il riferimento ad asserite conversazioni private del medesimo magistrato. L'Anm è ferma nel respingere con sdegno e indignazione tali condotte intimidatorie nei confronti dei magistrati con la finalità surrettizia di orientarne le decisioni".
"Ancora una volta, a fronte di sentenze sgradite, il governo minaccia riforme 'punitive' nei confronti dei magistrati", ha accusato poi l'Anm che, nel dettaglio, "ribadisce la propria netta contrarietà a riforme che non servono a migliorare il sistema giudiziario nell'interesse dei cittadini, ma solo a ridurre il ruolo di controllo della legalità da parte di una magistratura indipendente", conferma di essere contraria "alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, in quanto l'unità dell'ordine giudiziario è in Italia garanzia della indipendenza dei magistrati del pubblico ministero e di legalità della fase investigativa".

"Siamo contrari - ha aggiunto l'Anm - alle ventilate riforme su composizione, poteri e modalità di elezione del Consiglio Superiore della Magistratura, che siano in palese contrasto con il chiaro dettato dell'articolo 104 della Costituzione, sì da umiliare la magistratura italiana e svilire il ruolo assegnato dalla Costituzione al Csm. Ribadiamo, inoltre, la netta contrarietà dell'Anm ai progetti di riforma in materia di intercettazioni telefoniche e di processo penale che, se approvati, renderebbero estremamente difficile il contrasto alle diverse forme di criminalita' con gravi danni per la sicurezza dei cittadini".
"L'Associazione Nazionale Magistrati vuole, invece, una riforma della giustizia che assicuri un processo giusto in tempi ragionevoli. E a questo fine è disponibile - sottolineano - al confronto anche su ciò che coinvolge la nostra responsabilità in tema di organizzazione degli uffici, di professionalità e di funzionamento del sistema di autogoverno".
Il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini all'Adnkronos si è detto "d'accordo con quanto affermato questa mattina dal vicepresidente del Csm Nicola Mancino", che nel corso di un convegno, sull'ipotesi di un doppio Csm ha evidenziato che "non si può, perché uno dei due dovrebbe andare sotto al ministero della Giustizia, il che è assurdo. O si è giudici e si è indipendenti, oppure si è qualcos'altro e bisogna vedere che cos'è questo qualcos'altro". "Difenderemo ad oltranza i valori della Costituzione", ha aggiunto Cascini, unendosi a quanto detto dal presidente dell'Anm Luca Palamara, dopo la riunione di sabato mattina del parlamentino delle toghe.

Venerdì da Sofia il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva dichiarato di "voler prendere il toro per le corna", auspicando una riforma costituzionale per contrastare il potere della casta dei magistrati, spesso, a suo parere, orientati su sentenze 'politiche'.
Una polemica, quella tra il premier e le toghe che va avanti da anni e che si è accentuata nell'ultimo mese con la sentenza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano e con la sentenza del lodo Mondadori, con cui il giudice Raimondo Mesiano ha condannato la Fininvest a pagare 750 milioni di euro alla Cir di De Benedetti. Proprio il giudice Mesiano è stato al centro della polemica che ha portato l'Anm a scrivere al capo dello Stato una lettera-appello per segnalare la "denigrazione senza precedenti" di cui è stato vittima il giudice milanese.  Il giudice Mesiano è stato, infatti, "spiato e inseguito" dalla televisione del gruppo, Canale 5, con l'intento di "denigrarlo".

La presa di posizione decisa dell'Anm è stata attaccata dal ministro della Giustizia Angelino Alfano che ha parlato di "pretestuosa guerra preventiva alle riforme" e ha accusato l'Associazione dei magistrati di non rispettare l'autonomia del Parlamento e di chi ha vinto le elezioni.
Ad attaccare l'Anm anche la maggior parte del Pdl: "L'Anm si muove come un partitino ultrapoliticizzato e fazioso", accusa il portavoce Daniele Capezzone, mentre il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha invitato le toghe alla serenità e non a "reazioni corporative".
"Il giudice che decide, oggi sa che può essere sbalzato a una notorietà mediatica infamante", ha rilanciato Rita Sanlorenzo, segretaria di Magistratura Democratica (MD). Mentre il procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi ha puntato l'indice sul gioco di "premi e punizioni", e ha fatto un paragone con quanto accade nel mondo della stampa: "fortuna politica" per chi viola i doveri deontologici,"mentre chi rispetta le regole come Boffo e Mentana è costretto a lasciare". In tanti parlano di "emergenza democratica" come il segretario di Unicost, Marcello Matera e il leader del Movimento per la Giustizia Valerio Fracassi che paragona l'attuale situazione a quella degli anni Quaranta e propone uno "sciopero per la democrazia", che per ora però resta sullo sfondo in attesa che il governo metta nero su bianco le sue proposte di riforme.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa.it]

- La lettera del presidente dell’Anm a Giorgio Napolitano l'esclusiva di SiciliaInformazioni.com

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19 ottobre 2009
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