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L'influenza A ha fatto la sua seconda vittima

Forse a causare la morte della donna di Messina è stato esclusivamente il virus A/H1N1

21 settembre 2009

Giovanna Russo, 46 anni, era ricoverata dal 30 agosto scorso nell'ospedale Papardo di Messina per aver contratto il virus dell'influenza A-H1N1. Giovanna Russo, nel pomeriggio di sabato scorso è morta. La paziente si trovava nel reparto rianimazione in coma farmacologico e nei giorni scorsi le sue condizioni sembravano lentamente migliorare nonostante il virus le avesse provocato una polmonite virale con problemi respiratori.
Subito si è detto che la donna era da tempo sofferente di broncopolmonite e che probabilmente ha contratto il virus da alcuni familiari rientrati da una vacanza a Londra.
La vittima aveva due figli e lavorava come consulente legale per l'azienda Amam di Messina, la società che si occupa dell'acquedotto. Durante il ricovero in ospedale è stata assistita, oltre che da medici e sanitari, anche dalla sorella che è un medico che lavora a Napoli.

Quello di Giovanna Russo è dunque il secondo episodio in Italia di decesso a causa del virus H1N1. Lo scorso 4 settembre era deceduto, all'ospedale Cotugno di Napoli, un uomo di 51 anniche presentava da tempo gravi condizioni di base, con cardiopatia dilatativa e diabete grave. Due pazienti morti, hanno detto, per le complicanze portate dal virus dell'influenza A in condizioni già critiche. Ma, le affermazioni della sorella di Giovanna Russo, però, hanno gettato sulla vicenda un ombra inquietante: "Mia sorella non era fumatrice, non aveva broncopolmoniti pregresse, non aveva nessuna patologia sistemica che potesse giustificare una sua non risposta ai farmaci e a tutto quello che i medici con grande professionalità hanno fatto". "Precedentemente a mia sorella - ha aggiunto la donna - avevano avuto banali sintomi influenzali, trattati con paracetamolo e tachipirina, i suoi figli e i miei figli, che stavano con me in vacanza. L'ultima a contrarre l'influenza è stata Giovanna, e purtroppo è stata la più sfortunata".
Quindi, Giovanna Russo potrebbe essere la prima persona morta in Italia esclusivamente a causa della nuova influenza, dal momento che non soffriva di altre patologie. "Dai primi dati non possiamo escludere che la donna deceduta a Messina sia morta a causa del virus dell'influenza A", ma per avere una risposta definitiva "serve un approfondimento di indagine", ha dichiarato ieri l'epidemiologo dell'Istituto Superiore di Sanità Giovanni Rezza. Secondo Rezza, infatti, "ci sono casi, per fortuna pochi, in cui il virus si trasforma in una polmonite virale acuta" molto insidiosa. "Il caso di Messina - ha spiegato - potrebbe essere uno di questi ma è ancora presto per trarre conclusioni definitive". "Non si tratta - ha sottolineato Rezza - di una mutazione del virus, ma di una possibile normale per quanto rara complicanza di questo virus. Una rara complicanza che non indica che il virus sia diventato più aggressivo". I casi fatali sono rari, ha voluto rimarcare Rezza, e ancor più raro che complicanze così gravi da portare alla morte si verifichino anche in persone che non hanno fattori predisponenti di rischio. Persone sane ovvero, "in cui è difficile andare a identificare il rischio, l’evenienza di questi casi di complicanze progressive". È difficile quindi capire quali sono i casi che possono andare incontro a complicanze e trattare tutti con antivirale da subito potrebbe creare pericolose resistenze, avverte Rezza. Da approfondire secondo l’epidemiologo sarebbe comunque la caratteristica che sembra distinguere il virus dall’influenza stagionale: i rari casi gravi non si verificano su persone anziane, e questo potrebbe essere dovuto alla novità del virus.
Il gruppo di lavoro messo in piedi dal vice ministro della Salute Ferruccio Fazio sta lavorando alla messa a punto delle linee guida che indicheranno criteri e procedure certe per quei casi, pochi ma gravi, in cui il virus dell'influenza A si trasforma in una pericolosa polmonite virale primaria. Casi, ha spiegato nei giorni scorsi lo stesso Fazio, che alla fine della pandemia non saranno più di 200 e che il Governo "è realmente attrezzato per affrontare". Il tema delle linee guida attualmente non è all'ordine del giorno della prossima riunione dell'Unità di crisi che si terrà mercoledì 23 settembre ma è assai probabile, visto anche le circostanze, ancora da verificare, che hanno portato alla morte la donna di Messina, che il tema sarà discusso e trattato dagli esperti riuniti al dicastero della Salute.

Nella sua relazione il direttore sanitario dell'ospedale Papardo, Eugenio Ceratti, ha sottolineato che la donna era giunta nel nosocomio lo scorso 30 agosto "con grave quadro di insufficienza respiratoria per estesi addensamenti polmonari bilaterali". Dagli esami del tampone faringeo e nasale, eseguito il giorno dopo, è emerso che la paziente era affetta dal virus, come riscontrato dal laboratorio del Centro di riferimento regionale di Palermo lo scorso 5 settembre.
Cinque giorni fa l'equipe guidata dal direttore dell'unità di rianimazione del Papardo, Tanino Sutera, ha somministrato alla paziente un particolare farmaco utilizzato in via sperimentale e che contiene un'alta percentuale di proteina C attivata. I medici speravano in un miglioramento delle condizioni in modo da superare il coma farmacologico e proseguire le terapie per la guarigione. Ma alle 16 di sabato 19 settenbre il quadro clinico è peggiorato e venti minuti dopo c'è stato l'arrestato cardiaco.
"Qui sono state curate 21 persone affette dal virus A, 11 ricoverate e 10 solo visitate e posso assicurare che stanno tutte bene. In quest'ultimo caso purtroppo non è andata così", ha affermato Armando Caruso, direttore generale del Papardo di Messina. "Voglio rassicurare tutta la popolazione, non esiste un pericolo di contagio al Papardo. - ha aggiunto - In questo particolare momento siamo vicini ai familiari della donna morta che hanno collaborato attivamente con l'équipe medica. Posso assicurare che i nostri medici hanno fatto di tutto e hanno seguito tutti gli standard previsti. Al momento - ha concluso Caruso - visto che ci sarà un'ispezione da parte dell'assessorato regionale non posso aggiungere nulla sulle problematiche sanitarie legate al decesso".

Infatti, l'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, d'intesa con il sottosegretario alla Salute Fazio, ha disposto l'avvio immediato di un'ispezione all'ospedale Papardo di Messina. L'ispezione tenderà ad accertare le cause della morte e la congruità e correttezza delle modalità terapeutiche seguite. Il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, ha convocato una riunione con i manager e i direttori sanitari degli ospedali locali per fare il punto della situazione. Al vertice parteciperanno i dirigenti di Papardo, Piemonte, Policlinico e Ausl 5. Anche la Procura aprirà un fascicolo sulla morte della donna, per la quale sarà disposta anche l'autopsia.

"L'influenza A farà 12 mila vittime" -  Il virus dell’influenza A non si ferma e fa la sua seconda vittima. Nel complesso i casi calcolati in Italia di pazienti colpiti dal virus sono più di 8 mila, mentre quelli accertati in base a test scientifici sono poco meno di 2.400. Di questi, allo stato attuale, sono 5 quelli maggiormente critici sui quali c’è ancora preoccupazione ma le cui condizioni attualmente permangono stabili, e si trovano a Monza, Mantova, Firenze, Roma e Cesena.
Intanto gli esperti stimano che in Italia saranno circa 12 milioni di casi di influenza A, con un tasso possibile di letalità tra lo 0,1% e lo 0,4%. Ci si attendono dunque tra i 12 mila e i 90 mila morti. La stima del virologo Fabrizio Pregliasco è stata diffusa durante un incontro sell’influenza pandemica in corso a Praga. La stima di 12 mila decessi, ha detto, "è quella più probabile. Nello scenario peggiore potrebbero verificarsi invece circa 92 mila decessi e questo se il virus dovesse mutare diventando simile a quello della spagnola verificatasi nel 1918". Pregliasco ha però precisato che tale stima di decessi nel peggiore degli scenari "è tuttavia improbabile poichè è improbabile che tale scenario si verifichi".
Nel complesso, spiega il virologo, il fatto che il virus A/H1N1 sia del tutto nuovo per l’organismo umano lascia prevedere una netta prevalenza di quest’ultimo rispetto a quello dell’influenza stagionale: "Questo inverno avremo un terzo dei casi di virus stagionale e due terzi del nuovo virus. Su 10 milioni di malati, circa 6-7 milioni avranno contratto l’influenza A. La diffusione non sarà eccessiva, prevediamo una contagiosità di due nuovi casi per ogni caso, simile a quella della stagionale". In ogni caso le incognite ci sono: "Preoccupa soprattutto il rischio di coinfezioni respiratorie, quelle polmoniti virali primarie che colpiscono soprattutto i giovani e che, come nel caso del ragazzo ricoverato a Monza, si aggiungono al virus A aggravando le condizioni fisiche del paziente". Ma il problema, prevede Pregliasco, "sarà soprattutto l’impatto sui servizi sanitari, per i quali la nuova influenza sarà la prova del fuoco: nessun medico di oggi ha mai visto una pandemia, l’ultima è stata nel 1968. E poi c’è il rischio che si paralizzino le attività produttive del paese, i trasporti, ecc. Per questo la campagna vaccinale deve coprire necessariamente non solo le categorie più ovvie, dai medici in giù, ma anche tutti i servizi essenziali". Il picco coinciderà col Natale: "Lì valuteremo l’andamento dell’epidemia. A Natale ci si bacia e abbraccia, si sta insieme, ci si affolla nelle vie: solo allora capiremo quanto questo virus è davvero forte e quanti casi (e vittime) ci saranno".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it, Ansa.it, Repubblica.it, Corriere.it, La Stampa.it]

 

 

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21 settembre 2009
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